Cari lettori, ecco a voi un’altra fiaba famosa, e cioè RAPERONZOLO (dei fratelli Grimm). E, come al solito, un po’ di analisi filologica e comparativa. Anche qui, come in Cappuccetto Rosso e nella Bella Addormentata vediamo dei risvolti che hanno a che fare con il mondo degli adulti e non certo (solo) dei bambini. Le note sono importanti perché ricostruiscono l’ambiente culturale nel quale nasce una fiaba.
Buona lettura.
M. D’ANGELO
C'era una
volta un uomo e una donna che da molto tempo
desideravano invano un bimbo (abbiamo
anche qui l’attesa di un bambino, come in Biancaneve e nella Bella
Addormentata, ma, a differenza di queste, non si parla di Re e Regine).
Finalmente la donna scoprì di essere in attesa. Sul retro della loro casa c'era
una finestrella dalla quale si poteva vedere nel giardino di una maga, pieno di
fiori ed erbaggi di ogni specie. Nessuno, tuttavia, osava entrarvi.
Un giorno la donna stava alla finestra e, guardando il giardino vide dei
meravigliosi raperonzoli in un'aiuola (il raperonzolo si distingue per via delle
caratteristiche radici che lo rendono simile alla rapa. I fiori, come suggerito
dal nome stesso della famiglia d'appartenenza, cioè le campanule, sono lilla, azzurri o biancastri con una
caratteristica forma a campana, rivolta verso l'alto). Subito ebbe
voglia di mangiarne e, siccome sapeva di non poterli avere, divenne magra e
smunta a tal punto che il marito se ne accorse e, spaventato, gliene domandò la
ragione. ''Ah! Morirò se non riesco a mangiare un po' di quei raperonzoli che
crescono nel giardino dietro casa nostra.''
L'uomo,
che amava la propria moglie, pensò fra sè: ''Costi quel che costi, devi
riuscire a portargliene qualcuno.'' Così, una sera, scavalcò il muro, colse in
tutta fretta una manciata di raperonzoli e li portò a sua moglie La donna si
preparò subito un'insalata e la mangiò con avidità. Ma i raperonzoli le erano
piaciuti a tal punto che il giorno dopo la sua voglia si triplicò. L'uomo capì
che non si sarebbe chetata, così penetrò ancora una volta nel giardino. Ma
grande fu il suo spavento quando si vide davanti la maga che incominciò a
rimproverarlo aspramente per aver osato entrare nel giardino a rubarne i frutti
(pare che la maga Gothel
traesse i suoi poteri e la sua eterna giovinezza proprio dai Raperonzoli).
Egli si scusò come potè‚ raccontando delle voglie di sua
moglie e di come fosse pericoloso negarle qualcosa in quel periodo.
Infine la
maga disse: ''Mi contento di quel che dici e ti permetto di portar via tutti i
raperonzoli che desideri, ma a una condizione: mi darai il bambino che tua
moglie metterà al mondo.'' Impaurito, l'uomo accettò ogni cosa e quando sua
moglie partorì, subito comparve la maga, diede il nome di Raperonzolo alla
bimba e se la portò via.
Raperonzolo
divenne la più bella bambina del mondo, ma non appena compì dodici anni, la
maga la rinchiuse in una torre alta alta che non aveva scala nè‚ porta, ma solo
una minuscola finestrella in alto. Quando la maga voleva salirvi, da sotto
chiamava:
''Oh
Raperonzolo, sciogli i tuoi capelli
che per
salir mi servirò di quelli.''
Raperonzolo aveva infatti capelli lunghi e bellissimi,
sottili come oro filato. Quando la maga chiamava, ella scioglieva le sue
trecce, annodava i capelli in alto, al contrafforte della finestra, in modo che
essi ricadessero per una lunghezza di venti braccia, e la maga ci si
arrampicava.
Un giorno
un giovane principe (non poteva mancare…) venne a trovarsi nel bosco ove
era la torre, vide la bella Raperonzolo alla finestra e la udì cantare con voce
così dolce che tosto se ne innamorò. Egli si disperava poiché‚ la torre non
aveva porta e nessuna scala era alta a sufficienza. Tuttavia ogni giorno si
recava nel bosco, finché‚ vide giungere la maga che così parlò:
''Oh
Raperonzolo, sciogli i tuoi capelli
che per
salir mi servirò di quelli!''
Così egli
capì grazie a quale scala si poteva penetrare nella torre. Si era bene impresso
nella mente le parole che occorreva pronunciare, e il giorno seguente,
all'imbrunire, andò alla torre e gridò:
''Oh Raperonzolo,
sciogli i tuoi capelli
che per
salir mi servirò di quelli.''
(evidentemente
il Principe contraffece la voce per confondere Raperonzolo, a meno che la maga
non avesse una voce piuttosto stentorea!).
Ed ecco,
ella sciolse i capelli e non appena questi toccarono terra egli vi si aggrappò
saldamente e fu sollevato in alto.
Raperonzolo da principio si spaventò, ma ben presto il
giovane principe le piacque e insieme decisero che egli sarebbe venuto tutti i
giorni a trovarla. Così vissero felici e contenti a lungo, volendosi bene come
marito e moglie. La maga non si accorse di nulla fino a quando, un giorno,
Raperonzolo prese a dirle: ''Ditemi, signora Gothel, come mai siete tanto più
pesante da sollevare del giovane principe?'' - ''Ah, bimba sciagurata!''
replicò la maga, ''cosa mi tocca sentire!''
Ella comprese di
essere stata ingannata e andò su tutte le furie. Afferrò allora le belle trecce
di Raperonzolo, le avvolse due o tre volte intorno alla mano sinistra, prese le
forbici con la destra e ''zic zac,'' le tagliò. Indi portò Raperonzolo in un
deserto ove ella fu costretta a vivere miseramente e, dopo un certo periodo di
tempo, diede alla luce due gemelli, un maschio e una femmina (embè, sì, si
era data da fare con il Principe, a dimostrazione del fatto che le fiabe non
nascono certo per essere raccontate solo ai bambini – vedi più sotto il
riferimento al racconto “Lo cunto de li cunti”). La stessa sera del giorno
in cui aveva scacciato Raperonzolo, la maga legò le trecce recise al
contrafforte della finestra e quando il principe giunse e disse:
''Oh
Raperonzolo, sciogli i tuoi capelli
che per
salir mi servirò di quelli!''
ella
lasciò cadere a terra i capelli. Come fu sorpreso il principe quando trovò la
maga al posto dell'amata Raperonzolo! ''Sai una cosa?'' disse la maga furibonda
''per te, ribaldo, Raperonzolo è perduta per sempre!'' Il principe, disperato,
si gettò giù dalla torre: ebbe salva la vita, ma perse la vista da entrambi gli
occhi. Triste errò per i boschi nutrendosi solo di erbe e radici e non facendo
altro che piangere. Alcuni anni più tardi, capitò nello stesso deserto in cui
Raperonzolo viveva fra gli stenti con i suoi bambini. La sua voce gli parve
nota, e nello stesso istante anch'ella lo riconobbe e gli saltò al collo. Due
lacrime di lei gli inumidirono gli occhi; essi si illuminarono nuovamente, ed
egli potè‚ vederci come prima.
(E vissero
per sempre felici e contenti…?).
Raperonzolo è
una fiaba tradizionale europea, pubblicata per la prima volta dai fratelli
Grimm nella raccolta Fiabe (Kinder- und Hausmärchen, 1812-1822) col titolo
originale Rapunzel.
VARIANTI
Raperonzolo
condivide la storia con altre ragazze, per alcune si tratta della medesima
storia, per altre esiste solo l'analogia del fatto di essere rinchiuse in una torre.
Abbiamo:
- Danae, antico mito greco.
- Petrosinella appare nel 1634 nel Lo cunto de
li cunti di Giambattista Basile.
- Persinette appare nel 1698 nella raccolta
Les Contes des Contes di Charlotte-Rose de Caumont La Force.
- Puddocky, una fiaba di origini tedesche.
- Prunella, versione italiana
- Prezzemolina, nella versione di Italo
Calvino.
- Bianca-comu-nivi, Rossa-comu-focu, versione
siciliana raccolta da Giuseppe Pitrè.
- Anthousa, Xanthousa, Chrisomalousa è una
fiaba greca, narrata dal punto di vista dell'eroe che salva la ragazza.
TRAMA
Una coppia di
sposi viveva accanto a un meraviglioso giardino protetto da alte mura, che
apparteneva a una potente strega, conosciuta come Dama Gothel (io direi,
esaminando i tratti salienti e la tradizione, che più che una strega era una
maga). Essi desideravano ardentemente un figlio e, quando la donna rimase
finalmente incinta, fu presa da una gran voglia di mangiare alcuni raperonzoli
che crescevano nel giardino della vecchia megera. Il marito, allora, durante la
notte scavalcò le alte mura per procurargliene qualche mazzetto. Ma alla terza
incursione nel giardino si ritrovò faccia a faccia con la temibile strega.
Questa,
nonostante le giustificazioni dell'uomo, decise di punirlo, consentendogli di tornare
a casa con i raperonzoli sottratti a condizione che, una volta nato, il bambino
tanto atteso fosse consegnato proprio a lei, che prometteva di trattarlo bene.
Disperato, l'uomo alla fine acconsentì.
Il tempo passò
e nacque una bella bambina. La strega la prese con sé e le diede il nome di
Raperonzolo, strappandola ai genitori. Quando la bimba compì 12 anni, la chiuse
in un'alta torre senza porte e senza scale nel mezzo del bosco.
Raperonzolo
aveva lunghi capelli dorati che teneva legati in una treccia e quando la strega
andava a trovarla le gridava: "Oh Raperonzolo, sciogli i tuoi capelli, che
per salir mi servirò di quelli". E così, arrampicandosi sulla sua treccia,
poteva entrare nella celletta attraverso l'unica finestra della torre.
Un giorno il
figlio di un Re, che per caso passava nei dintorni, sentì Raperonzolo cantare e
fu rapito dalla sua incantevole voce. Non trovando alcun accesso alla torre,
però, se ne andò sconsolato, ma si ripromise di tornare ogni giorno ad
ascoltare quel canto meraviglioso, finché una volta vide la strega e scoprì il
modo per salire dalla sua bella.
Decise così
quella notte di provare anche lui: recitò i versi che aveva sentito dalla
vecchia e in un batter d'occhio si ritrovò nella torre con la bella fanciulla.
Egli allora le dichiarò tutto il suo amore e le chiese di sposarlo.
Raperonzolo, nonostante l'iniziale spavento, finì con l'accettare la proposta
e, insieme al Principe, pianificò la fuga. Egli sarebbe tornato tutte le notti,
poiché di giorno vi si recava la strega, e le avrebbe portato della seta, che
lei avrebbe tessuto fino a darle la forma di una scala, con cui avrebbe potuto
scendere dalla torre.
Un giorno
Raperonzolo parlò accidentalmente del Principe alla strega, che, accecata
dall'ira, la punì tagliandole i capelli e abbandonandola lontano dalla Germania
e dal mondo, nel deserto africano. Quando quella stessa notte il Principe si
arrampicò sulla treccia dorata, si trovò di fronte la vecchia Dama Gothel, che
gli disse che mai più avrebbe ritrovato la fanciulla, che era morta. Egli
allora uccise finalmente Gothel buttandola giù dalla torre, ma, volendo
suicidarsi credendo Raperonzolo morta (chiaro riferimento a Romeo e
Giulietta, anche se non ci sono prove che ci sia un qualche tipo di legame tra
le due storie), si gettò anche egli dall'edificio, cadendo però sui rovi
sottostanti, che lo salvarono dall'impatto, ma lo accecarono.
Per anni errò
nei boschi, finché un giorno giunse nel deserto africano, dove riconobbe la
voce di Raperonzolo. Ella, piangendo insieme a lui, fece cadere le proprie
lacrime sui suoi occhi, rendendogli così la vista. Il Principe la portò così
nel suo regno, in Germania, dove vissero felici e contenti, anche se nel tempo
passato i genitori di lei e di lui erano morti.
La strega di questa
fiaba si chiama "Dama Gothel", cioè "madrina" in tedesco.
Personifica il genitore iperprotettivo e per questo vi sono spesso
interpretazioni secondo cui questo personaggio non sarebbe poi così tanto
negativ.
Secondo alcune
credenze popolari, sarebbe pericoloso negare a una donna incinta i cibi
desiderati e i familiari sarebbero capaci di andare fino in capo al mondo per
procurargliene. Il desiderio di verdure e vegetali può indicare una carenza di
vitamine.
L'accordo
impari con cui si apre la storia è caratteristica comune di molte fiabe. Si
vedano, per esempio, Jack e la pianta di fagioli, dove Jack vende una mucca per
un pugno di fagioli, o La Bella e la Bestia, dove Bella viene consegnata alla
Bestia in cambio di una rosa.
ORIGINI
Innanzitutto, il motivo della fanciulla rinchiusa in una torre può
essere facilmente ricondotto alla figura mitologica di Danae (Danae,
in greco Δανάη, è una figura della mitologia greca, figlia di re Acrisio di
Argo e di Euridice. Era la madre di Perseo, che ebbe da Zeus. Contrariato dalla
mancanza di un erede maschio, Acrisio chiese ad un oracolo se le cose sarebbero
cambiate. L'oracolo gli disse di andare fino alla fine della Terra, dove
sarebbe stato ucciso dal figlio di sua figlia. Danae era senza figli, così il
padre la rinchiuse in una torre di bronzo, o una caverna, ma Zeus andò da lei
in forma di pioggia d'oro e la ingravidò. Poco dopo nacque suo figlio Perseo.Infelice, ma deciso a non provocare l'ira degli dei uccidendo la sua discendenza, Acrisio abbandonò i due in mare, dentro una cassa di legno. Il mare venne calmato da Poseidone, su richiesta di Zeus, e madre e figlio sopravvissero. Arrivarono a terra sull'isola di Serifo, dove vennero raccolti da Ditti, fratello di Re Polidette, che allevò il ragazzo fino all'età adulta.
Successivamente, dopo che Perseo ebbe ucciso Medusa e salvato Andromeda, la profezia dell'oracolo si avverò. Perseo partì verso Argo, ma venuto a sapere della profezia si recò invece a Larissa, dove si svolgevano dei giochi atletici. Per caso Acrisio si trovava lì, e Perseo lo colpì accidentalmente con il suo giavellotto, facendo avverare la profezia. Troppo imbarazzato per tornare ad Argo, cedette il regno a Megapente, figlio di Proteo, fratello di Acrisio, in cambio del regno di Tirinto. Perseo fondò anche Micene e Midea.
Secondo una più tarda leggenda italica, Danae, liberata dal figlio, giunse in Italia, fondò Ardea, nel Lazio, sposò Pilumno e da queste nozze nacque Dauno antenato di Turno)
Ma esistono
altre storie che ricordano molto più da vicino la fiaba dei fratelli Grimm.
Ne Lo cunto de
li cunti (1634), conosciuto ora come Pentamerone, di Giambattista Basile si
trova una fiaba intitolata Petrosinella che narra una storia simile a quella
dei fratelli Grimm, a cui probabilmente essi s'ispirarono. Nella storia di
Basile una donna incinta desidera mangiare del prezzemolo (da cui deriva, in
napoletano, il nome di "Petrosinella") che si trova nel giardino di
un'orchessa, che poi la cattura e le fa promettere, in cambio della vita, di
darle la sua bambina una volta nata. Anche qui c'è l'incontro tra la ragazza e
il principe, che viene descritto in maniera piuttosto "piccante".
Nel 1698
Mademoiselle de la Force scrisse una fiaba simile, dal titolo Persinette,
pubblicata nella raccolta Les Contes des Contes. Qui, come nella prima versione
dei fratelli Grimm, la fanciulla rimane incinta del principe prima di
progettare la fuga dalla torre.
Nella raccolta Fiabe Italiane (1956) di Italo Calvino, si
racconta una fiaba simile a quella di Raperonzolo, intitolata Il Principe
Canarino, in cui una principessa viene imprigionata in una torre a causa della
gelosia materna.
Puddocky, una
fiaba di origini tedesche, inizia con una fanciulla che cade nelle grinfie di
una strega per aver chiesto alla madre di sottrarle del cibo.
La fiaba
italiana Prunella (Prezzemolina, nella versione di Italo Calvino) narra di una
fanciulla che ruba del cibo e che viene per questo catturata da una strega.
Bianca-comu-nivi,
Rossa comu focu è una fiaba siciliana che narra una storia simile a quella di
Raperonzolo.
Anthousa,
Xanthousa, Chrisomalousa è una fiaba greca, narrata dal punto di vista
dell'eroe, che insieme all'eroina fugge dalla strega, la quale però opera su di
loro un maleficio.
ADATTAMENTI
Rapunzel
(1951) di Ray Harryhausen, breve film d'animazione. Harryhausen è l’inventore
del prototipo degli effetti digitali moderni.
Nella serie
televisiva americana Nel regno delle fiabe, prodotta nel 1983, l'episodio 3 è
dedicato a Raperonzolo, interpretata da Shelley Duvall.
Nel musical
Into the Woods (1987, e rifatta recentemente) di Sondheim e Lapine, la fiaba di
Raperonzolo viene rivisitata intrecciandone la storia con quella di altre note
fiabe dei fratelli Grimm.
Nella serie
animata giapponese Le fiabe son fantasia (Gurimu Meisaku Gekijō), prodotta
dalla Nippon Animation nel 1987, l'episodio 29 è dedicato a Raperonzolo.
Nella serie
animata tedesca Simsalagrimm, prodotta nel 1999, l'episodio 8 è dedicato a
Raperonzolo.
Barbie
Raperonzolo (2002), film d'animazione in 3D in cui Barbie rivive la fiaba di
Raperonzolo, e si identifica completamente in essa.
Nel film I
fratelli Grimm e l'incantevole strega (2005) la regina, interpretata da Monica
Bellucci, riprende in una scena il personaggio di Raperonzolo, calando la lunga
chioma da una finestra.
Nel film
d'animazione Shrek terzo (2007) Raperonzolo è una delle principesse amiche di
Fiona, ma diventa alleata di Azzurro, quindi fa la parte della cattiva.
Nel film
d'animazione Cenerentola e gli 007 nani (2007) si parla di Raperonzolo.
Nel film
Inkheart - La leggenda di cuore d'inchiostro (2008) il protagonista, un
rilegatore in grado di far uscire i personaggi dai libri leggendoli ad alta
voce, fa uscire Raperonzolo leggendone la fiaba.
Nella serie
tedesca Le più belle fiabe dei fratelli Grimm (Acht auf einen Streich),
prodotta nel 2009, l'episodio 2, diretto da Bodo Fürneisen con Luisa Wietzorek
e Jaime Krsto Ferkic, è dedicato a Raperonzolo.
Alla fiaba di
Raperonzolo è ispirato il film d'animazione della Disney, Rapunzel
Nel 2014
Rapunzel compare con il volto dell'attrice afroamericana Alexandra Metz nella
terza stagione della serie televisiva C'era una volta.
Nel film Into
the Woods (2014), tratto dall'omonimo musical, il ruolo di Rapunzel è affidato
all'attrice MacKenzie Mauzy.
Il
RAPERONZOLO, o “Campanula rapunculus”
Non è facile
capire quale pianta i fratelli Grimm intendessero con il termine
"Rapunzel".
Le possibilità
sono almeno tre (tutte presenti nel loro celebre dizionario, "Deutsches
Wörterbuch"):
1. Valerianella
locusta - più comunemente conosciuta "soncino", è una pianta da
insalata. In tedesco è chiamata "Feldsalat".
2. Campanula
rapunculus - nota in Italia proprio con il nome di "raperonzolo", si
distingue per i suoi fiori a campanula e può essere usata anche per la
preparazione di contorni. In tedesco è chiamata
"Rapunzel-Glockenblume".
3. Phyteuma
spicata - in tedesco è chiamata "Ährige Teufelskralle".
Una curiosità sulla strega
Gothel: nella versione Disney è stata disegnata avendo come punto di riferimento
la cantante Cher.
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