lunedì 31 ottobre 2011

I VOSTRI COMMENTI FANNO NASCERE QUESTA RIFLESSIONE

I numerosi commenti arrivati nel post dedicato alle decisioni politiche di Magda Balboni presto diventato una specie di confessionale politico in un momento delicato come questo, mi spinge a condividere alcune riflessioni sul tema, sperando che il dibattito apertosi d'istinto continui sui binari in cui si è avviato in modo educato e corretto.




Mi sono sempre chiesto perchè molti lavoratori dipendenti votavano o votano tuttora berlusconi, quando la politica del pdl ha sempre difeso classi come avvocati, notai, imprenditori, commercianti ed affini e  poco e niente ha fatto per gli altri.


Qualche settimana fa addirittura Berlusconi ha candidamente ammesso di non voler agire sugli ordini professionali per non disturbare troppo lo zoccolo duro dei suoi elettori.


Quindi, e vorrei che su questo si continuasse la  discussione,  per quale motivo per anni molti operai o piccoli impiegati hanno dato il loro voto a Silvio Berlusconi che platealmente non faceva i loro interessi ma solo i suoi ? Sindrome di Stoccolma o rincitrullimento da cattiva televisione?


Io stesso, che sono tra i fondatori di Forza Italia a Crescentino nel 1994, quando decisi di affacciarmi alla  politica e di offrire addirittura una sede al nascente partito lo feci oltre che per una convinzione intima di aver trovato un vero partito liberale che avrebbe fatto in Italia una specie di rivoluzione tatcheriana,  anche perchè vidi in Silvio Berlusconi colui che avrebbe difeso le mie prerogative di commerciante e di piccolo imprenditore.


Con sorpresa notai che molti  operai cominciarono a votarlo e pensai......quanti amano prenderselo in quel posto......


Ma lasciatemi  dire una cosa..


La sinistra ebbe dalla metà degli anni 90, una difficoltà crescente a parlare al suo elettorato tradizionale, piu' crescevano le adesioni delle classi intellettuali e  radical chic , meno l'elettorato di riferimento era portato a fare la crocetta sulla scheda elettorale.






La Lega poi ha risucchiato molti voti dei salariati, il linguaggio di Bossi ha affascinato molti operai che nei DS e poi PD non si ritrovavano piu'. Addirittura il successo della Lega è stata fonte della quasi sparizione della sinistra radicale alle elezioni del 2008,  l'accusa, ricordate era: Pensate solo a zingari e culattoni e avete dimenticato quali sono i problemi reali,  semplificando cosi' alcune giuste proposte verso l'integrazione o i diritti civili che di certo non hanno casa nel partito di Bossi.  




In piu' la travagliata trasformazione del PCI in PDS , DS e poi PD ha sicuramente portato a un disorientamento dell'elettorato che in molti casi è mutato, ai DS e poi al PD, si sono avvicinati molti riformisti con nuove ricette economiche.


L'adesione al PD di un soggetto come il professor Ichino o di economisti come Nicola Rossi (ora al gruppo misto) sono la prova.


Da anni sono critico nei confronti di Berlusconi, ho quindi alternato i miei voti, negli anni , e non sono fedele a nessun partito politico al momento,  ho votato parecchie volte anche PD, pur considerandomi ancora un liberale, riconoscendo comunque una grossa onestà intelletuale e politica a leader come Veltroni, Bersani  o Bindi.


Penso comunque che in futuro con l'alternativa terzo polo e l'ascesa di Casini e di Fini molti di coloro che come me hanno contestato Berlusconi in questi anni travagliati, possano trovare una casa accogliente.


Deberlusconizzare l''idea moderata e liberale in Italia  sarà la SFIDA nei prossimi mesi, sarà difficile e complicato anche perchè passato Lui , si dovra' eliminare anche i suoi numerosi complici di malefatte,  i vari Cicchitto, Bondi, Gasparri , La Russa, avvocaticchi e lacchè e delle numerose  mignottelle piazzate in parlamento e in consigli regionali.


C'è quindi bisogno di un periodo di decantazione, per depurare gli italiani dal circo poco serio di Berlusconi , ecco perchè sono da mesi fautore di un governo tecnico di salute pubblica sostenuto da PD  e terzo polo e dall'area moderata del PDL .
La discesa in campo di soggetti come Montezemolo o la Marcegaglia poi potrebbe cambiare le carte in tavola.


Il momento economico drammatico che stiamo vivendo ha bisogno di SCELTE CONDIVISE, di scelte dolorose ma necessarie.


Il futuro dei giovani, le scelte in campo previdenziale , le tematiche del lavoro e dell'impresa hanno bisogno di serie riflessioni.


Le urla degli indignati, dei precari a vita, dei laureati disoccupati o sottopagati devono avere risposte non rimandabili. 


Aspetto i vostri commenti


Mauro Novo
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14 commenti:

  1. Con Montezemolo e Marcegaglia, e mettiamoci pure Renzi, lunga vita a Berlusconi.

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  2. Mi sono sempre chiesta anch'io che cosa sarebbe successo se negli anni di tangentopoli se non ci fosse stato un industriale chiamato Silvio Berlusconi che con il vento nuovo della democrazia (almeno così sembrava) a riprendere lo sfacelo che le inchieste avevano creato. Premettendo che chi è capace nel proprio settore dovrebbe continuare a fare ciò, credo che questo paese abbia in fondo molte colpe, seguendo il suo discorso sig Novo, ma almeno non ci addebiti il tradimento che il sindacato ha nei confronti di tanti lavoratori. Forse è per questo che molti non hanno fiducia nella sinistra che storicamente dovrebbe difendere i più deboli. Saremo stati anche ciechi a votare per molti anni Forza Italia. Ma da un grande comunicatore come lui e con un partito che aveva quel nome tutti abbiamo creduto che veramente qualcosa potesse cambiare. Gli ultimi avvenimenti con scandali di appalti concussioni e illeciti dimostrano che chiunque arrivi ad occupare gli alti poteri o si adegua all'andazzo o è meglio che torni al paesello. Non so se a voi capitino situazioni come le mie,e mi convinco ogni giorno di più che siamo in un sistema architettato dal potere e non sto dicendo da chi ha i soldi( perchè abbiamo constatato che molti se li fanno dopo) in cui le cose vanno in un certo modo. Devi essere amico di questo o quel politico per avere un trattamento di favore, e questo succede a destra e a sinistra anzi dappertutto a scuola negli ospedali in comune per la strada. Bene forse mi sono dilungata un pò ma ho così uno schifo di questi governanti che non riesco ad ascoltare nemmeno ciò che dicono. Beato lei che ha le idee chiare.

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  3. Bell'articolo, signor Novo, mi invoglia a prendere parte alla discussione che, spero, scaturirà come conseguenza della sua richiesta di un dialogo sereno. La signora che ha commentato prima di me illustra situazioni e sensazioni che effettivamente sono proprie di parecchie persone al giorno d'oggi. Però sarebbe bene provare, facciamo questo tentativo fosse anche solo un esercizio teorico, ad andare oltre al lamentarsi di tutto e tutti riducendo la situazione odierna al sintetico "tanto sono tutti uguali" per cui tanto vale. Così le cose non cambieranno di certo, se mai sarà possibile cambiarle. Iniziamo magari a proporre qualche soluzione, magari empirica, magari banale o semplicistica, ma proviamo a proporre invece di stroncare e bocciare. Tra i problemi principali, a mio modesto parere, odierni ci potremmo mettere, il lavoro (che non c'è), i soldoni (che non ci sono) per poter finanziare iniziative di ripresa, le pensioni (che già oggi sono a 67 anni e domani non ci saranno proprio più), ecc.
    Io inizio con il primo, vediamo se ci sarà un seguito: il lavoro o quello che ci hanno raccontato negli ultimi decenni che doveva essere, ha fallito, o meglio, la promessa di più occupazione in cambio di maggiore flessibilità (definire flessibilità prego, secondo me suol chiamarsi flessibilità la possibilità di operare con sempre meno regole sino ad arrivare alla totate mancanza di garanzie per la parte più debole e lascio immaginare a voi quale sia). Il tempo ha dimostrato che questo rapporto non esiste, anzi a una maggiore flessibilità è seguito un aumento della precarietà e una diminuzione dell'occupazione. Incredibilmente, gli stessi che ieri ci raccontavano queste cose, oggi ci dicono che bisogna insistere e dare ancora di più, invece di ammettere che forse le cose non sono andate come si prospettava e che c'è più di una revisione da fare. Mi sembra estremamente improbabile che un'azienda che licenzia una persona per motivazioni economiche ne assuma due. Questo è quello che ci stanno raccontando quando dicono che la maggior libertà nel licenziare da fiato e forza alle assunzioni (di che tipo poi vorrei vedere e discuterne, ma questo è argomento di un'altra puntata).

    Quinto Sertorio

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  4. Caro quinto sertorio e cara signora del commento prima:
    quando si parlava di flessibilità e le aziende in qualche modo l'hanno ottenuta, si doveva anche parlare di paracadute per chi perdeva il lavoro e qui non è mai stato fatto, e si è andati verso una precarietà e una insicurezza totale.
    Il male italiano, quello della raccomandazione e del conoscere qualcuno, il classico santo in paradiso , dura da anni ed è il problema dei problemi.
    Ci sono certe aziende dove si entra solo per conoscenza, alcune di queste aziende sono addirittura multinazionali......e non sto ad esagerare...
    il blogger

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  5. Caro Mauro, ho creduto nel progetto forza italia perchè con tangentopoli mi sono sentita orfana di quello che era un credo liberale, Non di sinistra e nemmeno di destra. Nel 94 ho visto in berlusconi e soprattutto nel suo progetto quella che poteva essere l'alternativa che più si avvicinava a quello che era il mio credo. Indipendentemente dal fatto come dici tu che le idee di forza italia me "l'avrebbero messa nel di dietro" perchè lavoratore dipendente. In forza italia ci ho creduto per diversi anni, impegnandomi anche in prima persona, con te, nella famosa cantina. Grazie a quell'esperienza ho avuto modo d conoscere diverse persone che a distanza di quasi vent'anni sono ancora mie amici. Persone di grande intelligenza. E di grande umanità. E tu sai a chi mi riferisco. Poi, alcune scelte fatte da berlusconi hanno iniziato a non piacermi perchè tradivano quello che era lo spirito liberale ed innovativo del partito. E cosi come me, molte altre persone hanno iniziato a guardarsi in giro per cercare di capire quale poteva essere l'alternativa. Ammetto che sono più di dieci anni che sto cercando ma non ho ancora trovato. Ho sentito domenica sera da Fazio l'intervento di Rienzi. Pur non essendo della sua stessa idea politica mi è piaciuto il concetto di provare a mettere sul piatto delle alternative. Ha ragione, sentiamo cosa può esserci di nuovo. Vediamo se nascerà un nuovo "silvio" in grado di affascinarci con un progetto. Sto ascoltando tutti, destra, sinistra, centro. Perchè sono Italiana, voglio bene al mio paese e sono fiera di essere italiana. Siamo un popolo con una grande storia alle spalle, e le risate di merkel e sarkozy mi hanno fatto male. Perchè sono una di quelle tante persone che si svegliano alle sette al mattino e lavorano più di otto ore al giorno per portare a casa uno stipendio e mantenere una famiglia. Lavoro per una multinazionale Italiana con sede in Italia è questo mi da soddisfazione. Anche da noi esistono realtà in grado di lavorare bene e portare il nostro buon nome fuori dai nostri piccoli confini.
    Speriamo che qualche politico ascolti noi piccoli tapini e ci diano la forza e la possibilità di credere in qualcosa di buono, per me, per tutto il paese. Ce lo meritiamo.
    Rossella C.

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  6. tutti abbiamo conoscenza di persone che dopo essersi diplomati o laureati fanno fatica a trovare un lavoro degno dei loro sacrifici. Adesso vi faro una domanda: secondo voi tutti coloro che si diplomano o laureano meritano di avere le stesse opportunità di lavoro? Per oppertunità non intendo posti di lavoro, ma selezioni che le aziende già fanno con contratti a termine di professionisti o operai che possano rispondere alle esigenze produttive e organizzative di un'azienda. Mi spiace dirlo ma credo che finchè non ammetteremo che non tutti abbiamo le stesse capacità, non possiamo pretendere che il mondo del lavoro cambi. Negli anni sessanta si portava avnti un progetto di eguaglianza nel campo lavorativo con uguale stipendio per chi era più capace o meno. Sono finiti quei tempi, forse una delle soluzioni sarebbe di affrontare con serietà quella parola di cui molti ultimamente si riempiono la bocca che è meritocrazia. Ma questo sarà impossibile perchè in un sitema come il nostro in cui i figli di.... devono occupare posti che non meritano finirebbe.

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  7. Io non vorrei l'uguaglianza lavorativa, pari stipendio a fronte di diversa capacità o voglia di impegnarsi. Sono per la meritrocrazia, chi dimostra di avere le capacità deve andare avanti e guadagnare di più rispetto a persone che per un motivo o per un altro vogliono solo il 27 del mese e le 8 ore. Mi sentirei presa in giro.
    Lavoro da 20 anni, ho iziato con un contratto a tempo in cui un mese si e un mese no non mi pagavano e i contributi non eravno per lo più versati. Erano forse altri tempi, ho cercato di cambiare e ho cambiato, cosi come ho cambiato altre due volte per arrivare in una multinazionale e da diplomata mi sono fatta tutta la scalata per diventare quadro. Lo attribuisco al merito, non ho conoscenze in azienda. Ho fatto sacrifici, perchè in alcuni momenti è stato chiesto di fare enormi sforzi e togliersi l'orologio dal polso. Ho sacrificato anche dei sabati. Sono stata sciocca?
    Vedo molti giovani che entrano in azienda e la prima cosa che chiedono è quanti giorni di ferie abbiamo. Non facciamo di tutta un erba un fascio.
    Rossella C.

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  8. I sindacati in Italia hANNO sbagliato molte cose, juna di queste è stato il pretendere il tutto a tutti, e per anni siamo andati avanti con il premiare tutti anche i non meritevoli, mentre nel mondo anglosassone la meritocrazia sta ALLA BASE del mondo del lavoro....

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  9. caro Novo questa è una cavolata pazzesca.
    il sindacato non ha mai preteso il tutto per tutti ma solamente il tutto per i loro amici che tendenzialmente si sono rivelati essere anche fancazzisti.
    per questo (e purtroppo) il sindacato ha nelle fabbriche una credibilità tendente allo zero.
    quando tornerà a fare gli interessi dei lavoratori e meno i propri (sapete quante ore di permesso sindacale e quante agevolazioni dall'azienda si becca ciascun delegato?) tornerà ad essere un sindacato con d maiuscola. ma la strada è purtroppo ancora lunga.

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  10. Pienamente d'accordo sig Anonimo delle 12.08. Purtroppo in Italia ci riempiamo la bocca di meritrocrazia, gran bella parola, ma poi vogliamo che agli altri venga applicata meritocrazia noi continuamo a chiedere le buone e vecchie raccomandzioni o a fare i furbetti del quartiere. Ne dobbiamo ancora fare di strada se vogliamo veramente eseere meritocratici.
    Rossella C.

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  11. La strada non è lunga si è interrotta già da un pò tra lavoratori e sindacato che si aspettano da questi una vera presa di coscienza e di responsabilità. Avevo creduto in questi ultimi anni che qualcosa stava cambiando. Pensavo che le ultime trattative con la fiat, che ha messo in luce il diverso pensiero dei sindacati, potesse dare un segnale di rinnovamento nelle decisioni da affrontare. La cisl con Bonanni ha dimostrato che anche il sindacato abbia avuto delle responsabilità di errori fatti sul futuro industriale del paese. Ma in questi ultimi giorni quando gli ho sentito dire che stava pensando di creare un nuovo partito politico, almeno così credo di aver capito di colpo mi è crollato tutto. La storia si ripete come con Cofferati e altri precedentemente, che dopo aver fatto carriera nel sindacato sfrutta questa occasione per fare il salto. La domanda è ma quando qualcuno è capace nel proprio lavoro perchè deve cambiare?

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  12. e così si continua a dare la colpa agli altri, è sempre colpa degli altri, una volta i politici, l'altra i sindacati, poi ci sono i fancazzisti e i raccomandati, ecc ecc ecc. Ma chi si lamenta del fatto che i delegati abusano delle loro prerogative, è la stessa persona che dedica tempo e lavoro prendendo parte attiva, partecipando, oppure è tra quelli che aspettano seduti l'arrivo della cavalleria, che aspettano sempre gli altri che vengano a cavargli le castagne dal fuoco. Quanti di questi che invocano la meritocrazia la invocano anche per loro stessi, come già fatto rilevare in un post precedente, quanti sono disposti a rimetterci del proprio per far valere le proprie idee e rivendicare i propri diritti. Le cose non vanno come vorreste voi, allora agite, in prima persona, datevi da fare, fatelo voi il delegato (il primo esempio che mi viene in mente), chiedete il rispetto delle regole, ma da parte di tutti. E allora avrete tutte le motivazioni per lamentarvi. Temo però, che saranno in pochi.

    PS
    Chi detesta i sindacati non tema, tra breve la situazione sarà tale che non saranno neppure un tenue ricordo, allora sì che sarete contenti, soprattutto chi tornerà a lavorare chinando il capo davanti al padrone e mettendo la mano dietro la schiena quando è ora della paga. Forza che un po' alla volta torniamo all'ottocento.

    Quinto Sertorio

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  13. non penso che i sindacati siano serviti solo a proteggere i fancazzisti e alcuni commenti erano davvero un pochino sul forte.
    Ho spesso riserve sulla cgil, non ho mai avuto simpatia per Cofferati, peggio per Epifani e non mi piace la Camusso, meglio gli altri, piu' riformisti.
    Non arrivo pero' a dire che i sindacati servono solo per i fancazzisti, questo no!

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  14. mauro non sei mai stato in una fabbrica. da dentro lo si capisce molto bene che purtroppo è così.

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