martedì 29 settembre 2015

LA NOTA DEL MERCOLEDI', DI TONY, JOBS ACT: LICENZIATI INGIUSTAMENTE E SENZA REINTEGRO

LA NOTA DI TONY LA PUBBLICO APPENA RICEVUTA, ANCORA DI MARTEDI', COSI' COMINCIATE A COMMENTARMI CONTRO PRIMA E CHIUDIAMO LA PRATICA CON UN GIORNO DI ANTICIPO
IL BLOGGER




JOBS ACT: LICENZIATI INGIUSTAMENTE E SENZA REINTEGRO

Dopo aver viste nelle settimane precedenti quali sono gli effetti negativi (per i lavoratori) della riforma del lavoro renziana, questa settimana voglio dedicarmi in modo più approfondito ad uno di questi aspetti. Il divieto di reintegro in caso di licenziamento ingiusto.

Come molti sapranno, la normativa del lavoro (prima che passasse Renzi con la delicatezza di un elefante in una cristalleria) prevedeva che un lavoratore licenziato ingiustamente dovesse essere reintegrato sul posto di lavoro con le stesse mansioni e lo stesso inquadramento contrattuale e retributivo che aveva
prima del licenziamento.
Del resto il lavoratore aveva subito un torto e la legge in tal senso lo tutelava restituendogli ciò il datore di lavoro gli avevo tolto ingiustamente.

Oggi, a causa del Jobs Act, il reintegro non è più previsto. Il datore di lavoro può quindi licenziare con le più svariate motivazioni senza dover preoccupare se siano effettivamente valide oppure no.
Nel peggiore dei casi, ovvero se un giudice dovesse riconoscere che il licenziamento è ingiustificato, il datore di lavoro dovrà semplicemente corrispondere al lavoratore licenziato un’indennità pari a due mensilità per ogni anno trascorso in azienda, fino ad un massimo di 24 mensilità.

Faccio un esempio anche se ne potrei fare a decine.
Supponiamo che un lavoratore giunga in ritardo sul posto di lavoro. Il comportamento è sanzionabile secondo tutti i contratti nazionali ma non si tratta di certo di una grave mancanza infatti normalmente viene corrisposta un’ammonizione scritta o anche solo un semplice richiamo verbale.
Grazie a Renzi, il datore di lavoro da quest’anno può osare di più. Per quel semplice ritardo potrebbe procedere al licenziamento del lavoratore anche se quasi sicuramente il giudice del lavoro giudicherà la misura eccessiva ed ingiustificata. Nulla potrà fare però per restituire il lavoro al povero ex dipendente se non condannare il datore di lavoro all’elargizione dell’indennità di licenziamento di cui ho parlato prima.

I difensori della riforma potrebbero dire che un datore di lavoro non ha nessun interesse a licenziare un lavoratore esperto e capace, quindi sarebbero soltanto a rischio i lavoratori “nullafacenti”.
Io la guarderei sotto un altro aspetto.
Innanzitutto non tutti i lavori richiedono esperienza e specializzazione, quindi il datore di lavoro potrebbe avere interesse a licenziare un “anziano” ben pagato per sostituirlo con un nuovo assunto pagato di meno.
Oppure potrebbe chiedere prestazioni straordinarie di orario ai lavoratori ed essi non avrebbero possibilità di rifiutare avendo la spada di Damocle del licenziamento sulla testa. Non avrebbero neanche più la possibilità di chiedere di lavorare in un ambiente salubre e sicuro perché eventuali loro osservazioni potrebbero essere poco gradite al datore di lavoro che potrebbero ricorrere appunto al licenziamento.

Per chi non ha mai lavorato in contesti aziendali di certe dimensioni potrebbero sembrare opinioni che rasentano il terrorismo psicologico ma chi invece ha avuto modo di viverli quei contesti, difficilmente mi darà torto.

Tornando al dichiarato obiettivo di Renzi associato al Jobs Act, ovvero un rilancio dell’economia, risulta davvero difficile pensare che uno stato sempre più precario e ricattabile dei lavoratori possa in qualche modo rilanciare l’economia.

8 commenti:

  1. Se è la nota del mercoledì perché la pubblica di martedì? :-)

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    1. cosi' i miei detrattori possono plaudire Tony e buttare cacca su di me qualche ora prima e ci mettiamo avanti

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  2. Tony ( che per noi, non sapendo chi sia, è un nick anonimo quanto un altro..) viene a scrivere sul Blog di chi dichiaratamente ha preso la tessera solo per Renzi, di conseguenza per le sue riforme. Forse si illude di essere un Solgenitsin che scrive sulla Pravda. Ma un Solgenitsin che la Pravda pubblicasse non sarebbe Solgenitsin......
    Di conseguenza, la rubrichina sembra la capanna dello zio Tom.
    Kentucky

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    1. Aleksandr Isaevič Solženicyn (in russo: Алекса́ндр Иса́евич Солжени́цын?, traslitterato meno correttamente come Aleksandr Isaevič Solženitsyn o Alexander Isayevich Solzhenitsyn, pronuncia [ɐlʲɪˈksandr ɪˈsaɪvʲɪtɕ səlʐɨˈnʲitsɨn]; Kislovodsk, 11 dicembre 1918 – Mosca, 3 agosto 2008) è stato uno scrittore, drammaturgo e storico russo. Attraverso i suoi scritti ha fatto conoscere al mondo i Gulag, i campi di lavoro forzato per i dissidenti del sistema sovietico. Gli è stato assegnato il Premio Nobel per la letteratura nel 1970 e quattro anni dopo è stato esiliato dall'Unione Sovietica. Ritornò in Russia nel 1994, dopo la caduta del sistema sovietico. Nello stesso anno fu eletto membro dell'Accademia serba delle arti e delle scienze nel Dipartimento lingua e letteratura.

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    2. Ho deciso di accettare la proposta del lettore perchè ero accusato di essere l'aedo di Renzi, almeno sul blog ci sono voci contrarie non solo nei commenti, nella capanna dello zio Tom pero' caro Kentucky potrebbe chiudersi lei

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  3. Non credo sia una gara tra tony e lei.
    La situazione dei lavoratori grazie a renzi è ben più grave.

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  4. Purtroppo la riforma del lavoro non dà garanzie sufficienti di trovare un'altra occupazione, specialmente a chi ha raggiunto una certa età. Un mio amico che ha subito un importante intervento chirurgico, e che quindi è stato a casa per mesi ha dovuto accettare un nuovo contratto capestro che lo penalizza enormemente. Renzi le sa queste cose? Fare una riforma è difficile ma deve contemperare sia il lavoratore che il datore di lavoro. Non c'è più il reintegro? Va bene, ma mettete una fuoriuscita corrispondente ad almeno 5, e non solo 2, anni di retribuzione: questo permetterebbe di fare desistere molti imprenditori disonesti. E non sono pochi.
    A proposito, vedo che qualunque collaboratore viene spinto a forza fuori dal Blog, anche quando dice cose sensate e contro il pensiero del blogger. A certa gente non interessa il confronto ma solo spararle ogni volta più grosse, naturalmente coperti dall'anonimato per evitare possibili conseguenze.

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  5. Toh. un M.D. in versione light.. guardi che le è sfuggito che il nuovo collaboratore del Blogger, per quanto riguarda noi lettori, è un benemerito anonimo.. sa . di quelli che lei aborre....
    In effetti, scrivere una rubrica fissa pseudo.anonima su questo blog, o su qualunque altro Blog non indipendente, (cosa diversa da un intervento occasionale e firmato) fa diventare l'articolo "critico" un gioco delle parti. Ha presente quel cartoon dove il cane pastore e il lupo se le danno di santa ragione e poi si ritrovano insieme a bollare la cartolina?
    Anonimo n. 2.315.43

    ps- bravo Blogger, ha fatto bene a ripassare chi era Alexander Isayevich Solzhenitsyn, le era un po passato di mente, sarà utile anche al profeta Smith.

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