mercoledì 1 aprile 2015

BREVE STORIA E CARATTERISTICHE DISTINTIVE DEL CRISTIANESIMO ORIGINALE ( ANTICHITA' ) A CONFRONTO CON LA CHIESA MEDIOEVALE E CONTEMPORANEA

Nell'occasione della Santa Pasqua,   D'Angelo ha preparato tre post di argomento religioso,  i prossimi due saranno pubblicati venerdi' Santo e nella giornata di Pasqua





BREVE STORIA E CARATTERISTICHE DISTINTIVE DEL CRISTIANESIMO ORIGINALE (ANTICHITA’) A CONFRONTO CON LA CHIESA MEDIEVALE E CONTEMPORANEA
(basato sugli scritti di Mark E. Petersen – corretto e riveduto da M. D’Angelo, e rivolto ai credenti nella Bibbia e in Cristo) – PARTE PRIMA

INTRODUZIONE
Quando venne sulla terra Gesù Cristo istituì una chiesa. Non era la chiesa di Giovanni Battista che aveva preparato la
via dinanzi a Lui; non era la Chiesa di Pietro, di Paolo, di Apollo, né di nessun altro dei suoi seguaci: era la Sua Chiesa. Egli ne era il capo: era colui che la dirigeva e ne formulava i compiti. La Chiesa era un’organizzazione che permetteva ai suoi seguaci di raggiungere la salvezza e ricevere aiuto e conforto. Essa era necessaria come aiuto e guida per chi cercasse di imboccare la via stretta e angusta che conduce alla vita. L’ammissione alla sua chiesa avveniva mediante il battesimo nell’acqua (battesimo, dal greco, “per immersione” e non per aspersione), ed Egli stesso ne dette l’esempio ricevendo il battesimo per mano di Giovanni. Coloro che si univano alla sua chiesta diventavano eredi della salvezza, in quanto veniva loro data la possibilità di accettare il suo sistema di vita e di divenire simili a Lui. Egli nominò vari “dirigenti” con il compito di assolvere doveri specifici (Luca 6:12-16; 10:1; Efesini 4:11-14). Fu loro comandato non soltanto di predicare il Vangelo (sempre dal greco, la “buona novella”) a tutto il mondo, ma anche di vegliare su coloro che si univano alla Chiesa, proprio come i pastori vegliano sul gregge, per guidarli sulla via della salvezza e proteggerli dai lupi che avrebbero potuto entrare nell’ovile. Questi capi avevano sopra di loro gli apostoli; ed è evidente da quanto riferiscono le Scritture (Bibbia, dal greco antico, significa “i libri”) che il Signore intendeva che gli apostoli viventi continuassero ad esistere nella Chiesa per fornirle una guida costante ed ispirata.

I PROFETI NELLA CHIESA CRISTIANA
Nella chiesa vi erano anche dei profeti. In realtà, gli stessi apostoli erano profeti. Ai tempi dell’Antico Testamento era consuetudine che Dio comunicasse con Israele mediante profeti e in un’occasione egli disse che non avrebbe fatto nulla senza prima rivelarsi ai suoi servi, i profeti (Amos 3:7). Questi profeti ricevevano rivelazioni da Dio ogni qualvolta il popolo aveva bisogno di aiuto divino, e le rivelazioni così ricevute costituiscono gran parte dell’Antico Testamento.
Il Salvatore sapeva che ben presto avrebbe lasciato la sua mortalità e sarebbe asceso al Padre in cielo. Pertanto in questa nuova chiesa cristiana furono chiamati dei profeti, esattamente come nel Vecchio Testamento. La loro funzione era la stessa degli antichi profeti: ricevere rivelazioni continue dal Signore per la guida del popolo ogni qualvolta ve ne fosse la necessità. Senza tale guida dal cielo, la chiesa si sarebbe allontanata dalla retta via.
Ecco perché Paolo disse agli Efesini: “Ed è Lui che ha dato gli uni come apostoli, gli altri come profeti, gli altri come evangelisti, gli altri come pastori e dottori: per il perfezionamento dei Santi (in origine erano gli adepti della Chiesa – o “insieme di fedeli” - e non i Santi secondo la tradizione cattolica e ortodossa), per l’opera del ministerio, per la edificazione del corpo (chiesa) di Cristo. Finchè tutti siamo arrivati all’unità della fede e della piena conoscenza del Figliuol di Dio, allo stato d’uomini fatti, all’altezza della statura perfetta di Cristo” (Efesini 4:11-13).
Non vi era in alcun modo indicato che questa organizzazione dovesse cambiare o che una qualsiasi sua parte sarebbe divenuta superflua. Nel versetto 14 Paolo va oltre e dichiara che questi dirigenti avevano il compito di proteggere i membri della chiesa dalle false dottrine, “affinché non siamo più dei bambini, sballottolati e portati qua e là da ogni vento di dottrina”.

LE FONDAMENTA DEGLI APOSTOLI
In questa stessa epistola Paolo si era rivolto agli Efesini che si erano convertiti alla chiesa ed erano pertanto usciti dal mondo, per confortarli, dicendo: “Voi dunque non siete più né forestieri né avventizi, ma siete concittadini dei santi. Essendo stati edificati sul fondamento degli apostoli e de’ profeti, essendo Cristo Gesù stesso la pietra angolare, sulla quale l’edificio intero (la Chiesa) si va innalzando per essere un tempio santo nel Signore” (Efesini 2:19-21). Per mostrare anche ai santi di Corinto che la chiesa è un’unità accuratamente organizzata e che tutte le sue parti sono necessarie, egli la paragonò al corpo umano, dichiarando che tutti i convertiti sono battezzati in una sola chiesa o corpo, siano essi Ebrei o Gentili, schiavi o liberi, e che tutti partecipano allo stesso spirito. Ma, egli scrive: “E infatti il corpo non si compone di un membro solo, ma di molte membra. Se il piè dicesse: siccome io non sono mano, non son del corpo, non per questo non sarebbe del corpo. E se l’orecchio dicesse. Siccome io non son occhio, non son del corpo, non per questo non sarebbe del corpo” (1 Corinzi 12:14-16). Poi insegna che essendo ogni parte necessaria, nessuna può dire all’altra: “Io non ho bisogno di te”. Tutte le parti devono essere presenti e collegate armoniosamente. Così l’organizzazione originale della Chiesa con i suoi dirigenti, le sue ordinanze e dottrine era destinata a perpetuarsi immutata sino a quando tutti fossero pervenuti all’unità della fede e avessero raggiunto la perfezione in Cristo (Efesini 4:11-14).

Gli eventi stessi che seguirono l’ascensione del Salvatore dimostrano chiaramente che l’organizzazione della chiesa era destinata a continuare. Ricorderete che Giuda morì dopo aver tradito Gesù. Questo evento lasciò un posto vacante in seno al Quorum dei Dodici Apostoli. Non ne rimanevano che undici. Ora questo quorum doveva continuare come quorum composto di undici membri, oppure avrebbe dovuto essere reintegrato nel suo numero primitivo di dodici? E se nessuno fosse stato nominato a succedere a Giuda e fosse morto un altro apostolo lasciando il gruppo di soli dieci membri, il quorum avrebbe dovuto continuare ad esistere composto di soli dieci apostoli?
E se poi un altro e un altro ancora fossero morti, il quorum avrebbe dovuto scomparire così presto? Qual’era l’intenzione del Signore? Questa intenzione fu resa manifesta poco dopo la sua ascesione. Fu convocata una riunione di tutti i discepoli di Gesù. I partecipanti si immersero nella preghiera e nella supplica: erano presenti circa 120 persone. Pietro si alzò in mezzo a loro e parlò della predizione di Davide (molti fatti concernenti la vita di Gesù erano già noti agli scrittori dei libri dell’Antico Testamento) in merito al traditore di Gesu'. Disse poi ai Santi che si doveva scegliere il successore di Giuda perché stesse come “testimone insieme con loro” della resurrezione del Salvatore.

LA SCELTA DI UN NUOVO APOSTOLO E LA RIVELAZIONE CONTINUA NELLA CHIESA
Furono proposti come possibili successori due dei loro più devoti condiscepoli. Gli apostoli non si assunsero da soli la responsabilità di scegliere questo nuovo membro del loro consiglio, ma pregarono dicendo: “Tu, Signore, che conosci i cuori di tutti, mostra quale di questi due hai scelto per prendere in questo ministerio ed apostolato il posto che Giuda ha abbandonato per andarsene al suo luogo. E la sorte cadde su Mattia, che fu associato agli undici apostoli” (Atti 1:24-26).
La Chiesa aveva di nuovo dodici apostoli. Questa azione riveste un grande significato: essa dimostra al di là di ogni possibile dubbio che era nel piano del Signore e Suo scopo che il Quorum dei Dodici continuasse ad essere formato da dodici membri, e non un quorum di undici o di dieci o di nove, destinato a scomparire inevitabilmente. Questa nomina fu fonte di incoraggiamento per i santi. Dimostrò loro e a tutti gli uomini che l’organizzazione della chiesa doveva perpetuarsi senza mutamenti finchè gli uomini fossero disposti a udire e ad accettare il Vangelo. In seguito furono scelti altri apostoli? Tutti pensano innanzitutto a Paolo. Le Sacre Scritture parlano della morte di Giacomo, fratello di Giovanni: nelle scritture si fa menzione della scelta di altri apostoli? Nel 13° capitolo degli Atti si parla di una riunione dei profeti e degli insegnanti della Chiesa, alcuni dei quali vengono citati per nome. “E mentre celebravano il culto del Signore e digiunavano, lo Spirito Santo disse: Mettetemi a parte Barnaba e Saulo, per l’opera alla quale li ho chiamati. Allora, dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani, e li accomiatarono” (Atti 13:2-3).
Si dimostrò così la necessità che nella chiesa vi fosse una rivelazione continua tramite profeti viventi, atta a dirigere l'opera della Chiesa di Gesù Cristo. Questo passo delle Scritture prosegue dicendo: “Essi dunque, mandati dallo Spirito Santo, scesero” (Atti 13:4). L’incarico divino affidato ai Dodici imponeva loro di andare in tutto il mondo a predicare il Vangelo ad ogni creatura (Marco 16:15). Essi si accinsero a fare proprio questo. Percorsero tutto il mondo allora conosciuto. I viaggi di Paolo sono quelli di cui più sovente si parla nelle Scritture, ma è evidente che tutti viaggiarono. Andando di città in città, predicavano il Vangelo di Cristo e la sua crocifissione e convertivano, nonostante le dure persecuzioni che in alcuni casi li portarono alla morte.

I VESCOVI ERANO I DIRIGENTI LOCALI
Dal momento che agli apostoli era stato comandato di andare in tutto il mondo a predicare il Vangelo ad ogni creatura, è evidente che essi non potevano rimanere a lungo in nessuna città per dirigere l’opera dei nuovi convertiti: sarebbe stato contrario alla natura della loro chiamata. Essi contavano sui dirigenti locali della Chiesa per lo svolgimento dell’opera in loro assenza. Dopo aver convertito un gruppo di credenti, gli apostoli nominavano perciò dei capi a livello locale noti come Anziani presiedenti o Vescovi, perché amministrassero gli affari della chiesa in ogni località. I vescovi erano di solito nominati nelle congregazioni più numerose; gli anziani presiedenti in quelle più piccole. I nomi di alcuni di questi Vescovi o anziani sono giunti sino a noi. Tito, al quale Paolo scrisse l’epistola che porta questo nome, presiedeva a Creta. Timoteo, al quale pure Paolo scrisse delle epistole, presiedeva ad Efeso (Asia minore) come suo primo vescovo. Lino fu nominato invece a Roma. Poiché la Chiesa all’inizio si sviluppò rapidamente, vi furono ben presto molti piccoli rami in molte città, e in ogni caso il vescovo o un anziano li dirigeva. Ogni vescovo era pari per autorità ad ogni altro vescovo. L’ufficio era puramente locale, dal momento che gli Apostoli erano delle “autorità generali”. A quel tempo non era concepibile l’idea che un vescovo  potesse presiedere un altro vescovo (leggi: l'odierno "arcivescovo”).
Nelle Scritture troviamo menzione di ripetute visite degli apostoli a molti di questi rami della Chiesa. Usando anche la penna per svolgere debitamente il loro compito di supervisione su tutta la chiesa, essi scrivevano epistole ai vari rami e oggi abbiamo nella Bibbia le epistole di Paolo, Pietro, Giacomo, Giovanni e Giuda (non il Giuda traditore di Gesù). Il quadro della Chiesa originaria mostrava dunque molti rami in molte città, presieduti da Vescovi o anziani, mentre uomini dotati di autorità giurisdizionale generale, ossia i Dodici Apostoli, esercitavano una supervisione generale.

LA PERSECUZIONE INTERROMPE IL PROGRESSO
Ma i non cristiani, cioè tutti gli altri, innalzavano ostacoli all’opera di Dio. Questo accadeva già durante la vita del Salvatore, il quale si doleva per lo spirito ribelle degli abitanti di Capernaum, in Palestina (Matteo 11:23). Gli stessi ostacoli furono eretti contro l’opera dei Dodici e la diffusione della chiesa cristiana delle origini. Le persecuzioni divennero severe, all’inizio da parte degli Ebrei, che non riconoscevano Cristo come Salvatore, poi dei Romani, aizzati dagli Ebrei stessi (vi ricordate Ponzio Pilato che si lava le mani, affidando il giudizio al Sinedrio ebraico? Da qui nasce quello che porterà nei secoli alle persecuzioni contro gli Ebrei ed un sentimento negativo quasi in ogni Paese dove si sono insediati). Numerosi membri della Chiesa persero la vita. Ad uno ad uno gli apostoli andarono incontro al martirio. Le difficoltà dei tempi impedivano ai sopravvissuti di comunicare gli uni con gli altri o di tenere riunioni per far progredire la Chiesa. Questa situazione era inoltre di impedimento alla occupazione delle cariche vacanti com’era stato negli intendimenti originari. Alla fine rimase un solo Apostolo, Giovanni. Arrestato dai suoi persecutori, egli fu sottoposto a crudele trattamento. Si narra che una volta fu gettato in un tino di olio bollente. Ma egli aveva la promessa del Salvatore che sarebbe vissuto sino alla seconda venuta di Cristo (Giovanni 21:22-23), pertanto i suoi nemici non poterono ucciderlo. Egli fu esiliato nell’isola di Patmo(s), dove rimase per qualche tempo, e dove scrisse il libro dell’Apocalisse (“rivelazione” in greco) dirigendo le attività della chiesa in qualità di ultima sua autorità sulla terra.

Nessun commento:

Posta un commento