martedì 31 gennaio 2012

COMUNICAZIONI DELLA SINDACA MARINELLA VENEGONI AL CONSIGLIO COMUNALE DEL 30 GENNAIO 2012

Voglio fare una comunicazione pubblica, che investe la mia persona per il ruolo che qui attualmente mi trovo a svolgere.

Come molti di voi sanno  – anche perché gran parte dei giornali, e di coloro che vi scrivono, ci avevano “ricamato”su, ben al di là del merito dell’episodio e con un risultato che appariva più di interesse politico di parte che non di rispetto della informazione – come voi sapete, il giudice delle indagini preliminari del tribunale di Vercelli nei giorni scorsi mi ha prosciolto da ogni possibile imputazione “perché il fatto non sussiste”.

L’ipotesi era che avessi praticato abuso di ufficio e abuso edilizio perché, nella mia qualità di Sindaco, avevo cercato di risolvere almeno provvisoriamente un grave problema di disagio sociale di alcuni cittadini che vivono nel territorio del nostro Comune; e così facendo, avrei violato le leggi. I soggetti coinvolti nelle mie decisioni erano zingari ROM, che sono persone e con cose.

A una lettera anonima, che aveva fatto aprire il caso giuridicamente, si era poi accompagnato presso la Procura un intervento esplicito dei consiglieri (in ordine alfabetico) Greppi, Mosca, Piolatto, Speranza, e anche alcuni manifesti nei quali si chiedevano le mie dimissioni, affissi per sfruttare una indecente reazione di pregiudizi diffusi. L’ipotesi di un caso giudiziario assumeva così una netta valenza politica, e si trasformava in un tentativo di delegittimare, non solo la mia persona, ma l’intero operato di questa Amministrazione, che – voglio ricordarlo ancora una volta – ha assunto come suo primo obiettivo il dovere di aiutare la Città e i suoi cittadini in un  momento di grave crisi, individuale e collettiva.

Sono passati alcuni mesi, l’inchiesta ha fatto il suo corso, le aspettative politiche di coloro che avevano immaginato la fondatezza di un reato erano comprensibilmente gongolanti.

Mi spiace averli delusi. Come avevo detto fin dal primo momento, il rispetto della legge guida ogni mio atto – pubblico o privato – e sempre mi ha accompagnato la fiducia nell’operato della magistratura. Il giudizio del Gip conferma la piena legittimità del mio operato (“Il fatto non sussiste” dice il verdetto) e conforta la mia fiducia nella magistratura.

Dopo il verdetto, non ho affisso manifesti, non ho fatto conferenze stampa, non ho chiesto spazio ai giornali.
Io sono una signora.
Non perché sono una donna ma perché intendo restituire alla politica – che in questa Città è stata pesantemente maltrattata – intendo restituirle una identità alta, che si sottragga agli interessi di parte e a traffici poco chiari.
Bastano dunque poche parole dette in pubblico, a  difesa non di una persona ma di un principio alto e forte, che si è tentato di macchiare con la miseria e la piccineria di chi questo tentativo ha praticato. Un tentativo che la legge e la giustizia hanno buttato nella spazzatura, dove fin la primo momento doveva stare.
Spiace soltanto che questa miseria morale sia costato denaro pubblico, mio e vostro, per le indagini e lo svolgimento del giudizio. Pensiamoci su.

MARINELLA VENEGONI


4 commenti:

  1. i rosiconi polemizzanti sono rimasti senza parole. Mosca e Rotondo, poveretti, facevano tenerezza.

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  2. a me fanno pena.
    parlano tanto di denaro pubblico sprecato e poi sono i primi a causare sprechi al comune in spese legali.

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  3. Quali sarebbero le spese legali?prima di parlare mettete il cervello in moto(sempre se ne avete di cervello).

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  4. suppongo che se qualcuno denunci il comune le spese legali per difendersi le paghi il comune. o sbaglio?

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