martedì 11 gennaio 2011

LE VOSTRE OPINIONI : MARCHIONNE , IL REFERENDUM E IL FUTURO DI MIRAFIORI

Con questo post intendo inaugurare degli spazi in cui verranno chieste le vostre opinioni su determinati argomenti,  sperando che si aprano dei dibattiti costruttivi e civili,  in cui tutti possano in modo rispettoso esternare le proprie opinioni.

Come tutti saprete, entro venerdi' , gli operai della Fiat Mirafiori dovranno decidere il futuro della fabbrica e il loro.

Se il si vincerà, Marchionne  porterà una importantissima produzione nella fabbrica Torinese,  al contrario ha già detto che il futuro sarà segnato in negativo.

La Fiom,  sindacato metalmeccanici della CGIL, sta combattendo una serrata battaglia abbastanza solitaria, visto che gli altri sindacati hanno firmato il pre accordo e invitato i lavoratori a votare si.

Come al solito e per dare il la alla discussione , esterno il mio punto di vista.

Premetto di avere una antipatia personale per Marchionne,  che ritengo essere un gran maleducato, un pirata che maneggia denaro che gli è stato prestato,  insomma una totale disistima che sconfina nel fastidio quando lo vedo in tv,  ma da imprenditore commerciale gli do ragione,  io voterei si al referendum , anche perchè Marchionne chiede ai suoi operai di lavorare un po' di piu', e li pagherebbe anche un pochino di piu'.

Chiederebbe insomma alle maestranze di impegnarsi in un progetto che è una sfida,  il riportare produzioni importanti nel nostro paese.

Secondo me gli accordi in Fiat porteranno grandi cambiamenti nelle relazioni industriali e sarebbe ora !

Ieri sera ho assistito ad un Porta a Porta in cui oltre alla Marcegaglia, al Ministro Sacconi e al segretario della Cisl , c'era il responsabile settore auto della Fiom,  Aiuraudo,  ho dovuto spegnere la tv perchè stavo distruggendo il mio prezioso 37 pollici,  questo Aiuraudo faceva passare i datori di lavoro come degli aguzzini,  io lavoro anche 12 ore al giorno, con pause che si riducono molte volte a sboncoccellare una briosh mentre faccio pipi', perchè ci sono giorni in cui i tempi di consegna debbono essere rispettati al minuto, lavoro con febbre, vomito e mal di testa,  e mi concedo non piu' di 10 giorni di ferie all'anno,  caro Aiuraudo .

 Dimenticavo,  il mio guadagno, anche da autonomo è pari a quello di un operaio, la sola differenza che io mi faccio oltre 10 11 ore tutti i giorni.

Se la mia vi sembra una posizione di destra , si lo è e ne sono orgoglioso, aspetto le vostre critiche e magari mi convinco del contrario.

IL BLOGGER   

62 commenti:

  1. Mi chiedevo come mai questo argomento molto importante secondo me, non era stato ancora accennato in precedenza.Vorrei testimoniare con dati di fatto, visto che ho lavorato per molti anni come dipendente della grande famiglia industriale degli Agnelli. La divisione dei sindacati è storia vecchia oramai la fiom non ha mai modernizzato il suo modo di vedere l'azienda per convenienza, facendo credere agli operai che il padrone non è la Fiat ma loro. Ho sempre sentito parlare questi signori con sufficienza e disprezzo del datore di lavoro, come ha fatto l'operaio della fiom ieri sera a porta a porta, quando velatamente e nemmeno tanto, ha minacciato Marchionne di non poter chiudere la Fiat, pena chissa che cosa . Questi atteggiamenti non portano a nulla. Per quel che penso io,la fiom si nasconde dietro alla contestazione dei programmi che Fiat sta proponendo, secondo loro sbagliati per le aziende, soltanto per difendere la posizione di privilegio dei loro rappresentanti sindacali, che hanno secondo me un potere eccessivo all'interno dei posti di lavoro. Gli operai hanno perso la fiducia nei sindacati da molto tempo e chi ha lavorato negli stabilimenti dagli anni ottanta in poi, sa di che cosa sto parlando. Questo sindacato che è stato integrato dalla politica, ha perso il contatto con la base come dimostra la continua sconfitta in sede elettorale della sinistra in Italia. Gli operai che cercano di sopravvivere in questa difficile crisi del paese finalmente cominciano a pensare con le proprie teste e quasto sarà l'inizio di un nuovo futuro per chi veramente è capace, rispettoso del proprio lavoro e sopratutto del datore di lavoro. Spero soltanto che dopo questo accordo, che sono sicura si farà, il governo s'impegni a fare da arbitro e controlli che le promesse fatte siano rispettate per il futuro del paese.

    RispondiElimina
  2. una disamina importante come questa sarebbe ancora piu' bella se si fosse data un nickname, ma ringrazio l'anonima, anch'io ho visto l'operaio della fiom che parlava e non mi è piaciuto, pur, ripeto non apprezzando Marchionne
    il blogger

    RispondiElimina
  3. ottimo articolo Mauro, e' davvero ora che l'Italia entri nell'era moderna e puo' solo farlo con uomini come Marchionne (che piace poco pure a me, ma ci va)

    RispondiElimina
  4. Qualcuno ha visto il programma di Paola Perego in diretta oggi pomeriggio su Rai Uno? C'era ospite la nostra sindaca che pare abbia fatto una dichiarazione al fulmicotone su Crescentino. Vi risulta qualcosa?

    RispondiElimina
  5. Fiat sale in Chrysler: è al 25%
    “Molte alternative a Mirafiori”
    Marchionne: vogliamo investire in Italia, ci dicano sì
    edizione odierna de "La Stampa"


    In un tempo in cui sono all'ordine del giorno casse integrazioni, licenziamenti, scioperi e via dicendo, vi è un tale Marchionne che vorrebbe invertire la rotta investendo in una ditta italiana, con sede in Italia, e risalire il fiume fino alla sorgente contro tutto e (quasi) tutti.
    Si da il caso che il tizio in questione sia l'amministratore delegato di Fiat Group, un vero e proprio colosso con migliaia di dipendenti.
    Vi è poi uno stabilimento, Mirafiori, (non Brasile, Serbia o Cina; Mirafiori, Torino, Italia) al quale vengono proposti nuovi investimenti mirati all'aumento di produzione, il tutto proporzionato ad un aumento del salariato. Un vero e proprio rilancio dell'area, insomma.
    Giustamente o meno, chi mette il soldo vuole delle garanzie. Ma, altro gesto anormale in un Paese come il nostro, chi scieglierà le sorti di questa iniziativa non sarà il gran capo di turno, bensì i lavoratori stessi che nelle giornate di giovedì e venerdì potranno decidere in modo democratico le sorti della ditta nel quale lavorano. Se approveranno, le belle cose proposte in precedenza dovranno essere messe in atto, se boccieranno la proposta e gli accordi già firmati dalla maggioranza dei sindacati, ahimè, ..."salta tutto e andiamo altrove. Fiat ha alternative nel mondo", parola di Sergio Marchionne.
    Gli oltre 5000 dipendenti, Torino, il Piemonte e l'Italia intera attendono i risultati del referendum con la speranza che quei dipendenti che fino ad oggi, e ancora per giorni riempiranno le pagine dei giornali usino il buon senso e votino secondo coscienza.

    Alberto Arzenton

    RispondiElimina
  6. Qualcuno ha visto il programma di Paola Perego in diretta oggi pomeriggio su Rai Uno? C'era ospite la nostra sindaca che pare abbia fatto una dichiarazione al fulmicotone su Crescentino. Vi risulta qualcosa?

    RispondiElimina
  7. Caro Mauro, il tema è MOLTO delicato e non di facile interpretazione. Sentendo i vari personaggi in gioco si può cadere in facili prese di posizione. Io vivo una realtà industriale, ed oggi i "vecchi" accusano i giovani, i giovani vedono i vecchi come degli assurdi dinosauri, il sindacato è spaccato, le dirigenze latitano, gli stipendi non crescono, la crisi morde.. come puoi notare regna la più grande confusione, e questo non fa altro che impoverire tutti noi. Il signor marchionne fa il suo lavoro di dirigente d'azienda(non deve esserci simpatico) facendo leva sulla crisi. Sono le politiche italiane sul lavoro ad essere sbagliate, perchè è da chi sta a roma che mi aspetto le riforme, il rilancio.. non da Fiat che cercarà sempre di fare i propri interessi. (chi non lo farebbe?).

    RispondiElimina
  8. ti ammiro Mauro, hai idee di destra e di sinistra, innanzitutto hai buonsenso nel scegliere cosa appoggiare da una parte e cosa appoggiare dall'altra... un atteggiamento molto anglosassone che potrebbe cambiare la politica italiana in meglio se venisse adottato en masse dall'elettorato - un elettorato maturo e ben informato che non ha paura di cambiare idea e/o fede politica (perche' per tanti di fede si tratta purtroppo).... che colpo sarebbe per i politici incollati al cadreghino....

    RispondiElimina
  9. http://www.rai.tv/dl/replaytv/replaytv.html#day=2011-01-10&ch=1&v=45374&vd=2011-01-10&vc=1
    Per chi se la fosse persa domani ci sarà on line la puntata di oggi.
    Saint-Just

    RispondiElimina
  10. Parliamoci chiaro: la Fiom ha pienamente ragione.

    Se fossimo negli anni 60

    Non lo siamo più, quindi al 12 gennaio 2011 ha ragione Marchionne.
    In Italia non c'è più una fabbrica manufattiera. Cosa pensiamo di esportare e a chi?
    Ma voi avete guardato da dove arriva il 99/100 delle cose che acquistate?
    Il bravo Blogger che si da allo shopping.. ha letto le etichette dei capi che ha acquistato?
    Dove li hanno prodotti?
    E stiamo parlando di abbigliamento, il fior fiore dell'ex made in italy.
    Nessuno dei prodotti che avete regalato o acquistato per Natale è fabbricato in Italia.
    Importiamo persino la pizza.. è tutto dire.
    Fiom e Cgil ... ormai rappresentate soltanto interessi corporativi e ideologici.
    Fateci vedere i vostri bilanci piuttosto.. invece di andare a fare le pulci a chi cerca di portare posti di lavoro.
    Saint-Just

    RispondiElimina
  11. Cari signori, aprite gli occhi, ormai Marchionne è già in America, aprirà (se ci riesce) questa breccia contrattuale, ci darà un contentino in cambio di un passo indietro di 30 anni e poi lavorerà come Chrysler

    RispondiElimina
  12. Caro SJ Marchionne guadagna 6.800 volte più di un suo dipendente e lei se la prende con la FIOM ?
    Caro Mauro ho conosciuto personalmente Airaudo e se vuole potrei metterla in contatto con lui per organizzare una bella serata in città dove farsi raccontare la storia completa della FIAT ed esaminare nel gli accordi proposti da Marchionne. E' il migliore. Sulle sue 12 ore di lavoro tutto il rispetto possibile ma le assicuro che la fabbrica è un'altra cosa.
    Consiglio una bella lettura "Poveri, noi" di Marco Revelli (Einaudi) alle pg.43-44.
    Complimenti per il suo blog

    RispondiElimina
  13. Ovviamente lei parla delle poche fabbriche ancora aperte...
    Ma non era la Sinistra a dire che la globalizzazione è una risorsa? Marchionne vi ha solo preso in parola.
    Saluti
    Saint-Just

    RispondiElimina
  14. Caro Roberto, lei sa che io sono solo un dilettante che tiene aperto un blog e non avendo tesserino da giornalista non potrei organizzare un dibattito, non ne avrei titolo, se lei conosce Aiuraudo e propone questa cosa a qualche giornalista locale io sarei felice di essere sul palco, come ospite.
    Grazie naturalmente di tutti i commenti.
    Per quanto riguarda la trasmissione della Perego, sono stato avvertito da mia madre e sono andato in casa interrompendo il lavoro per circa 5 minuti, la Venegoni ha risposto ad una domanda della Perego che le chiedeva se era sindaco per davvero, lei ha detto si, poi non ho sentito niente altro.
    Ho poi ricevuto delle telefonate in cui mi si diceva che la Venegoni avrebbe annunciato le dimissioni, mi risulta invece abbia parlato di Albano e della Oxa, cose inerenti al suo lavoro,
    Voglio poi dire un'altra cosa visto che in questi giorni ho deciso di essere chiaro e di parlar chiaro come vi sarete accorti dai post.
    La Venegoni ha un lavoro ed è giusto che svolga questo lavoro, che a volte la porta in tv e non ci vedo nulla di male, che scandalo volete che sia apparire in tv e fare il suo lavoro? Non si puo' manco solo sempre pensare alle cose crescentinesi e ora mi faro' odiare ma lo devo dire:
    Fossi la Venegoni, avessi quel tipo di lavoro, avessi conoscenze cosi' importanti, non mi sarei mai reimpegolato nella piccola, noiosa scena politica crescentinese, in cui si è obbligati a rispondere a interpellanze ed interrogazioni di consiglieri di opposizione che cercano annaspando un po' di notorietà,
    guardando quei tre minuti di trasmissione oggi mi sono proprio detto MA MARINELLA CHI TE LO FA FARE, per lavoro incontra la Nannini, una grande donna che con coraggio fa una figlia ad una età non piu' verdissima e il giorno dopo magari deve fronteggiare Piolatto che le chiede perchè non è andata a messa.....non ci siamo, se io fossi nei panni di Marinella avrei già mandato tutti a quel paese.
    IL blogger

    RispondiElimina
  15. Ma blogger... se la sentisse Marchionne che interrompe il suo lavoro per vedere la Venegoni in Tv... sposterebbe la sua azienda in Canada!!!

    RispondiElimina
  16. caro anonimo, lo sa a che ora ho finito di lavorare stasera? alle 8 e ho mangiato alle 9, per un totale di 12 ore, cosa vuole che siano i 5 minuti che ho perso a guardare la Venegoni, i suoi aciduli commenti non mi abbattono, tra l'altro ho lavorato anche con una fastidiosa cervicale oggi, fossi stato in Fiat mi sarei messo in mutua
    il blogger

    RispondiElimina
  17. Mi perdoni l'ardire Blogger .. ma lei ha praticamente chiesto le dimissioni della Sindaca..
    Saint-Just

    RispondiElimina
  18. non dica cazzate saint just, io ho detto semplicemente che se io fossi la Venegoni avrei mandato tutti a quel paese, perche' come lei sa io ho un brutto carattere e se mi fossero rivolte certe interpellanze sarei mosso anche a dare due ceffoni ben meritati a chi fa perdere tempo con ste cazzate.
    Percio' non mi metto in politica, a lo dico a tutti coloro che mi incontrano per la strada, non sarei sicuro di trattenermi,,,,,ho un carattere troppo focoso e poco incline a sopportare , a differenza della Venegoni.
    Poi torniamo a Marchionne e lasciamo Perego alla Rai
    il blogger

    RispondiElimina
  19. ah saint just le devo una risposta sui capi comprati a milano:
    1 scarpe, disegnate in Italia,made in Tunisia
    2 pantaloni, disegnati in usa, fatti in messico
    3 maglia , disegnata e fatta in GRAN BRETAGNA

    RispondiElimina
  20. Quale garanzia da Marchionne che una volta raggiunto il 51 per cento dei si gli investimenti si faranno davvero?. E quale garanzia da che tra qualche anno comunque non porterà tutto all'estero?. Sembra che chi è per il no sia un emerito cretino. Che gente sti operai che si arrabbiano per dieci minuti in meno di pausa! Chi è in catena o in posti usuranti da un valore diverso a quei dieci minuti!... e poi, prendersela perchè non vengono pagate le prime 3 giornate di malattia... ingrati!. C'è chi per Fiat ci ha lasciato, salute e vita... ma chissenefrega!... e poi... operai che vogliono ancora il diritto allo sciopero... ah già è vero che la democrazia è ormai finita. Tre diritti in croce per i quali gente prima di noi si è battuta, buttati nel cesso. Invece di andare avanti si torna indietro. Io questi ricatti li vivo ogni giorno lavorando con contratti a termine, e mi permetta Mauro, so cosa significa lavorare come commerciante, non è da paragonare al lavoro in fabbrica... bisogna provare...
    Roberta.

    RispondiElimina
  21. Cara Roberta, mi creda che capisco cosa vuol dire lavorare in fabbrica, io non sto in mezzo al banco, ma uso le braccia, preparo merce, alzo pesi, faccio il magazziniere e saltuariamente il venditore, il mio non è lavoro di intelletto o di banco, ma di faticose braccia, il pomeriggio della vigilia di Natale, da solo, mi sono sobbarcato il riordino del magazzino, 400 metri quadri, ero distrutto, sono magro e mingherlino, alzare casse da 30 kg l'una le garantisco che è come catena di montaggio e il mio lavoro non ha orari, e non ha feste ,se c'è da fare c'è.
    Ecco perchè pur non piacendomi Marchionne, gli do ragione.
    Ah dimenticavo anche che il mio emolumento lo prendo quando c'è .....quindi anche monetariamente parlando beh.....c'è di meglio
    mauro

    RispondiElimina
  22. Non avevo dubbi Blogger che quello che ha acquistato non fosse prodotto in Italia. Vada a spiegarglielo ai soloni della sinistra e della Fiom che siamo alla rovina.
    S.J.

    RispondiElimina
  23. "Ma non era la Sinistra a dire che la globalizzazione è una risorsa?"

    Caro SJ io non sono "la Sinistra" ma "di Sinistra". Lo sono e lo sarò sempre per una questione di "classe". Io so esattamente da dove vengo e a quale classe appartengo. Non mi lascio infinocchiare da chi mi racconta che non ci sono più differenze ma solo un grande ceto medio dove tutti hanno le stesse possibilità. La Sinistra che ha detto quello che lei riporta (senza mai citare una fonte)non è quella per cui mi spendo tutti i giorni. Una cosa è certa le fabbriche non le chiude la Sinistra, non è mai stato così. Sa chi le chiude una certa imprenditoria miope e arraffona che negli anni in cui poteva investire in innovazione a preferito mettere in tasca i profitti e fuggire nei paradisi fiscali e ora chiede agli operai di morire per la sua mancanza di visione del futuro. Io al referendum non ci andrei proprio a votare.

    Ma la sua destra (sempre che lei sia di destra) cosa sta facendo per questa povera gente ? E' muta e lascia le mani libere a Marchionne. Complimenti.

    a presto

    roberto

    RispondiElimina
  24. Prodi, Veltroni, D'alema, Bersani, Franceschini .... ne vuole altri?
    Ma lei dove lavora.. se lavora?
    Ha letto da dove arriva la roba che ha acquistato il Blogger?
    Sono tutti prodotti che prima si producevano in Italia. Naturalmente lei saprà che la cinquecento, la panda e la maggior parte delle auto e dei componenti Fiat sono prodotti all'estero? Non lo sapevate prima? Dove eravate quando hanno chiuso la Teksid? Certo, in qualche modo si sono salvati gli operai che ci lavoravano, ma si sono perse tutte le possibilità di lavoro futuro.
    Ceca, miope e in malafede, questa è la Sinistra che a cui lei, sicuramente in buona fede, crede di appartenere.
    S.J.

    RispondiElimina
  25. Ma deve aggiungere, S.J., una frase: "secondo la mia opinione"

    RispondiElimina
  26. Secondo la realtà, non secondo me. Lei vive sul pianeta Terra o no?
    S.J.

    RispondiElimina
  27. Piccola nota informativa per chi si perde le trasmissioni Rai in cui si parla di Crescentino

    http://www.rai.tv/dl/replaytv/replaytv.html#day=2011-01-11&ch=1&v=45507&vd=2011-01-11&vc=1

    Andare al minuto 36.47
    Saluti
    S.J.

    RispondiElimina
  28. "Se la Fiat ha ogni diritto di spostare la sua produzione all'estero, gli italiani hanno un diritto ancora più grande di presentarle il conto.Per decenni i profitti degli Agnelli e dei grandi azionisti li hanno pagati i contribuenti italiani, dalla cassa integrazione quando la Fiat aveva i conti in rosso, ai contributi per le rottamazioni, agli incentivi per le fabbriche al Sud. Gli Agnelli, la cui voce non si è ancora sentita durante la trattativa, facciano pure armi e bagagli, ma prima paghino le decine di miliardi di cui sono debitori allo Stato italiano."

    RispondiElimina
  29. tutta fuffa... Marchionne fa solo ciò che il ns governo gli permette di fare... credete che sia meglio per tutti quelli che su suolo italiano sudano per multinazionali straniere? vengono qui come le cavallette..sfruttano e poi volano via...però per questi lavoratori nessuno parla e nessuno fa

    RispondiElimina
  30. il problema è che ognuno di noi può avere tutte le belle intenzioni di questo mondo, credere che quello che sta facendo Marchionne sia una grande porcheria, e quindi per ideologicamente dire di no, il fatto è che poi ci si scontra, banalmente, con il mutuo da pagare, la spesa da fare, i figli da crescere e allora, visto i chiari di luna, si dice si. Se fossi un lavoratore di mirafiori, magari non a cuor leggero, direi di si. Però ad un certo punto, qualcuno del nostro Governo qualche soldo indietro di cassa integrazione alla Fiat glielo dovrebbe chidere... Ne vanno delle pensioni di tutti gli altri che Fiat non sono ma che le trattenute in busta paga ce le hanno lo stesso..
    E secondo me, ancora peggio stanno tutti quelli che lavorano nelle piccole imprese, li non ci sono paracaduti, se il padrone chiude, tutti a casa, e nessuno ne parla....
    Aramis

    RispondiElimina
  31. "Certo, in qualche modo si sono salvati gli operai che ci lavoravano, ma si sono perse tutte le possibilità di lavoro futuro."

    Berlusconi, Bossi, Fini, Casini governano da decenni questo paese. E loro dove erano ? Se vuole impostare la discussione su questo livello padrone di farlo ma serve a poco. Vogliamo discutere con dati alla mano ? Sono pronto a dimostrarle che la situazione in cui ci troviamo è principalmente dovuto ad una classe imprenditoriale gretta, miope e perennemente assistita. I lavoratori pagano sempre per gli errori del management spietato e fighetto che incassa profitti più per le teste che decide di tagliare che per quelle da valorizzare. Sul fatto di essere uno che crede in buona fede alla sinistra le assicuro che si sbaglia. Io sono e sarò sempre di sinistra perché è una vera goduria !!! Ma lei si lasci andare e mi dia tre buoni motivi per votare la destra la prossima volta ! Sulla mia situazione ho già avuto modo di dirle che sono un lavoratore dipendente sempre pronto ad ingaggiare una gara di trasparenza con lei su reddito, proprietà, tenore di vita, così da vedere chi di noi due se la passa meglio.
    Al prossimo post con un po' di dati alla mano.
    cordialmente

    RispondiElimina
  32. Per SJ e gli entusiasti di Marchionne

    Nei giorni in cui la vicenda della FIAT di Pomigliano d'Arco dominava il dibattito pubblico l'economista Guido Ortona, ha fatto un interessante conto "in tasca" a Sergio Marchionne.
    Considerando che uno dei punti decisivi dell'accordo riguardava la riorganizzazione dei turni e la riduzione delle pause da 40 a 30 minuti, e che i 10 minuti rappresentano circa il 2% del monte ore lavorate, equivalenti in termini di organico alla giornata lavorativa di un centinaio di lavoratori sugli oltre 2000 occupati, il calcolo si sviluppava così: "Il costo di cento lavoratori [quello che appunto si risparmierebbe con l'entrata in vigore dell'accordo] è circa di tre milioni di euro all'anno, cioè meno di un terzo di quanto hanno ricevuto nel 2009 Marchionne e Montezemolo messi insieme. Se Montezemolo si accontentasse di ricevere 10.000 euro al giorno, e Marchionne si accontentasse di riceverne 9.100, si potrebbe dare lavoro a 100 operai in più". O continuare a permettere agli attuali dipendenti di Pomigliano di tirare il fiato per 40 minuti al turno anziché.
    fonte "Poveri, noi" di Marco Revelli (Einaudi, 2010, p. 105.

    meditate gente, meditate.

    RispondiElimina
  33. Tre motivi per votare destra?
    Una cosa per volta.. per ora le do mille motivi per votare la "questa" sinistra.
    Sui compensi ha perfettamente ragione, ma in italia di ladroni ce ne sono a milioni e non danno posti di lavoro.
    Pensi ai tanti professionisti ai quali si rivolge abitualmente e che oltre a spennarla non pagano le tasse. Sono quasi tutti di sinistra.
    S.J.

    RispondiElimina
  34. Caro SJ andiamo per ordine:

    I tre motivi li vorrei sapere al più presto così se si voterà a marzo magari ci faccio un pensierino.

    Inizi ad elencarmi alcuni dei mille motivi per non continuare a sbagliare votando a sinistra

    Sui professionisti mi son fatto una bella risata perché basta vedere le statistiche...o a Crescentino dentisti, geometri, notai, commercialisti, idraulici, consulenti son tutti comunisti ? Questa volta prendo in prestito Totò "Ma mi faccia il piacere mi faccia !"

    cordialmente

    roberto

    RispondiElimina
  35. Guardi meglio per cortesia.. e soprattutto guardi chi la rappresenta in Parlamento e nelle istituzioni. L'unico operaio che avete eletto è quel poveraccio bruciacchiato della Tyssen. Voi preferite eleggere Colaninno... complimenti. Ma mi facciate il piacere voi!
    Saluti
    S.J.

    ps
    Ricordatevi di avvisare Fassino che la banca che voleva prendersi non era la SanPaolo, visto che ora vuole tornare a Torino a tempo pieno non vorrei che quando entra in una filiale dicesse che la banca è la sua.

    RispondiElimina
  36. Gentile Sig. Roberto, ma se lei fosse un operaio di Mirafiori cosa farebbe? Ideologia e pancia vuota oppure, magari a malincuore, voterebbe si e continuerebbe a pagare il mutuo?
    Mi scusi, ma di gente di sinistra che parla a vanvera ce ne in giro tanta, alla resa dei conti, quello che conta è il coraggio della normalità di chi si piega, anche se non è giusto, anche se Marchionne e Montezemolo guadagnano come 100 operai.
    Aramis

    RispondiElimina
  37. domani avremo i risultati di questo referendum, il nervosismo è a mille, continuate a commentare sempre in modo civile e andiamo avanti con la discussione
    il blogger

    RispondiElimina
  38. Caro SJ

    "L'unico operaio che avete eletto è quel poveraccio bruciacchiato della Tyssen"

    questa non la commento perché dice tutto di lei.

    "Voi preferite eleggere Colaninno..."
    e voi Cosentino, è una questione di scelte. E se fossi in lei qualche problemino me lo farei ad essere rappresentato da certa gente. Però su questo sono certo che non mi risponderà, come è sua abitudine. Sto sempre aspettando tre buoni motivi per venire dalla sua parte.

    Gli operai non sono liberi in questo referendum farsa, se avete notato anche quelli che dicono di votare sì considerano negativamente l'accordo. L'unico sentimento che domina tutta la scena è la paura. Quando hai paura nulla conta. Ma è normale che chi lavora per un tozzo di pane debba anche vivere costantemente con la paura ?

    RispondiElimina
  39. che tristezza e...rabbia.
    gli italiani hanno regalato Alfa a Fiat e Marchionne la VENDE ai tedeschi, nel pacco potrebbe esserci anche IVECO !!!!!
    un cittadino

    RispondiElimina
  40. Gent. Aramis,
    io sono un lavoratore dipendente che ad oggi non ha problemi di impiego. Riesco solo ad immaginare il dramma degli operai FIAT e di tutti quelli che stanno per perdere o hanno perso la loro occupazione. Per questo ho il massimo rispetto per il risultato del referendum (prevedo una vittoria del sì). Non riesco comunque ad abituarmi a questa falsa logica del chiedere ai lavoratori di scegliere il destino dell'azienda. Preferisco i veri figli di p... che licenziano le persone prendendosi totalmente la responsabilità perché hanno l'effetto positivo di unire i lavoratori. Il sistema Marchionne è un meschino ed evidente strumento di divisione di chi lavora.

    Ma in questo paese, possibile che non si possa discutere dei diritti o delle vergognose diseguaglianze senza essere relegati a frange estremiste ? Mi spaventa di più l'essere rimasti in pochi ad essere disposti a rischiare tutto per difendere i diritti. E questa non è ideologia è realtà, è vita concreta, è futuro.
    Io sono anche disposto a piegarmi, come dice lei, ma di fronte ad imprenditori valorosi, umani, lungimiranti, rispettosi delle condizioni lavorative, onesti nelle proposte e capaci di ammettere gli errori. Spesso mi chiedo: l'operaio che si alzava alle tre di notte per montare la Duna, sapendo di assemblare un auto invendibile, in questi anni è stato licenziato. Vorrei sapere se progettisti e management che hanno dato il via a quella vettura sono ancora al loro posto. A pagare sono sempre i soliti.

    cordialmente

    RispondiElimina
  41. Ma che bravo.. visto che nelle altre fila ci sono persone impresentabili allora mettiamole anche noi.. è questo il suo ragionamento?

    Ma lei è di Sinistra? Sicuro? MA LO SA CHI E' COLANINNO? Quello dovrebbe rappresentare VOI, gli operai e chi fa fatica ad arrivare alla fine del mese... ai dibattiti ci va lui, quello parla a nome vostro, Cosentino almeno rappresenta se stesso e gli amici mafiosi che lo votano.
    Il deputato EX operaio Tyssen... fosse stato una persona seria non lo avrebbe fatto, invece ci ha marciato alla grande. Che ..azzo ha fatto da deputato?
    Comunque tenetelo da conto, è anche l'unico che faceva l'operaio che vi è rimasto.
    Saluti
    S.J.

    RispondiElimina
  42. saint just, cartellino giallo per l'espressione operaio bruciacchiato della Thissen, rispetto per quella tragedia, non trascendiamo e raccomando anche moderazione nei commenti di domani, quando saranno noti i risultati
    grazie a tutti per la passione con cui partecipate a questo forum aperto sul tema FIAT
    il blogger

    RispondiElimina
  43. Chiedo venia, l'espressione è un tantino infelice, ma voi l'avete visto l'onorevole Tyssen come si atteggia? Non tocca nemmeno più per terra.. non ho alcuna considerazione per personaggi del genere.
    A Crescentino ci sono centinaia di persone che alla Teksid hanno rischiato come e più degli operai Tyssen, sono eroi anche loro e non sono diventati onorevoli.
    S.J.

    RispondiElimina
  44. la gente di sinistra che parla a vanvera e vive nel passato e' quella che il portafoglio ce l'ha ben bene a destra, conti in banca all'estero, posti di lavoro ben pagati e non in fabbrica e pensioni d'oro.... si vergognino e non vengano a rompere con le loro ideologie

    un operaio che per ora un lavoro ce l'ha ancora

    RispondiElimina
  45. Fonte Ansa
    Operaio ai cancelli, piangendo ho votato si'
    14 gennaio, 20:12

    di Paolo Rubino

    TORINO - Un si' ''per il lavoro''. Si' all'accordo Fiat-sindacati per Mirafiori ''per la famiglia, per i miei figli''. 58 anni, 25 passati in fabbrica, un operaio ha il viso segnato dalle lacrime all'esterno dei cancelli 'due' su corso Tazzoli a Torino. E' rimasto la', in disparte, lontano dai rumorosi presidi dei sindacati, in silenzio, lasciando lo stabilimento subito dopo aver votato al referendum. Rappresenta tanti lontani da sigle sindacali e posizioni politiche: ''Abbiamo sentito tante persone importanti, le cose che hanno detto in tv, quello che dice Marchionne e quello che dice la Fiom. Ma in fabbrica ci siamo noi. E siamo noi a fare i conti a casa a fine mese. Non e' giusto, ma devo votare si'''.

    Anni alla linea di montaggio, ora addetto al collaudo. Pugliese, di Foggia, come tanti del Sud in fabbrica a Mirafiori. Antonio M. chiede di non citare il suo cognome: ''Da fuori non potete capire, dentro la vita e' difficile. Non ho detto nulla di male, ma qui per nulla si rischia un richiamo, di avere problemi''. Un si' piangendo'. ''Cosa potevo fare. Ci hanno scaricato questa responsabilita' , ma non e' giusto, come posso decidere io del futuro della fabbrica che mi da il lavoro per portare avanti la famiglia. Io devo pensare ai miei figli''. Il grande ha 22 anni, ''disoccupato, non trova lavoro''. La seconda ''studia, ha 18 anni, puo' avere una vita diversa''. L'accordo? ''E' sbagliato. Va bene lavorare di piu', va bene cambiare i turni, le pause, gli orari. Io sono pronto. Ma allora perche' devono mortificarci, toglierci i diritti. che c'entrano le malattie, gli scioperi, le rappresentanze''.

    Un si' per difendere il salario, ''1.200 euro al mese. E gia' dalla seconda settimana ogni mese devo tribolare. Mai pensato ad andare al ristorante, mai in vacanze, quei soldi non bastano neanche per quello che serve. Votando ho pensato alle bollette che arrivano a fine mese''. Come si vive a Torino con 1.200 euro? ''Malissimo''. Tanti la pensano cosi'. Laura, 58 anni, 32 alla linea di montaggio. Anche lei guarda da lontano i presidi ai cancelli, prima di entrare: ''E' una scelta difficile. Non so cosa faro': devo pensare a me, al lavoro, non a chi ha ragione o a chi ha torto. Non possiamo permettercelo. E' difficile: sono piemontese, questa fabbrica e' la vita di Torino, e' la nostra vita''. Pochi passi piu' in la' Paolo V., 4 figli, da 21 anni alla linea di montaggio, siciliano di Caltanisetta: ''Hanno ragione, come si fa a non pensare al lavoro, alla famiglia, ai figli. Ma io voto no: e' un ricatto, non e' giusto. Voto no''.

    RispondiElimina
  46. Fonte ANSA

    Operaio ai cancelli, piangendo ho votato si'
    14 gennaio, 20:12


    di Paolo Rubino

    TORINO - Un si' ''per il lavoro''. Si' all'accordo Fiat-sindacati per Mirafiori ''per la famiglia, per i miei figli''. 58 anni, 25 passati in fabbrica, un operaio ha il viso segnato dalle lacrime all'esterno dei cancelli 'due' su corso Tazzoli a Torino. E' rimasto la', in disparte, lontano dai rumorosi presidi dei sindacati, in silenzio, lasciando lo stabilimento subito dopo aver votato al referendum. Rappresenta tanti lontani da sigle sindacali e posizioni politiche: ''Abbiamo sentito tante persone importanti, le cose che hanno detto in tv, quello che dice Marchionne e quello che dice la Fiom. Ma in fabbrica ci siamo noi. E siamo noi a fare i conti a casa a fine mese. Non e' giusto, ma devo votare si'''.

    Anni alla linea di montaggio, ora addetto al collaudo. Pugliese, di Foggia, come tanti del Sud in fabbrica a Mirafiori. Antonio M. chiede di non citare il suo cognome: ''Da fuori non potete capire, dentro la vita e' difficile. Non ho detto nulla di male, ma qui per nulla si rischia un richiamo, di avere problemi''. Un si' piangendo'. ''Cosa potevo fare. Ci hanno scaricato questa responsabilita' , ma non e' giusto, come posso decidere io del futuro della fabbrica che mi da il lavoro per portare avanti la famiglia. Io devo pensare ai miei figli''. Il grande ha 22 anni, ''disoccupato, non trova lavoro''. La seconda ''studia, ha 18 anni, puo' avere una vita diversa''. L'accordo? ''E' sbagliato. Va bene lavorare di piu', va bene cambiare i turni, le pause, gli orari. Io sono pronto. Ma allora perche' devono mortificarci, toglierci i diritti. che c'entrano le malattie, gli scioperi, le rappresentanze''.

    Un si' per difendere il salario, ''1.200 euro al mese. E gia' dalla seconda settimana ogni mese devo tribolare. Mai pensato ad andare al ristorante, mai in vacanze, quei soldi non bastano neanche per quello che serve. Votando ho pensato alle bollette che arrivano a fine mese''. Come si vive a Torino con 1.200 euro? ''Malissimo''. Tanti la pensano cosi'. Laura, 58 anni, 32 alla linea di montaggio. Anche lei guarda da lontano i presidi ai cancelli, prima di entrare: ''E' una scelta difficile. Non so cosa faro': devo pensare a me, al lavoro, non a chi ha ragione o a chi ha torto. Non possiamo permettercelo. E' difficile: sono piemontese, questa fabbrica e' la vita di Torino, e' la nostra vita''. Pochi passi piu' in la' Paolo V., 4 figli, da 21 anni alla linea di montaggio, siciliano di Caltanisetta: ''Hanno ragione, come si fa a non pensare al lavoro, alla famiglia, ai figli. Ma io voto no: e' un ricatto, non e' giusto. Voto no''.

    RispondiElimina
  47. "la gente di sinistra che parla a vanvera e vive nel passato"
    abbia un po' di rispetto e si informi meglio e scoprirà parole pesanti dette in questi anni dalla sinistra sulla questione del lavoro, di cui non conosce nulla. Meglio le fanfaronate sparate da Bossi e Berlusconi che hanno migliorato tanto la vita dei lavoratori. Sveglia perché quelli stanno con quelli che poi spediscono le lettere di licenziamento. E si ricordi che il passato di cui parla lei è quello che le fornisce quotidianamente quelle protezioni che danno dignità alla sua vita: si chiamano DIRITTI. Saluti da un lavoratore di sinistra, che lotterà anche per lei quando si tratterà di difendere i diritti perdendoci anche soldi e che il conto in banca (magro) ce l'ha in Italia dove paga le tasse fino all'ultimo centesimo.

    roberto

    RispondiElimina
  48. Ma che bravo.. visto che nelle altre fila ci sono persone impresentabili allora mettiamole anche noi.. è questo il suo ragionamento?

    No il mio ragionamento è che ognuno mette in lista chi vuole ma invito tutti a digitare su google COLANINNO e poi COSENTINO e allora mi permetta ma sono io che le giro la domanda MA LO SA CHI E' COSENTINO. E poi non capisco perché Colaninno rappresenterebbe indegnamente l'intero "popolo" di sinistra e Cosentino solo se stesso e i suoi amici mafiosi. Sveglia SJ quello rappresenta tutti noi (purtroppo).

    Ho visitato il sito www.matteocolaninno.it....ne deve mangiare di pagnotte prima di raggiungere il curriculum del "suo" onorevole Cosentino.

    cordialmente

    roberto

    RispondiElimina
  49. Fonte Wikipedia

    Antonio Boccuzzi (Torino, 27 luglio 1973) è un deputato italiano.

    Figlio di immigrati pugliesi giunti a Torino in cerca di occupazione. Ha lavorato per 13 anni come operaio allo stabilimento ThyssenKrupp Acciai Speciali Terni SpA di Torino[1] ed è stato sindacalista della UILM. Dal 29 aprile 2008 è Deputato della Repubblica Italiananel gruppo parlamentare del Partito Democratico, eletto nella circoscrizione elettorale Piemonte 1.
    Attività parlamentare [modifica]

    Antonio Boccuzzi ha presentato una proposta di legge, come primo firmatario, per l'istituzione di un Giorno della memoria delle vittime sul lavoro e altre disposizioni per l'informazione sui problemi della sicurezza sul lavoro.

    Come cofirmatario, ha presentato proposte legate principalmente al mondo del lavoro: contrasto dello sfruttamento lavorativo degli immigrati clandestini, facilitazioni al prepensionamento di addetti a lavori usuranti, cumulo prestazioni erogate dall'INPS e dall'INAIL, contrasto del mobbing, norme a sostegno del redditto di lavoratori esclusi dagli ammortizzatori sociali, armonizzazione della disciplina in materia di lavoro flessibile, tutela dei lavoratori esposti all'amianto.

    A queste proposte ne vanno aggiunte altre, su tematiche come infrastrutture, immigrazione, contrasto alle discriminazioni sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere, misure per la valorizzazione dei piccoli comuni con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti e inserimento dei sordi nella vita collettiva[2].

    RispondiElimina
  50. Fonte Wikipedia


    Nicola Cosentino (Casal di Principe, 2 gennaio 1959) è un politico italiano, coordinatore regionale de Il Popolo della Libertà in Campania.
    Ancora studente alla facoltà di giurisprudenza, comincia ad appassionarsi alla politica e ottiene il suo primo incarico.

    È parente acquisito di diversi camorristi: suo fratello Mario è infatti sposato con Mirella Russo, sorella del boss dei casalesi Giuseppe Russo (detto Peppe O' Padrino), che sta scontando un ergastolo per omicidio e associazione mafiosa; un altro fratello, Giovanni, è sposato con la figlia del boss Costantino Diana, poi deceduto[1]. Ha 3 figli.

    È uno degli eredi della società attiva nel commercio di gas e carburante fondata dal padre, detto O'mericano per i rapporti commerciali con le basi americane. Avrebbe in seguito ereditato dal padre anche il soprannome. È attualmente fuori dalla gestione della società, condotta dai fratelli Giovanni, Mario e Antonio[1].


    È stato riconfermato con Forza Italia alla Camera dei Deputati nelle successive consultazioni del 2001 e del 2006, e poi in seno al Popolo della Libertà nel 2008 per la circoscrizione "Campania 2". Durante quest'ultimo incarico da deputato, dal 12 maggio 2008 Cosentino è stato nominato Sottosegretario di Stato all'Economia e alle Finanze del quarto Governo Berlusconi.

    Nel novembre 2009, dai magistrati inquirenti fu inviata alla Camera dei deputati una richiesta di autorizzazione a procedere per l'esecuzione della custodia cautelare per il reato di concorso esterno in associazione camorristica[5][6][7].
    Il 28 gennaio 2010 la Corte di Cassazione confermò le misure cautelari a carico di Cosentino[10]. Il 19 febbraio la richiesta di dimissioni dagli incarichi fu respinta da Silvio Berlusconi[11].

    Il 22 settembre 2010 la Camera dei Deputati ha negato, con scrutinio segreto, l'autorizzazione all'uso delle intercettazioni telefoniche di Cosentino, richiesta dai pm di Napoli (308 no contro 285 sì). La richiesta di voto era stata inoltrata per ulteriore fiducia alla Camera dal presidente della Commissione Bicamerale di controllo degli Enti di previdenza e del Comitato per la Legislazione, il finiano Antonino Lo Presti, dopo che la stessa commissione si era espressa contro l'autorizzazione[12].
    L'eolico in Sardegna e la "nuova P2" [modifica]

    [...] La scelta di rassegnare le dimissioni dai suoi incarichi istituzionali è maturata a seguito delle critiche mosse dall'ala finiana del Pdl, che lo aveva già in passato sollecitato a dimettersi dalla carica di sottosegretario. Critiche agli iniziali tentavi di mantenere i propri incarichi, nonostante l'emersione dei fatti inerenti allo scandalo intorno alla "nuova P2", che lo vedrebbero direttamente coinvolto, sono giunte, nello stesso giorno, anche dal quotidiano milanese, il Corriere della sera. Le dimissioni di Cosentino hanno fatto seguito, inoltre, alla scelta operata dal Presidente della Camera Gianfranco Fini di calendarizzare, per la settimana successiva al giorno della presentazione delle dimissioni, la mozione di sfiducia contro di lui(firmata da Partito Democratico, Italia dei Valori e Unione di Centro).Il 22 settembre 2010 la Camera dei deputati ha negato l'uso delle intercettazioni nelle indagini di Roma[18].

    RispondiElimina
  51. Fonte Wikipedia

    Nicola Cosentino (Casal di Principe, 2 gennaio 1959) è un politico italiano, coordinatore regionale de Il Popolo della Libertà in Campania.
    Ancora studente alla facoltà di giurisprudenza, comincia ad appassionarsi alla politica e ottiene il suo primo incarico.

    È parente acquisito di diversi camorristi: suo fratello Mario è infatti sposato con Mirella Russo, sorella del boss dei casalesi Giuseppe Russo (detto Peppe O' Padrino), che sta scontando un ergastolo per omicidio e associazione mafiosa; un altro fratello, Giovanni, è sposato con la figlia del boss Costantino Diana, poi deceduto[1]. Ha 3 figli.

    È uno degli eredi della società attiva nel commercio di gas e carburante fondata dal padre, detto O'mericano per i rapporti commerciali con le basi americane. Avrebbe in seguito ereditato dal padre anche il soprannome. È attualmente fuori dalla gestione della società, condotta dai fratelli Giovanni, Mario e Antonio[1].
    È stato riconfermato con Forza Italia alla Camera dei Deputati nelle successive consultazioni del 2001 e del 2006, e poi in seno al Popolo della Libertà nel 2008 per la circoscrizione "Campania 2". [...]

    Nel novembre 2009, dai magistrati inquirenti fu inviata alla Camera dei deputati una richiesta di autorizzazione a procedere per l'esecuzione della custodia cautelare per il reato di concorso esterno in associazione camorristica[5][6][7].
    Il 28 gennaio 2010 la Corte di Cassazione confermò le misure cautelari a carico di Cosentino[10]. Il 19 febbraio la richiesta di dimissioni dagli incarichi fu respinta da Silvio Berlusconi[11].
    Il 22 settembre 2010 la Camera dei Deputati ha negato, con scrutinio segreto, l'autorizzazione all'uso delle intercettazioni telefoniche di Cosentino, richiesta dai pm di Napoli (308 no contro 285 sì). La richiesta di voto era stata inoltrata per ulteriore fiducia alla Camera dal presidente della Commissione Bicamerale di controllo degli Enti di previdenza e del Comitato per la Legislazione, il finiano Antonino Lo Presti, dopo che la stessa commissione si era espressa contro l'autorizzazione[12].
    L'eolico in Sardegna e la "nuova P2" [modifica]
    [...] La scelta di rassegnare le dimissioni dai suoi incarichi istituzionali è maturata a seguito delle critiche mosse dall'ala finiana del Pdl, che lo aveva già in passato sollecitato a dimettersi dalla carica di sottosegretario. Critiche agli iniziali tentavi di mantenere i propri incarichi, nonostante l'emersione dei fatti inerenti allo scandalo intorno alla "nuova P2", che lo vedrebbero direttamente coinvolto, sono giunte, nello stesso giorno, anche dal quotidiano milanese, il Corriere della sera. Le dimissioni di Cosentino hanno fatto seguito, inoltre, alla scelta operata dal Presidente della Camera Gianfranco Fini di calendarizzare, per la settimana successiva al giorno della presentazione delle dimissioni, la mozione di sfiducia contro di lui(firmata da Partito Democratico, Italia dei Valori e Unione di Centro).Il 22 settembre 2010 la Camera dei deputati ha negato l'uso delle intercettazioni nelle indagini di Roma[18].

    RispondiElimina
  52. HO VISTO......

    Ho visto gente che: o"oh, mi serve la radio della uno" e che problema c'è te la porto fuori io dai cancelli...

    Ho visto gente che: "mi son fatto gli attrezzi nuovi dal reparto vedessi che figata...

    Ho visto gente che: "dottore ho mal di testa mi da dei giorni? certo, quanti te ne servono?"

    Ho visto gente che: " te quando rientri dopo le feste? io? io mi prendo ancora 3 o 4 giorni dico che ho mal di schiena e tu? Io?io ho il negozio, devo aprire"

    Ho visto gente che: "mio padre faceva un sacco di straordinari, si è fatto il culo quando siam saliti dal sud, e ora mi ha lasciato la casa che si è comprato lavorando? Io? Io col cazzo che piuttosto mi metto in mutua, tanto la casa ce l'ho"

    Ho visto gente che: "il padrone è un bastardo, pero' lo stipendio lo paga pure se non faccio un cazzo"

    Il signor Marchionne si è stufato di una certa classe Lavorativa che non ha voglia di fare un tubo e ha giustamente posto dei paletti.
    All'estero si lavora, e si lavora mooooolto megli che qui.
    Ha preso FIAT che produceva DUNA E THESIS e l'ha risanata, per cui tanto di cappelllo.

    Il sindacalista medio ha poca voglia di lavorare e degli interessi degli operai non se ne puo' fregar di meno.

    Per fortuna ha vinto il 55% di persone che ancora hanno voglia di lavorare.

    RispondiElimina
  53. hanno vinto i SI'.ù

    Marchionni , secondo me , sperava nella vittoria dei No

    RispondiElimina
  54. signor Roberto guardi che sono di sinistra anche io ma ho imparato sulla mia pelle che i diritti di cui parla lei servono solo a proteggere i fagnani - impari a rispettare le idee altrui, se non sono daccordo con lei vuole per forza dire che io sono di destra?......

    RispondiElimina
  55. io difendo il diritto al lavoro, poi ci vuole la meritocrazia, non i sindacati

    RispondiElimina
  56. Cinicamente parlando, tolta una piccola parte di idealisti irriducibili, molti di quelli che hanno votato per il NO erano convinti di cadere in piedi comunque andasse, sperando in prepensionamenti, mobilità e quant'altro. Vi ricordo che l'età media degli operai di Mirafiori è piuttosto elevata.
    I sacrifici che sono stati loro chiesti sono minimi rispetto alla situazione attuale, chi ci rimette di più sono i sindacati ed i sindacalisti.
    Diversamente non si poteva fare, possiamo dire tutto quello vogliamo e condannare la Fiat, ma la realtà è che la fabbrica e tutto l'indotto avrebbero chiuso. Ci vuole un cambio di mentalità a tutti i livelli. Certo che Marchionne sperava nel No... e la Fiom lo voleva accontentare? Ma è dalla parte dei lavoratori o di Marchionne?
    Saint-Just

    RispondiElimina
  57. Ho visto anch'io tutto quello che ha visto pro-fiat e tante altre cose. Era chiaro che sarebbe passato il si. La cassa integrazione ha pesato troppo negli ultimi anni sugli stipendi.La mia speranza per questi operai è che capiscano che la difficoltà a cui vanno incontro potrebbe essere trasformata in occasione di crescita professionale, almeno per chi ha voglia di lavorare.Sono fermamente convinta che l'operaio italiano in molti campi è il miglior produttore di qualità nel proprio ruolo. Impara in fretta e spesso dà una collaborazione nella resa della sua mansione che migliora il modo di operare a differenza degli altri operai di altri paesi fuori dall'Europa. E per concludere vorrei dare una opinione sul comportamento del sindacato in questa occasione, chi ha firmato l'accordo sa di aver preso una importante responsabilità insieme agli operai e che segnerà un nuovo inzio per l'industria italiana, spero solo che siano capaci di affrontare questa sfida.Per quelli della fiom spero invece che si facciano un esame di coscienza e capiscano che il loro atteggiamento sempre CONTRO IL PADRONE almeno per una parte della classe operaia non è più accettabile .

    RispondiElimina
  58. "I sacrifici che sono stati loro chiesti sono minimi rispetto alla situazione attuale, chi ci rimette di più sono i sindacati ed i sindacalisti"

    caro SJ non so se lei si atteggi a cinico o se lo è per davvero ma certe affermazioni potrebbe risparmiarsele. Sa qual'è l'unica cosa che non è mai mancata agli schiavi ? Il lavoro !!!

    roberto

    RispondiElimina
  59. Qui non ci vogliamo capire.
    Cosentino dicono essere un farabutto, e come lui tanti altri schierati fra i vari poli, ma rappresentano il loro elettorato, cioè clientele e interessi particolari, leciti o meno leciti.

    Ora, spiegatemi chi rappresenta COLANINNO, cioè il figlio latte e miele di cotanto padre.. cioè un PADRONE ed un affarista che ne ha combinate di tutti i colori (Infostrada, Telecom..ecc)
    Quello lì rappresenta VOI.
    Ah... Berlusconi e Bossi le sparano grosse.. ma voi rasentate il ridicolo a far rappresentare la classe operaia dal padrone.
    Mi ricordate per favore come si sono espressi i vostri Colaninno, Veltroni, Franceschini e compagnia sulla vicenda Fiat? Non me lo ricordo...
    Saluti
    Saint-Just

    RispondiElimina
  60. Sig.Roberto, non se la prenda ma rispetto molto di più i lavoratori che pur sapendo che non era giusto, che si piegavano ai "padroni" hanno votato si. Invece quelli come lei, che sono idealisti, che a parole fanno le battaglie per tutti anche questa volta sono salvi, qualcun'altro, ha salvato anche loro.
    Visti, i tempi,ho la fortuna di lavorare per una socità che sta andando bene e quindi almeno per il momento noi dipendenti non siamo posti davanti al dilemma di fare i duri e puri o scegliere di pagare il mutuo. Avrei votato si. Ma ripeto, a chi ha votato si va tutto il mio rispetto, come anche a quei sindacati che hanno capito il momento difficile e con i lavoratori si sono sobbarcati il peso di dire si.
    Quelli che non hanno firmato che stanno facendo? Cercano un modo per entrare comunque in fabbrica... evviva la coerenza!
    Aramis

    RispondiElimina
  61. cosentino e colaninno non entrano nel discorso della Fiat e del referendum, se non finiamo in politica non siamo contenti.....
    comunque ha vinto il si, di misura, ma ha vinto, come avevo già detto io avrei votato si, ma ribadisco che Marchionne non mi piace, non mi piacciono i suoi metodi e i suoi modi da squalo, forse è inevitabile , ma avrei preferito che il governo italiano ci avesse messo un po' di bocca, ma forse berlusconi aveva altro da fare.....
    mauro novo

    RispondiElimina
  62. Eugenio Scalfari per La Repubblica...
    Ezio Mauro, nel suo articolo di venerdì scorso su questo stesso argomento, ha segnalato che - a detta dello stesso Marchionne - il costo del lavoro dell'automobile grava per il 7 per cento sul costo totale.
    È evidente a tutti che non si risolve una crisi di queste proporzioni riducendo quel 7 per cento ed è altrettanto evidente che i rappresentanti dei lavoratori hanno il diritto di sapere come è composto il restante 93 per cento e quali misure vengono prese per ridurlo.

    vogliamo vedere il lato giusto del problema...
    un cittadino

    RispondiElimina