venerdì 26 marzo 2010

L'INCONTRO CON IL DOTTOR GHISOLFI DI MOSSI E GHISOLFI


Primo contatto oggi all'auditorium Angelini con il dottor Ghisolfi della Mossi e Ghisolfi, con la cittadinanza Crescentinese, abbastanza numerosa nonostante l'ora non proprio consona.

Mossi e Ghisolfi ha il progetto di costruire una centrale bioetanolo di seconda generazione, progetto di cui si parla da mesi e che oggi è stato illustrato per la prima volta in modo abbastanza esauriente.

La sindaca Venegoni ha aperto la serata con una prolusione in cui ha fatto notare che un progetto completo non è stato ancora presentato, che tutti si era li ad ascoltare attentamente Ghisolfi e che, comunque , il tutto, verrà valutato tenendo ben in conto pro e contro con una particolare attenzione alla salute dei cittadini.

A moderare il meeting il dottor Cavallo di Alba , della cooperativa Erica che agisce in ambito eco ambientale.

Ghisolfi ha in circa un'ora di discorso dato parcchie informazioni, aiutandosi con uno schermo con slide, dati tecnici, cifre, osservazioni, non di facilissimo comprendonio, ma cerco in parole molto semplici di sintetizzare per chi non era presente cio' che ha detto.

In primis Ghisolfi ha affermato di lavorare a questo progetto da anni, di aver fatto errori, di aver cambiato anche idea dopo un tentativo fallito di costruire una prima centrale bioetanolo di prima generazione (che andava a mais) nei dintorni di Tortona, di essersi anche posto remore morali ad usare il mais che è un cereale alimentare. Ghisolfi ha quindi detto di aver imparato da questi errori, aggiungendo che il progetto poteva comunque andare avanti, per poi , in corso d'opera trasformarsi in un impianto di seconda generazione, ma non ha potuto completarlo perchè nei pressi del luogo prescelto c'era una polveriera i cui proprietari erano contrari alla costruzione di siffatta centrale nei loro pressi.

La tempistica della presentazione del progetto di questa nuova centrale (definito da Ghisolfi, il suo progetto della vita) prevede che entro fine aprile venga presentato un progetto al comune e agli organi preposti, ci sono trattative avanzate per l'acquisizione del terreno in area ex Teksid , se tutto verrà approvato i tempi di costruzione andranno dai 12 ai 15 mesi, sperando di poter essere operativi entro la fine del 2011, l'impianto avrà circa 100 addetti, non solo chimici, anzi, ci sarà bisogno di tecnici, elettricisti, personale d'ufficio, ecc ecc.

L'impianto sarà di avanguardia perchè ricaverà etanolo bruciando paglia di grano e in seguito di riso, ma un vegetale all'optimum sarebbe un tipo di canna arundo, che non si coltiva qui, ma si potrebbe piantare in seguito.

Una spiegazione molto tecnica è stata poi fatta sulla sostenibilità dei vari biocarburanti, alcuni bruciano troppo co 2 e non sono ecosostenibili, invece i tre sopracitati hanno un quoziente di qualità altissimo.

Si è parlato poi molto di Brasile, visto che questo paese è all'avanguardia nei biocarburanti, ma è una esperienza quella che non è applicabile al nostro paese, avendo questa grande nazione immense terre di coltivazione che l'Italia non ha.

Sono stati mostrati al pubblico alcune boccette di questo etanolo già prodotto in un impianto base, dove viene anche coltivata quella particolare canna di cui ho parlato poco fa.

Su questo progetto sono stati investiti 120 milioni di euro in 5 anni, la Regione Piemonte ci ha creduto molto e ha messo 15 milioni di euro, non verranno naturalmente bruciati rifiuti (come qualcuno poteva pensare) ma solo paglia di grano o di riso.

La centrale occuperà 150 mq in area ex Teksid, un precontratto è già stato firmato con ILVO, attuali proprietari.

La parola è stata data al pubblico, Paolo Mosca, fratello del Consigliere Comunale Gian Maria Mosca, agricoltore, ha polemizzato fortemente con Ghisolfi, secondo Mosca non c'è sufficiente paglia di grano o di riso nelle vicinanze, e non c'è nemmeno la volontà di vendere quella che c'è, Mosca ha rivelato di aver fatto personalmente delle telefonate alle associazioni di agricoltori che secondo lui, erano all'oscuro del progetto.

Ghisolfi ha ribattuto il contrario e si è detto piu' volte sicuro che troverà la materia prima, e che non si butta in un progetto simile senza sapere a cosa va incontro.

Mosca allora ha puntato l'indice contro gli aumenti che la paglia potrebbe avere , perchè richiesta in gran quantità, Ghisolfi ha ribattuto prontamente di aver, nei suoi studi, previsto cio'.

Ghisolfi ha poi sgombrato il campo dal sospetto che l'impianto possa essere usato come un termovalorizzatore brucia rifiuti, smentendo che nella caldaia possano essere bruciati altri materiali se non i residui agricoli di cui si è parlato, anche perchè non ci sarebbero le autorizzazioni .

Ad una domanda sui mezzi di trasporto usati per portare il materiale Ghisolfi ha detto che sarà usata la ferrovia in modo esclusivo.

Riccardo Acqaviva di Futuro e Liberta' ha posto l'accento sulla ricaduta occupazionale, sulla bonifica dell'area e sull'effettivo mercato che il prodotto finito potrebbe avere.

Ghisolfi ha ribadito la questione del centinaio di addetti, ha detto che sta aspettando i dati definitivi della bonifica (pare comunque siano positivi i primi riscontri) e che c'è molto mercato per il prodotto. Ghisolfi ha poi voluto sottolineare che non ci sono alternative a Crescentino e che il progetto, se nascerà, lo si farà nascere qui.

Magda Balboni, consigliere della Lista Piolatto Lega Nord ha chiesto cosa è cambiato dal primo progetto che era abortito e ha voluto capire qualcosa sui residui di lavorazione e sulle ceneri.

Ghisolfi ha detto che l'impianto precedente non è stato costruito per la vicinanza al sito di una polveriera, le ceneri e i fanghi verranno trattati come vengono trattati i rifiuti speciali, il sito emetterà vapore acqueo, l'acqua usata sarà riciclata , comunque tutte le emissioni interne ed esterne, verranno attentamente valutate e calcolate in sede di presentazione del progetto dettagliato.

Nessuno ha fatto una domanda specifica sui danni che potrebbero derivare dalle emissioni, cioe' sulla nostra salute, anche se Ghisolfi ha escluso emissioni importanti, anche questa sarà valutata in sede di progetto?

La sindaca in una confidenza fattami si è detta sorpresa che si sia discusso di piu' di prezzo dei residui agricoli che di rischi salute, la frase è stata riportata anche in ottima evidenza sul suo blog Amare Crescentino.

Sono certo comunque che proprio dell'argomento salute, odori e quanto segue , sentiremo parlare nei prossimi incontri a cui Ghisolfi si è detto disponibilissimo.

Mauro Novo
mauroatlarge@aol.it

6 commenti:

  1. mauro ti sei perso la domanda sulle emissioni in atmosfera fatta dalla consigliere Balboni alla quale Ghisolfi ha rispost:

    "tranne una modesa quantità di NOx non ci sarà nessuna emissione di inquinanti"

    Gli NOx sono ossidi di azoto derivanti dalla combustione (anche il nostro camino e le nostre sigarette li producono) e sono regolamentati per legge...oltre un certo limite non si può andare.
    Suppongo che le torri evaporative emetteranno in atmosfera anche un po' di vapore acqueo ma quello non è certo un inquinante.

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  2. Caro Mauro,
    ieri sera temo che si sia perso di vista il vero obbiettivo delle mie domande.
    Per iniziare il dott. Ghisolfi ha fatto una ampissima (1ora)lezione di ecologia ineccepibile sotto il profilo ambientale, ma che in specifico del progetto di Crescentino non parlava; terminata l'introduzione si è passati alla spiegazione che un impianto come quello che vuole essere costruito è di per sé “verde” perche si basa sullo sfruttamento di BIOMASSE LOCALI. Ora, lungi da me è fare un discorso sui prezzi della materia prima, invece importantissimo risulta porre attenzione al fatto che secondo me, prima di parlare di costruzione di un impianto industriale di quella portata che dovrebbe funzionare a BIOMASSA LOCALE ci si dovrebbe sincerare della disponibilità assoluta e perpetrata nel tempo della materia prima, io almeno lo farei.
    E' come dire che voi vi comperate la automobile a metano dicendo che conviene avendo letto il prezzo del metano su internet, senza considerare che il distributore di Crescentino non funziona, quello di Chivasso funziona a volte e per fare il rifornimento bisogna andare a Torino ogni volta;
    Qui sta succedendo la stessa cosa, facciamo un super impianto che dovrebbe utilizzare biomassa limitrofa senza che nessun agricoltore ancora ne sappia nulla e in più sventolando il benestare delle associazioni degli agricoltori piemontesi. Bene, io queste associazioni (Confagricoltura e Coldiretti, non Cia perchè non ho avuto abbastanza tempo) mi sono fatto premura di contattarle una ad una (sedi provinciali Vercelli Torino Alessandria e sede regionale) e vi posso garantire che con nessuna di esse vi è uno straccio di accordo di fornitura.
    La seconda domanda era incentrata sul tipo di termovalorizzatore che verrà installato e sul tipo di materiale bruciabile al suo interno,e qui la risposta è stata al momento rassicurante, ovviamente andrà verificato esattamente quanto affermato, ovvero che quel tipo di impianto viene costruito ad hoc per bruciare il loro scarto di fermentazione verde.
    Su questo c'è tempo per informarsi meglio quando verrà presentato il progetto, per ora attendiamo. Mi fa piacere che si sia detto così ma meglio tenere le antenne diritte.

    Sgomberiamo il campo da affermazioni del tipo Paolo Mosca il fratello del consigliere.... ha attaccato duramente... io sono un agricoltore, lavoro anche all'università di agraria in un progetto che tra le altre cose studia il destino del residuo organico di riso nel suolo nel tempo, calcolandone i benefici nel lungo periodo e mi permetto di far notare alcuni aspetti; il mio non è un attacco, voglio mettere i "puntini sulle i" e capire meglio alcune cose, dopodiché superati questi punti, credo che questo progetto sia ottimo e non è detto che se ad un prezzo (che ad oggi non si conosce) vantaggioso per i cerealicoltori anche io non decida di conferire anche la mia di paglia (il prezzo deve essere superiore al beneficio economico ed ambientale che avrei lasciando la paglia al suolo) .
    Chiedo solo certezza di utilizzo di materia organica locale (200.000 tonnellate equivalenti a circa 50.000-60.000 ettari che significano l’80% delle risaie piemontesi) e certezza del tipo di impianto di termovalorizzazione, chiedo solo certezze riscontrabili e non ipotesi.


    Paolo Maria Mosca

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  3. vorrei tanto dire a tutti gli agricoltori che si lamentano, che puntano il dito, che dicono sempre no, che allora cosa dovremmo dire di tutta la m...a che abbiamo bevuto e respirato grazie ai prodotti chimici usati nelle coltivazioni? la provincia di vc non è la prima per tasso di mortalità dovuti a tumori mica per la ghisolfi & c. Non c'è progetto di questo tipo che non abbia pro e contro...però..se abbiamo tollerato un impianto di stravecchia generazione come quello della teksid (e l'avremmo tollerato ancora se non avesse chiuso) perchè non tollerare qualcosa che comunque sarà migliore di ciò che c'era?

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  4. Quello del distributore ovviamente è un esempio

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  5. Qundi anonimo ho capito bene? Siccome la teksid ha inquinato perchè non metterci il nuovo inceneritore provinciale, mi pare non faccia una piega, complimenti.
    Io dico accogliamo il progetto a brccia aperte, ci diano solo la garanzia assoluta che sia migliore.

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  6. paolomaria sull'inceneritore mi pare che ghisolfi sia stato molto chiaro.

    vogliamo risollevare questo paese o siamo ancora convinti che si possa vivere di agricoltura e fabbriche meccaniche?
    su entrambe i cinesi ci battono.

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