venerdì 5 giugno 2015

LA FAVOLA DEL WEEK END : RAPERONZOLO BY D'ANGELO




Cari lettori, ecco a voi un’altra fiaba famosa, e cioè RAPERONZOLO (dei fratelli Grimm). E, come al solito, un po’ di analisi filologica e comparativa. Anche qui, come in Cappuccetto Rosso e nella Bella Addormentata vediamo dei risvolti che hanno a che fare con il mondo degli adulti e non certo (solo) dei bambini. Le note sono importanti perché ricostruiscono l’ambiente culturale nel quale nasce una fiaba. 
Buona lettura. 
M. D’ANGELO

C'era una volta un uomo e una donna che da molto tempo
desideravano invano un bimbo (abbiamo anche qui l’attesa di un bambino, come in Biancaneve e nella Bella Addormentata, ma, a differenza di queste, non si parla di Re e Regine). Finalmente la donna scoprì di essere in attesa. Sul retro della loro casa c'era una finestrella dalla quale si poteva vedere nel giardino di una maga, pieno di fiori ed erbaggi di ogni specie. Nessuno, tuttavia, osava entrarvi.

Un giorno la donna stava alla finestra e, guardando il giardino vide dei meravigliosi raperonzoli in un'aiuola (il raperonzolo si distingue per via delle caratteristiche radici che lo rendono simile alla rapa. I fiori, come suggerito dal nome stesso della famiglia d'appartenenza, cioè le campanule,  sono lilla, azzurri o biancastri con una caratteristica forma a campana, rivolta verso l'alto). Subito ebbe voglia di mangiarne e, siccome sapeva di non poterli avere, divenne magra e smunta a tal punto che il marito se ne accorse e, spaventato, gliene domandò la ragione. ''Ah! Morirò se non riesco a mangiare un po' di quei raperonzoli che crescono nel giardino dietro casa nostra.''

L'uomo, che amava la propria moglie, pensò fra sè: ''Costi quel che costi, devi riuscire a portargliene qualcuno.'' Così, una sera, scavalcò il muro, colse in tutta fretta una manciata di raperonzoli e li portò a sua moglie La donna si preparò subito un'insalata e la mangiò con avidità. Ma i raperonzoli le erano piaciuti a tal punto che il giorno dopo la sua voglia si triplicò. L'uomo capì che non si sarebbe chetata, così penetrò ancora una volta nel giardino. Ma grande fu il suo spavento quando si vide davanti la maga che incominciò a rimproverarlo aspramente per aver osato entrare nel giardino a rubarne i frutti (pare che la maga Gothel traesse i suoi poteri e la sua eterna giovinezza proprio dai Raperonzoli).
Egli si scusò come potè‚ raccontando delle voglie di sua moglie e di come fosse pericoloso negarle qualcosa in quel periodo.

Infine la maga disse: ''Mi contento di quel che dici e ti permetto di portar via tutti i raperonzoli che desideri, ma a una condizione: mi darai il bambino che tua moglie metterà al mondo.'' Impaurito, l'uomo accettò ogni cosa e quando sua moglie partorì, subito comparve la maga, diede il nome di Raperonzolo alla bimba e se la portò via.
Raperonzolo divenne la più bella bambina del mondo, ma non appena compì dodici anni, la maga la rinchiuse in una torre alta alta che non aveva scala nè‚ porta, ma solo una minuscola finestrella in alto. Quando la maga voleva salirvi, da sotto chiamava:
''Oh Raperonzolo, sciogli i tuoi capelli
che per salir mi servirò di quelli.''

Raperonzolo aveva infatti capelli lunghi e bellissimi, sottili come oro filato. Quando la maga chiamava, ella scioglieva le sue trecce, annodava i capelli in alto, al contrafforte della finestra, in modo che essi ricadessero per una lunghezza di venti braccia, e la maga ci si arrampicava.
Un giorno un giovane principe (non poteva mancare…) venne a trovarsi nel bosco ove era la torre, vide la bella Raperonzolo alla finestra e la udì cantare con voce così dolce che tosto se ne innamorò. Egli si disperava poiché‚ la torre non aveva porta e nessuna scala era alta a sufficienza. Tuttavia ogni giorno si recava nel bosco, finché‚ vide giungere la maga che così parlò:
''Oh Raperonzolo, sciogli i tuoi capelli
che per salir mi servirò di quelli!''

Così egli capì grazie a quale scala si poteva penetrare nella torre. Si era bene impresso nella mente le parole che occorreva pronunciare, e il giorno seguente, all'imbrunire, andò alla torre e gridò:
''Oh Raperonzolo, sciogli i tuoi capelli
che per salir mi servirò di quelli.''

(evidentemente il Principe contraffece la voce per confondere Raperonzolo, a meno che la maga non avesse una voce piuttosto stentorea!).
Ed ecco, ella sciolse i capelli e non appena questi toccarono terra egli vi si aggrappò saldamente e fu sollevato in alto.
Raperonzolo da principio si spaventò, ma ben presto il giovane principe le piacque e insieme decisero che egli sarebbe venuto tutti i giorni a trovarla. Così vissero felici e contenti a lungo, volendosi bene come marito e moglie. La maga non si accorse di nulla fino a quando, un giorno, Raperonzolo prese a dirle: ''Ditemi, signora Gothel, come mai siete tanto più pesante da sollevare del giovane principe?'' - ''Ah, bimba sciagurata!'' replicò la maga, ''cosa mi tocca sentire!''

 Ella comprese di essere stata ingannata e andò su tutte le furie. Afferrò allora le belle trecce di Raperonzolo, le avvolse due o tre volte intorno alla mano sinistra, prese le forbici con la destra e ''zic zac,'' le tagliò. Indi portò Raperonzolo in un deserto ove ella fu costretta a vivere miseramente e, dopo un certo periodo di tempo, diede alla luce due gemelli, un maschio e una femmina (embè, sì, si era data da fare con il Principe, a dimostrazione del fatto che le fiabe non nascono certo per essere raccontate solo ai bambini – vedi più sotto il riferimento al racconto “Lo cunto de li cunti”). La stessa sera del giorno in cui aveva scacciato Raperonzolo, la maga legò le trecce recise al contrafforte della finestra e quando il principe giunse e disse:
''Oh Raperonzolo, sciogli i tuoi capelli
che per salir mi servirò di quelli!''

ella lasciò cadere a terra i capelli. Come fu sorpreso il principe quando trovò la maga al posto dell'amata Raperonzolo! ''Sai una cosa?'' disse la maga furibonda ''per te, ribaldo, Raperonzolo è perduta per sempre!'' Il principe, disperato, si gettò giù dalla torre: ebbe salva la vita, ma perse la vista da entrambi gli occhi. Triste errò per i boschi nutrendosi solo di erbe e radici e non facendo altro che piangere. Alcuni anni più tardi, capitò nello stesso deserto in cui Raperonzolo viveva fra gli stenti con i suoi bambini. La sua voce gli parve nota, e nello stesso istante anch'ella lo riconobbe e gli saltò al collo. Due lacrime di lei gli inumidirono gli occhi; essi si illuminarono nuovamente, ed egli potè‚ vederci come prima.

(E vissero per sempre felici e contenti…?).


Raperonzolo è una fiaba tradizionale europea, pubblicata per la prima volta dai fratelli Grimm nella raccolta Fiabe (Kinder- und Hausmärchen, 1812-1822) col titolo originale Rapunzel.

VARIANTI

Raperonzolo condivide la storia con altre ragazze, per alcune si tratta della medesima storia, per altre esiste solo l'analogia del fatto di essere rinchiuse in una torre. Abbiamo:

 - Danae, antico mito greco.
 - Petrosinella appare nel 1634 nel Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile.
 - Persinette appare nel 1698 nella raccolta Les Contes des Contes di Charlotte-Rose de Caumont La Force.
 - Puddocky, una fiaba di origini tedesche.
 - Prunella, versione italiana
 - Prezzemolina, nella versione di Italo Calvino.
 - Bianca-comu-nivi, Rossa-comu-focu, versione siciliana raccolta da Giuseppe Pitrè.
 - Anthousa, Xanthousa, Chrisomalousa è una fiaba greca, narrata dal punto di vista dell'eroe che salva la ragazza.

TRAMA

Una coppia di sposi viveva accanto a un meraviglioso giardino protetto da alte mura, che apparteneva a una potente strega, conosciuta come Dama Gothel (io direi, esaminando i tratti salienti e la tradizione, che più che una strega era una maga). Essi desideravano ardentemente un figlio e, quando la donna rimase finalmente incinta, fu presa da una gran voglia di mangiare alcuni raperonzoli che crescevano nel giardino della vecchia megera. Il marito, allora, durante la notte scavalcò le alte mura per procurargliene qualche mazzetto. Ma alla terza incursione nel giardino si ritrovò faccia a faccia con la temibile strega.

Questa, nonostante le giustificazioni dell'uomo, decise di punirlo, consentendogli di tornare a casa con i raperonzoli sottratti a condizione che, una volta nato, il bambino tanto atteso fosse consegnato proprio a lei, che prometteva di trattarlo bene. Disperato, l'uomo alla fine acconsentì.
Il tempo passò e nacque una bella bambina. La strega la prese con sé e le diede il nome di Raperonzolo, strappandola ai genitori. Quando la bimba compì 12 anni, la chiuse in un'alta torre senza porte e senza scale nel mezzo del bosco.

Raperonzolo aveva lunghi capelli dorati che teneva legati in una treccia e quando la strega andava a trovarla le gridava: "Oh Raperonzolo, sciogli i tuoi capelli, che per salir mi servirò di quelli". E così, arrampicandosi sulla sua treccia, poteva entrare nella celletta attraverso l'unica finestra della torre.
Un giorno il figlio di un Re, che per caso passava nei dintorni, sentì Raperonzolo cantare e fu rapito dalla sua incantevole voce. Non trovando alcun accesso alla torre, però, se ne andò sconsolato, ma si ripromise di tornare ogni giorno ad ascoltare quel canto meraviglioso, finché una volta vide la strega e scoprì il modo per salire dalla sua bella.

Decise così quella notte di provare anche lui: recitò i versi che aveva sentito dalla vecchia e in un batter d'occhio si ritrovò nella torre con la bella fanciulla. Egli allora le dichiarò tutto il suo amore e le chiese di sposarlo. Raperonzolo, nonostante l'iniziale spavento, finì con l'accettare la proposta e, insieme al Principe, pianificò la fuga. Egli sarebbe tornato tutte le notti, poiché di giorno vi si recava la strega, e le avrebbe portato della seta, che lei avrebbe tessuto fino a darle la forma di una scala, con cui avrebbe potuto scendere dalla torre.

Un giorno Raperonzolo parlò accidentalmente del Principe alla strega, che, accecata dall'ira, la punì tagliandole i capelli e abbandonandola lontano dalla Germania e dal mondo, nel deserto africano. Quando quella stessa notte il Principe si arrampicò sulla treccia dorata, si trovò di fronte la vecchia Dama Gothel, che gli disse che mai più avrebbe ritrovato la fanciulla, che era morta. Egli allora uccise finalmente Gothel buttandola giù dalla torre, ma, volendo suicidarsi credendo Raperonzolo morta (chiaro riferimento a Romeo e Giulietta, anche se non ci sono prove che ci sia un qualche tipo di legame tra le due storie), si gettò anche egli dall'edificio, cadendo però sui rovi sottostanti, che lo salvarono dall'impatto, ma lo accecarono.

Per anni errò nei boschi, finché un giorno giunse nel deserto africano, dove riconobbe la voce di Raperonzolo. Ella, piangendo insieme a lui, fece cadere le proprie lacrime sui suoi occhi, rendendogli così la vista. Il Principe la portò così nel suo regno, in Germania, dove vissero felici e contenti, anche se nel tempo passato i genitori di lei e di lui erano morti.

La strega di questa fiaba si chiama "Dama Gothel", cioè "madrina" in tedesco. Personifica il genitore iperprotettivo e per questo vi sono spesso interpretazioni secondo cui questo personaggio non sarebbe poi così tanto negativ.
Secondo alcune credenze popolari, sarebbe pericoloso negare a una donna incinta i cibi desiderati e i familiari sarebbero capaci di andare fino in capo al mondo per procurargliene. Il desiderio di verdure e vegetali può indicare una carenza di vitamine.

L'accordo impari con cui si apre la storia è caratteristica comune di molte fiabe. Si vedano, per esempio, Jack e la pianta di fagioli, dove Jack vende una mucca per un pugno di fagioli, o La Bella e la Bestia, dove Bella viene consegnata alla Bestia in cambio di una rosa.

ORIGINI
Innanzitutto, il motivo della fanciulla rinchiusa in una torre può essere facilmente ricondotto alla figura mitologica di Danae (Danae, in greco Δανάη, è una figura della mitologia greca, figlia di re Acrisio di Argo e di Euridice. Era la madre di Perseo, che ebbe da Zeus. Contrariato dalla mancanza di un erede maschio, Acrisio chiese ad un oracolo se le cose sarebbero cambiate. L'oracolo gli disse di andare fino alla fine della Terra, dove sarebbe stato ucciso dal figlio di sua figlia. Danae era senza figli, così il padre la rinchiuse in una torre di bronzo, o una caverna, ma Zeus andò da lei in forma di pioggia d'oro e la ingravidò. Poco dopo nacque suo figlio Perseo.
Infelice, ma deciso a non provocare l'ira degli dei uccidendo la sua discendenza, Acrisio abbandonò i due in mare, dentro una cassa di legno. Il mare venne calmato da Poseidone, su richiesta di Zeus, e madre e figlio sopravvissero. Arrivarono a terra sull'isola di Serifo, dove vennero raccolti da Ditti, fratello di Re Polidette, che allevò il ragazzo fino all'età adulta.
Successivamente, dopo che Perseo ebbe ucciso Medusa e salvato Andromeda, la profezia dell'oracolo si avverò. Perseo partì verso Argo, ma venuto a sapere della profezia si recò invece a Larissa, dove si svolgevano dei giochi atletici. Per caso Acrisio si trovava lì, e Perseo lo colpì accidentalmente con il suo giavellotto, facendo avverare la profezia. Troppo imbarazzato per tornare ad Argo, cedette il regno a Megapente, figlio di Proteo, fratello di Acrisio, in cambio del regno di Tirinto. Perseo fondò anche Micene e Midea.
Secondo una più tarda leggenda italica, Danae, liberata dal figlio, giunse in Italia, fondò Ardea, nel Lazio, sposò Pilumno e da queste nozze nacque Dauno antenato di Turno)
Ma esistono altre storie che ricordano molto più da vicino la fiaba dei fratelli Grimm.

Ne Lo cunto de li cunti (1634), conosciuto ora come Pentamerone, di Giambattista Basile si trova una fiaba intitolata Petrosinella che narra una storia simile a quella dei fratelli Grimm, a cui probabilmente essi s'ispirarono. Nella storia di Basile una donna incinta desidera mangiare del prezzemolo (da cui deriva, in napoletano, il nome di "Petrosinella") che si trova nel giardino di un'orchessa, che poi la cattura e le fa promettere, in cambio della vita, di darle la sua bambina una volta nata. Anche qui c'è l'incontro tra la ragazza e il principe, che viene descritto in maniera piuttosto "piccante".

Nel 1698 Mademoiselle de la Force scrisse una fiaba simile, dal titolo Persinette, pubblicata nella raccolta Les Contes des Contes. Qui, come nella prima versione dei fratelli Grimm, la fanciulla rimane incinta del principe prima di progettare la fuga dalla torre.

Nella raccolta Fiabe Italiane (1956) di Italo Calvino, si racconta una fiaba simile a quella di Raperonzolo, intitolata Il Principe Canarino, in cui una principessa viene imprigionata in una torre a causa della gelosia materna.

Puddocky, una fiaba di origini tedesche, inizia con una fanciulla che cade nelle grinfie di una strega per aver chiesto alla madre di sottrarle del cibo.

La fiaba italiana Prunella (Prezzemolina, nella versione di Italo Calvino) narra di una fanciulla che ruba del cibo e che viene per questo catturata da una strega.

Bianca-comu-nivi, Rossa comu focu è una fiaba siciliana che narra una storia simile a quella di Raperonzolo.

Anthousa, Xanthousa, Chrisomalousa è una fiaba greca, narrata dal punto di vista dell'eroe, che insieme all'eroina fugge dalla strega, la quale però opera su di loro un maleficio.

ADATTAMENTI

Rapunzel (1951) di Ray Harryhausen, breve film d'animazione. Harryhausen è l’inventore del prototipo degli effetti digitali moderni.

Nella serie televisiva americana Nel regno delle fiabe, prodotta nel 1983, l'episodio 3 è dedicato a Raperonzolo, interpretata da Shelley Duvall.

Nel musical Into the Woods (1987, e rifatta recentemente) di Sondheim e Lapine, la fiaba di Raperonzolo viene rivisitata intrecciandone la storia con quella di altre note fiabe dei fratelli Grimm.

Nella serie animata giapponese Le fiabe son fantasia (Gurimu Meisaku Gekijō), prodotta dalla Nippon Animation nel 1987, l'episodio 29 è dedicato a Raperonzolo.

Nella serie animata tedesca Simsalagrimm, prodotta nel 1999, l'episodio 8 è dedicato a Raperonzolo.

Barbie Raperonzolo (2002), film d'animazione in 3D in cui Barbie rivive la fiaba di Raperonzolo, e si identifica completamente in essa.

Nel film I fratelli Grimm e l'incantevole strega (2005) la regina, interpretata da Monica Bellucci, riprende in una scena il personaggio di Raperonzolo, calando la lunga chioma da una finestra.

Nel film d'animazione Shrek terzo (2007) Raperonzolo è una delle principesse amiche di Fiona, ma diventa alleata di Azzurro, quindi fa la parte della cattiva.

Nel film d'animazione Cenerentola e gli 007 nani (2007) si parla di Raperonzolo.

Nel film Inkheart - La leggenda di cuore d'inchiostro (2008) il protagonista, un rilegatore in grado di far uscire i personaggi dai libri leggendoli ad alta voce, fa uscire Raperonzolo leggendone la fiaba.

Nella serie tedesca Le più belle fiabe dei fratelli Grimm (Acht auf einen Streich), prodotta nel 2009, l'episodio 2, diretto da Bodo Fürneisen con Luisa Wietzorek e Jaime Krsto Ferkic, è dedicato a Raperonzolo.

Alla fiaba di Raperonzolo è ispirato il film d'animazione della Disney, Rapunzel

Nel 2014 Rapunzel compare con il volto dell'attrice afroamericana Alexandra Metz nella terza stagione della serie televisiva C'era una volta.

Nel film Into the Woods (2014), tratto dall'omonimo musical, il ruolo di Rapunzel è affidato all'attrice MacKenzie Mauzy.

Il RAPERONZOLO, o “Campanula rapunculus”

Non è facile capire quale pianta i fratelli Grimm intendessero con il termine "Rapunzel".
Le possibilità sono almeno tre (tutte presenti nel loro celebre dizionario, "Deutsches Wörterbuch"):

1. Valerianella locusta - più comunemente conosciuta "soncino", è una pianta da insalata. In tedesco è chiamata "Feldsalat".

2. Campanula rapunculus - nota in Italia proprio con il nome di "raperonzolo", si distingue per i suoi fiori a campanula e può essere usata anche per la preparazione di contorni. In tedesco è chiamata "Rapunzel-Glockenblume".

3. Phyteuma spicata - in tedesco è chiamata "Ährige Teufelskralle".

Una curiosità sulla strega Gothel: nella versione Disney è stata disegnata avendo come punto di riferimento la cantante Cher.

 

Fonte “Wikipedia”



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