venerdì 11 luglio 2025

METEO NIMBUS WEEK END E APPUNTAMENTI, EUROPUPPET SIA A CRESCENTINO CHE A LAMPORO

 

SOLE E CALDO ESTIVO SENZA ECCESSI. MAGGIOR VARIABILITA' DOMENICA CON QUALCHE TEMPORALE NON SOLO IN MONTAGNA
L'alta pressione atlantica mantiene giornate pienamente soleggiate e con temperature massime intorno ai 30 °C in pianura. L'anticiclone si indebolirà nel fine settimana e correnti occidentali più umide collegate a una blanda circolazione depressionaria accentueranno la variabilità con maggiori addensamenti e qualche acquazzone non solo in montagna, soprattutto domenica. Ritorno di tempo più stabile a inizio settimana e caldo in aumento da martedì

PROBABILE EVOLUZIONE FINO AL 21 LUGLIO.
Fino al 17-18 luglio condizioni di alta pressione con giornate soleggiate e più calde. Aumento della tendenza a temporali pomeridiani sui rilievi e più localmente sulle pianure dal 19-20 luglio. Temperature massime sui 33-35 C in pianura, 23-25 C a 1500 metri.


SABATO
12

LUGLIO
2025

Cielo:inizialmente soleggiato salvo addensamenti tra la notte e il primo mattino su pianure pedemontane e primi tratti vallivi. Nuvolosità cumuliforme in accentuazione dalle ore centrali, con addensamenti più estesi sui settori alpini
Precipitazioni:
generalmente assenti salvo qualche rovescio o temporale a carattere isolato nel pomeriggio all'interno delle valli tra Monviso, Torinese e Monte Rosa.
Venti:
pianura e collina: deboli orientali, rinforzi da sud sul Basso Piemonte
fondovalle: brezze diurne moderate. Rinforzi da sud sull'Appennino
media montagna: da deboli a moderati tra ovest e sud-ovest
alta montagna: da deboli a moderati tra ovest e sud-ovest

Temperature:
minime in lieve aumento (15/19 C in pianura e bassa collina; 11/17 C tra 500 e 1000 metri; 8/12 C tra 1000 e 1500 metri). Massime stazionarie (27/32 C in pianura e bassa collina; 24/28 C tra 500 e 1000 metri; 20/24 C tra 1000 e 1500 metri). Zero gradi a 3800 metri nelle ore centrali

  

DOMENICA
13

LUGLIO
2025

Cielo:sui settori alpini più interni inizialmente soleggiato ma rapido sviluppo di annuvolamenti cumuliformi già in mattinata con cielo irregolarmente nuvoloso o nuvoloso nel pomeriggio. Addensamenti fin dal mattino su pianure colline e primi tratti vallivi, più estesi sui settori pedemontani e con maggiori schiarite sul Basso Piemonte. Nubi in diradamento ovunque dalla serata
Precipitazioni:
tra la notte e il primo mattino possibile e qualche rovescio o temporale su pianure e primi tratti vallivi, specie a nord del Po. Dalle ore centrali si attivano rovesci o temporali a carattere sparso sui settori alpini, più localmente in sconfinamento in pianura nel pomeriggio.
Venti:
pianura e collina: deboli variabili o orientali. da sud sul Basso Piemonte
fondovalle: moderati a regime di brezza
media montagna: deboli o moderati tra ovest e sud-ovest, in rinforzo nel pomeriggio
alta montagna: moderati tra ovest e sud-ovest, in rotazione da nord-ovest in serata

Temperature:
minime in lieve aumento (16/20 C in pianura e bassa collina; 12/17 C tra 500 e 1000 metri; 9/13 C tra 1000 e 1500 metri). Massime
in lieve calo (26/31 C in pianura e bassa collina; 23/27 C tra 500 e 1000 metri; 19/23 C tra 1000 e 1500 metri). Zero gradi a 3800-3900 metri nelle ore centrali

  

LUNEDÌ
14

LUGLIO
2025

Cielo:al mattino addensamenti su alte vallate settentrionali valdostane e dell'Ossola e, nelle prime ore, sui settori pedemontani e di bassa montagna dal Torinese al Verbano; soleggiato altrove, salvo velature. In giornata più soleggiato ovunque salvo locali annuvolamenti sui rilievi
Precipitazioni:
in mattinata possibile qualche rovescio passeggero all'interno delle vallate occidentali e settentrionali valdostane e in Ossola.
Venti:
pianura e collina: deboli o moderati da sud sull'Appennino, deboli variabili o occidentali altrove
fondovalle: moderati occidentali, in attenuazione nel pomeriggio con brezze
media montagna: moderati o forti occidentali, in attenuazione nel pomeriggio
alta montagna: moderati o forti tra ovest e nord-ovest

Temperature:
minime stazionarie (16/20 C in pianura e bassa collina; 12/17 C tra 500 e 1000 metri; 9/13 C tra 1000 e 1500 metri). Massime in aumento (28/33 C in pianura e bassa collina; 25/29 C tra 500 e 1000 metri; 22/25 C tra 1000 e 1500 metri). Zero gradi a 4000-4200 metri (nord-sud) nelle ore centrali

  


A Crescentino arriva Europuppet,  il festival nato in Valsesia 18 anni fa si trasferisce nella bassa questo fine settimana con alcuni eventi  segnalati in un post pubblicato mercoledi',  dopo lo spettacolo di pupazzi  delle 21,00 previsto in Piazza Caretto,  un dj set con DJ KLUME 

Per quanto riguarda Lamporo gli spettacoli sono i seguenti:

PULCINELLA IN FAVOLA   VENERDI' ORE 21.00,  CORTILE DEL PALAZZO COMUNALE  ( ANCHE A FONTANETTO PO    DOMENICA ALLE 21.00 IN PIAZZA GARIBALDI )

LA CAPRA BALLERINA,  SABATO ALLE 17.00   CORTILE DEL PALAZZO COMUNALE .

A Trino  la notte bianca  sabato  con spettacoli e negozi aperti fino a tarda ora.

CARBONERI DI MONTIGLIO: SAGRA DEL FRITTO MISTO, DAL 18 AL 20 LUGLIO 2025


 

mercoledì 9 luglio 2025

LE MEDITAZIONI MUSICALI DELL'ORGANISTA PAOLA DIPIETROMARIA A CIRIE' , DOMENICA 13 LUGLIO 2025 ALLA PARROCCHIA SANTI GIOVANNI BATTISTA


 

EUROPUPPET A CRESCENTINO, SABATO 12 E DOMENICA 13 LUGLIO 2025

 Arriva a Crescentino  Europuppet:  Teatro Itinerante di figura  ,  da 18 anni questo evento che e' nato e cresciuto in Valsesia a cura di Bottega Teatrale, associazione culturale che ha sede a Fontanetto Po , fa divertire grandi e soprattutto piccini.

Da qualche anno Europuppet dalla Valsesia si avvicina alla bassa ed ecco gli appuntamenti nella nostra città: 

Sabato 12 luglio, ore 21.30 – “Si fa presto a dire Cenerentola” della Compagnia Gli Alcuni di Treviso presso Piazza Caretto

Sabato 12 luglio, ore 10.30 – laboratorio “Le lanterne dei desideri”, costruzione di lanterne navigabili, presso il Parco Rita Levi Montalcini, con navigazione alle ore 20.30

Domenica 13 luglio, ore 17 – “Carezza per un gigante” della Compagnia Progetto Zattera di Varese presso Piazza Caretto.

Info: info@labottegateatrale.it

lunedì 7 luglio 2025

GIUSEPPE ARLOTTA : UN FINE SETTIMANA A LIBRIZZI ( l'isola che eravamo )

 Cari Lettori e' con infinito piacere che Vi invito a leggere questo racconto breve di Giuseppe Arlotta  che vi proietterà in una estate siciliana dei primi anni 60, in un paese tra i   Nebrodi  , in cima ad una collina: Librizzi,  località molto cara allo scrittore.

In questo  Fine settimana a Librizzi  c'è il calore dell'isola, le tradizioni di un paese, la natura lussureggiante di una Sicilia forse meno conosciuta che quella celebrata della costa o delle città, ma non meno affascinante e splendente.



 
UN FINE SETTIMANA A LIBRIZZI

 
                         (l’isola che eravamo)
 
Erano gli anni delle elementari, all'Istituto Sant'Ignazio di Messina, una scuola gesuita che, per quei tempi, si poteva dire avveniristica: in quinta già si studiava l'inglese — good morning, pencil, door, dog  — parole che mi suonavano strane come un gioco nuovo, vocaboli lontani che si mescolavano al profumo di gesso e del legno vecchio dei banchi.
Eppure, più che le stesse parole, ciò che mi restava impresso erano le bacchettate sulle mani, inflitte con metodica fermezza, gentili come grandinate, da certi “amorosi” preti insegnanti. Bastava dimenticare di pronunciare un “Cristo Regni” o un “Sia lodato Gesù Cristo” all’ingresso in aula, per meritarsi quel gesto rituale che sembrava più penitenza che correzione. 

Era la Sicilia degli anni Sessanta, e certe consuetudini scolastiche erano ancora fortemente intrise di devozione e disciplina. Erano tempi segnati da una religiosità rigida, modellata nei movimenti e nelle formule, ma anche da un'infanzia che, nonostante tutto, sapeva scoprire spazi di libertà. Ricordo che contavo i giorni che mancavano alla fine di quell’anno terribile. E il sollievo, alla fine, arrivò: dopo cinque anni tra  Ancelle Riparatrici e Gesuiti, finalmente in casa si iniziava a parlare dell’iscrizione ad una scuola pubblica per le medie — una prospettiva che, allora, appariva quasi rivoluzionaria. Era come intravedere un varco, uno spiraglio di libertà.
 
Fu in quella estate del 1964 che mio zio Ele — Michele, per l’anagrafe — mi regalò una splendida edizione illustrata di “ Le avventure di Tom Sawyer” scritte da Mark Twain. Lo zio Ele era il sapiente della famiglia, professore e preside di liceo classico, raffinato studioso e traduttore di greco antico e anche in quel regalo sembrava aver intuito qualcosa di me. Quella copertina colorata fu come una finestra aperta su un mondo nuovo, su un’America lontana ma sorprendentemente vicina al mio cuore di ragazzino siciliano. Ancora oggi conservo quel libro come una reliquia: con devozione, con gratitudine, con un pizzico di stupore per quanto possa un libro fare in un’anima giovane, sicuramente ingiallito dal tempo ma intatto nella sua magia. 

Quel volume segnava il mio passaggio dalle filastrocche scolastiche e da quel fastidioso Pinocchio (che non mi ha mai coinvolto)  verso una lettura piena, autentica, che accendeva in me il desiderio di vivere altre vite, altrove. Il primo libro “vero” . Il primo che non avevo dovuto leggere, ma che avevo scoperto grazie allo zio e scelto di amare. Mi sembrava che ogni pagina parlasse a me, che ogni parola fosse stata scritta per il bambino che ero. E da quel momento la lettura non fu più un esercizio scolastico, ma un atto d’amore. L’approccio fu quasi mistico. Ricordo ancora il profumo della carta, diverso da quello patinato e asettico dei libri moderni: era un  odore antico, che sapeva di legno e colla, di inchiostro e avventura e ricordo anche, l’emozione con cui, ad alta voce, leggevo i passaggi che mi rapivano di più, tanto che mia madre dalla cucina, veniva a sbirciare chiedendomi in siciliano con chi stessi parlando (chi fai, parri sulu?) Forse temeva, in cuor suo, che qualche spirito mi avesse preso in possesso.— era donna umile e religiosissima — e così, per sicurezza, via con Ave Maria e Pater Noster, ché non si sa mai… Ma non erano spiriti. Ero diventato Tom Sawyer. Ero io che stavo imparando a vivere. iniziavo a vedere il mondo con occhi diversi.
 
Ogni fine settimana, quando papà ci conduceva a Librizzi, suo paese natale, si partiva all’alba, nel silenzio ancora sospeso delle prime luci. Dopo circa un’ora di viaggio, superato il “Bivio Colla”, cominciava il tratto che più attendevo: gli ultimi chilometri, percorsi in un misto di impazienza e incanto. Con il fiato sospeso, aspettavo la curva della “Castagnazza”, da cui, come una visione affiorante dalla memoria o da un sogno, appariva il paese: le case arroccate, incastonate sotto la chiesa madre —“A Matrici” , come la chiamavano i paesani — simili a un presepe eterno, quasi a incarnare quella peculiare armonia paesaggistica siciliana e a ribadire il senso profondo, come scolpito nella roccia, della religiosità del popolo librizzese. In quell’attimo, il reale si trasfigurava. Ai miei occhi di bambino, Librizzi diventava, St. Petersburg. Le colline attorno si dissolvevano nel profilo vasto del Missouri, e il Timeto — appena visibile in lontananza — assumeva la solennità immobile del grande Mississippi. Gli amici del paese, incontrati al mattino in piazza Catena, si mutavano nei compagni d’avventura complici perfetti delle mie fantasie: Achille diventava all’istante John Harper, Pippo prendeva i tratti di Huckleberry Finn (Huck).  Con loro accanto, ogni angolo del paese si faceva frontiera, ogni viottolo una promessa d’esplorazione. Qualunque pretesto bastava per mettersi in marcia, alla scoperta di luoghi nascosti e misteri da svelare. Perché bastava poco, a quell’età, per abitare l’altrove.
 
C’era un sentiero, in particolare, che partiva poco fuori dal paese e conduceva alla pineta. Lo imboccavamo in silenzio, come si entra in un luogo sacro, accompagnati soltanto dal frinire assordante delle cicale e dal profumo selvatico dell’origano e del rosmarino, che si sollevava dalle pietre arroventate dal sole. Quelli erano luoghi generosi, fatti di terra chiara e cielo infinito. La luce, nelle ore della tarda mattinata, si faceva dorata e densa, come miele colato sulle cose, e il vento caldo che scendeva da monte pareva accarezzare i sogni, sospingerli più in là, verso confini ignoti. Ogni angolo si trasformava nel teatro cangiante di una nuova avventura. 

La struttura rocciosa, addossata alla stradina interna che dalla piazza saliva al quartiere Forgia Superiore — oggi scomparsa, cancellata dall’intonaco grigio dell’ufficio di collocamento — era allora una montagna da scalare, un’erta vertiginosa da conquistare con mani e ginocchia sbucciate. Un casolare abbandonato diventava la tana segreta di pirati crudeli e tesori nascosti. La pineta era la nostra isola, remota e selvaggia, e persino il cimitero del paese, con le sue croci antiche (alcune inclinate) e i cipressi immobili, si tramutava in un luogo di sfide e brividi, dove ci addentravamo con il cuore in gola, immaginando d’incrociare Joe l’Indiano — che nei nostri racconti prendeva forma dalle dicerie del paese, incarnato nel volto cupo e nei silenzi minacciosi di un uomo che abitava nella zona di Porta Patti, noto per le sue collere improvvise e per i maltrattamenti inflitti a moglie e figli.
 
Nelle ore in cui né Achille né Pippo erano presenti, abbandonavo le vesti di Tom e, insieme ad altri ragazzini, nelle prime ore del pomeriggio — incurante del caldo che sembrava sciogliere le pietre — mi lasciavo prendere da un fervore sportivo che aveva qualcosa di epico. Il Messina partecipava al campionato di Serie A, tanto per capirci: avevo visto con i miei occhi “danzare” sul campo uomini come Sivori, Rivera, Mazzola — nomi che si pronunciavano con IL rispetto dovuto per chi ha fatto qualcosa di irripetibile. Così, armati di entusiasmo e di un solo, preziosissimo pallone, ci dirigevamo verso lo stradone sterrato che, molto oltre Contrada Giannotto, portava a un luogo mitico chiamato “i du muntagni” (le due montagne), che altro non erano che due costoni di terra e cespugli tra i quali la strada si apriva, come una cicatrice nel paesaggio. Per noi, quei rilievi avevano una sola, fondamentale funzione: impedire che la palla si perdesse nei noccioleti, assorbita da quel verde fitto e misterioso dove finiva ogni cosa calciata con troppa foga. Notoriamente “scarso”, trovavo posto in porta, ruolo ingrato e glorioso insieme, dove il corpo era tutto: ostacolo, bersaglio, pretesto. Il nostro allenatore — o, meglio, la nostra guida sul campo era Meluccio Rifici, poco più grande di noi. Non parlava molto, ma sapeva sempre cosa fare. C’era in lui una calma naturale, che a quell’età non si incontrava spesso. 

E oggi, per la sua passione per la ricerca e per le tradizioni locali, è riconosciuto dai più come la memoria storica del paese. A fine partita, dopo essermi ripulito e con le escoriazioni su ginocchia e braccia pazientemente curate da mia madre, ci si ritrovava al “bar di sotto” di Peppino Bonannella. Lì, Meluccio, deposti i panni dell’allenatore, diventava il consigliere attento, l’amico grande che sapeva usare le parole giuste. Seduto accanto a me, con il tono calmo di chi conosce la vita, mi offriva una gassosa e, mentre le bollicine salivano leggere come sogni non ancora infranti, mi spiegava che anche se avevamo perso, era comunque una vittoria. Perché, mi diceva con voce convinta, “è dalle sconfitte che si traggono i migliori insegnamenti”. E in quel momento, in quella piccola/grande frase, c’era già tutta la lezione dell’età adulta che ancora non conoscevo.
 
A ricondurmi nei panni di Tom, quando Achille tardava ad arrivare, ci pensava Pippo — il nostro Huck — che con la sua solita determinazione da comandante esperto proponeva un diversivo semplice e irresistibile: “Andiamo da Italia e Natalino a prendere un panino (la mafalda) con la mortadella.” Quell’invito alla merenda aveva in sé qualcosa di solenne e rituale, come un richiamo all’ordine d’un’avventura che stava per iniziare. Lo diceva con l’aria di chi sa dove si va, e perché. ed io, obbediente e affamato, seguivo la sua proposta come si segue un destino. Pippo era il più sveglio, quello che non si perdeva mai d’animo e trovava sempre un’alternativa, una via laterale, una scorciatoia. Aveva in sé un senso dell’opportunità che rasentava l’intuito, e lo metteva in gioco con naturalezza, quasi senza accorgersene. In lui c’era una prontezza che non sconfinava mai nella fretta. Smaliziato e concreto, faceva da contrappunto alla riflessività di Achille, quella capacità tutta interiore di pensare prima di agire, di ascoltare il silenzio prima di dire (qualità che noi attribuivamo con ammirazione all’influenza del padre, il Maestro Marco), e nello stesso tempo bilanciava la mia fantasia traboccante, ereditata, forse, dall’essere cresciuto in città, in quella Messina, città di asfalto e di rumori, da cui portavo un bagaglio di sogni compressi e immaginazioni trattenute: in città non c’era spazio per l’avventura, per il selvaggio, per lo sconfinato.
 
Così, quando il trio si ricomponeva, le idee di Pippo venivano accolte con entusiasmo, quasi con riconoscenza. Una in particolare, ricorrente come una canzone dell’estate, aveva il sapore dell’impresa: “E se dopo il panino andassimo alla Croce, a cercare qualcosa di dolce?” La Croce non era una croce vera, ma un incrocio polveroso di viottoli che tagliava la campagna a nord del paese, un punto senza tempo dove i rumori si rarefacevano e l’aria sapeva di sole e polline. Lì, proprio ai bordi del tracciato, in una curva appena accennata, cresceva un piccolo vigneto di uva bianca. La vite saliva a onde lungo i pali di legno, e i grappoli pendevano come promesse. Il vigneto ci appariva come un luogo sospeso — un” hortus conclusus” della nostra infanzia — che conservava misteri e doni. Pippo, naturalmente, ne era il custode. Aveva esplorato ogni filare, assaggiato acino dopo acino con la concentrazione di un sommelier bambino, e individuato — tra gli altri — i filari con  grappoli di zibibbo dolcissimo e raro, sapientemente nascosti più all’interno, dove l’occhio del passante non poteva arrivare. “Quelli buoni non stanno mai a portata di mano,” diceva serio, e la frase suonava come un proverbio. Noi lo seguivamo in silenzio, con la stessa solennità di chi sta per compiere un rito. Scavalcavamo il muretto basso, ci infilavamo tra le foglie che scricchiolavano sotto i passi, e subito ci trovavamo in un altro mondo: un mondo in cui bastava chiudere gli occhi per sentirsi esploratori o predoni, ladri di dolcezza, ragazzi del Sud in una pagina americana.
 
Sorvoliamo — per decenza e per istinto di sopravvivenza — sulla quantità d’uva che riuscivamo a ingurgitare, tra una risata e l’altra, nel nostro raid tra i filari. E nello stesso tempo, stendiamo un velo pietoso su ciò che sarebbe potuto accadere se il legittimo proprietario della vigna ci avesse colti sul fatto mentre ci dedicavamo alla sparizione progressiva del suo zibibbo più pregiato: lo scenario prevedeva, con buona probabilità, l’avvicinarsi con circospezione ed immediatamente dopo un inseguimento degno di un film western.
Di quell’uomo, in fondo, non conoscevamo nulla, né il nome, tantomeno volto e voce . Esisteva solo come entità spaventosa e ipotetica, un Orco del mondo agricolo, pronto a materializzarsi all’improvviso brandendo un bastone e urlando, in dialetto stretto, coloriti  insulti da censura televisiva di quei tempi (con riferimenti continui a non eleganti mestieri esercitati dalle nostre mamme). Più interessante, piuttosto, era il ritorno. La luce cominciava a piegarsi, l’aria si faceva più gentile. Camminavamo lungo il sentiero polveroso come reduci di un’impresa, con il sapore zuccherino che ancora ci pizzicava la lingua e il sorriso malcelato che ci saliva agli angoli della bocca, testimone silenzioso di ciò che avevamo vissuto insieme. Non era solo la dolcezza dell’uva a renderci leggeri, ma quella sensazione rara e perfetta di aver vissuto un momento che sarebbe rimasto, anche senza bisogno di raccontarlo. Un attimo d’intesa assoluta, in cui tutto — il caldo, la polvere, i grappoli, i passi, il vento — sembrava accordarsi in un’unica nota lunga e luminosa, come una musica che si porta dentro per tutta la vita.
 
Nei miei amici trovavo anche i confidenti. A fatica, con parole timide e impacciate, si parlava — sottovoce, come se il vento potesse origliare, di una ragazzina del paese. Quella che nel mio immaginario Twainiano  raffigurava  Becky Thatcher e che. chissà come, ti faceva tremare il cuore senza averti nemmeno sfiorato. Nessuno di noi sapeva cosa fosse davvero l’amore, figuriamoci l’educazione sentimentale o sessuale: nella Sicilia di allora, tutto ciò era materia sospesa, vagamente scandalosa, affidata ai silenzi, agli sguardi, ai sospiri rubati. Io la vedevo spesso al bar, mentre comprava un gelato — al limone o alla nocciola, sempre da sola e restavo qualche passo indietro, come paralizzato. Trovavo stratagemmi puerili per incrociarne gli occhi: fingevo di cercare qualcuno alle sue spalle, mi chinavo a raccogliere qualcosa quando passava, oppure imboccavo a caso una stradina secondaria nella speranza che, per una sorta di magia topografica, ci saremmo ritrovati faccia a faccia. E invece, ogni volta che accadeva, abbassavo lo sguardo, mi facevo piccolo, spettatore tremante del suo passo lento, dei capelli castani, quasi biondi che le scendevano sciolti sulle spalle come fili d’oro. Erano quelli, più di ogni altra cosa, a incantarmi. Li sognavo anche ad occhi aperti: il modo in cui si muovevano quando lei camminava, come trattenessero il debole vento pomeridiano l, come se fossero tessuti di sole.
 
Con Achille e Pippo ne discutevamo tra un’avventura e l’altra, ma con un tono nuovo, trattenuto, quasi adulto. Pippo, più pratico, sosteneva che avrei dovuto comprarle un anellino con finta pietra preziosa nel negozio di Tindaro Adamo — costava cinquanta lire, diceva, un gesto simbolico ma indimenticabile. Achille, invece, suggeriva di farmi vedere più spesso alla Fontanella, la fonte sorgiva dove le famiglie mandavano i figli a riempire d’acqua freschissima l’orcio in terracotta (u bummulu)  . “Lì prima o poi ci passa anche lei”, diceva con quell’aria tranquilla di chi sembrava sempre sapere come vanno le cose, senza doversi inventare nulla. Io annuivo senza dire troppo, soppesando ogni ipotesi come si fa con gli oggetti sacri: volevo dichiararmi, sì, ma non sapevo come; né se davvero lo volessi, o se non bastasse già sognarlo. E oggi, ripensandoci, mi ritrovo nella corsa impacciata e ostinata di Stefano Satta Flores durante la scena del corteggiamento nel film “I Basilischi” di Lina Wertmuller, quando rincorre la ragazza tra i vicoli per dirle, finalmente, qualcosa, qualunque cosa (un appuntamento), pur di non lasciarla andare. La verità è che il desiderio, allora, era fatto di piccoli gesti e grandi paure. Bastava il tremore di un saluto accennato, uno scambio di sguardi che durasse più del necessario, un passo condiviso lungo la stessa stradina e il cuore correva. L’amore era un pensiero non ancora formato, una malinconia gioiosa, un turbamento difficile da nominare. E noi, ragazzini siciliani in un tempo in cui i sentimenti si imparavano per via di silenzi, restavamo lì, a metà strada tra il sogno e il pudore.
 
E poi veniva la sera della domenica. La fine di un weekend avventuroso, pieno: partite di calcio giocate su campi sterrati, avventure inventate tra le fronde della pineta, segreti condivisi con la naturalezza assoluta di chi non conosce ancora il tradimento. E poi amori acerbi, nomi bisbigliati tra noi come formule magiche, strategie puerili per farci notare, risate che esplodevano senza vergogna, sincere e intere come solo quelle dell’infanzia. Non so che cosa volesse dire, allora, calarmi nei panni di Tom Sawyer. Ricordo soltanto il brivido esatto con cui, dalle pagine del libro, mi gettavo nel mondo: un sentimento a metà fra l’avventura e la rivolta silenziosa, fra il bisogno di giustizia e il diritto di essere diverso. Da quel momento, dentro di me, prese a germogliare qualcosa che non si sarebbe più fermato: un seme tenace che, stagione dopo stagione, avrebbe accompagnato ogni mio passo. Perché in fondo, in quel ragazzino scapestrato con la fionda in tasca e la testa fra le nuvole, io avevo riconosciuto me stesso. E forse, ancora oggi, quel ragazzo è rimasto là, dietro l’ultima curva della Castagnazza: mani sporche di terra, occhi pieni di sole, cuore saturo di promesse. Aggrappato con gratitudine alla libertà che il paese sapeva offrire alla sua immaginazione—repressa per mesi tra palazzi, campanelli e strade piene di auto - quel ragazzo vedeva la fantasia aprirsi come un fiore nella luce di Librizzi, e respirava, all’improvviso, il profumo di un futuro senza confini.
 
Si tornava a casa. Ed io, seduto sul sedile posteriore dell’auto, con le gambe ancora impolverate e il viso arrossato dal sole, guardavo sfilare il paesaggio dal finestrino. Quelle colline, quei fichidindia, quei viottoli tra i campi, quelle case di pietra mi avevano ancora cambiato — anche se allora non lo sapevo. Ogni volta che partivo per Librizzi, ero un ragazzo di città; ogni volta che tornavo, qualcosa in me si era fatto più silenzioso, più curioso, più vivo. Durante il tragitto, quando mio padre affrontava i tornanti in discesa che da Tindari portavano a Falcone, e poi giù, verso la costa e Messina, io restavo muto. C’erano momenti in cui nessuno parlava, e quel silenzio mi sembrava solenne. Sentivo il rombo basso del motore, il suono regolare delle gomme sull’asfalto, e intanto nella mia mente si sovrapponevano immagini, frammenti, battute, gesti. E nella penombra dell’abitacolo, tra le luci lontane delle case sulla costa tirrenica e l’eco dei giorni appena vissuti, non c’era più Messina, né Librizzi, né la Sicilia stretta nei suoi riti. C’era solo la nostra isola segreta, la pineta, il sapore dello zibibbo rubato, l’aria tiepida sulla pelle — e quel pensiero dolce che restava, come zucchero sulle labbra, mentre gli occhi si chiudevano da soli, vinti dal sonno: Achille non era più John, Huck tornava ad essere semplicemente Pippo — il nostro Pippo ed io, Tom, ridiventavo Peppuccio: così mi chiamavano mia madre e gli amici del paese, e così ancora oggi mi sento, ogni volta che la memoria mi riporta indietro, a quegli anni limpidi e sospesi come un pomeriggio d’estate senza orologio, quando bastava un weekend estivo per sentirsi eroi e un soprannome per sapere chi eravamo davvero.
 
 
 
Dedico questo breve racconto a Pippo Marziano che, purtroppo, non è più tra noi. A lui, che aveva il sorriso pronto e il passo leggero, che sapeva inventare giochi e battute, che trasformava ogni momento in una festa. Il suo essere sempre gioviale, il suo modo di prendere la vita a morsi senza crucci, senza pose, sopravvive nei nostri ricordi, nelle nostre risate bambine, in quella pineta che forse esiste ancora, da qualche parte, tra un sogno e un tramonto. Grazie, Pippo.Per tutto.
 
Giuseppe Arlotta
 
6 luglio 2025-
 
 

METEO NIMBUS SETTIMANA, MENO CALDO, DA MARTEDI' PIU' STABILE

 

CORRENTI DA NORD CON CLIMA ASCIUTTO E TEMPERATURE GRADEVOLI. VELOCE PASSAGGIO TEMPORALESCO LUNEDI' POMERIGGIO-SERA POI VENTO IN RINFORZO.
Una depressione fredda attiva sul Centro-Nord Europa indirizza un fronte di aria fresca e instabile verso le regioni alpine. La sua azione sarà in parte smorzata al Nord-Ovest, ma con l'arrivo dell'aria fredda in quota si attiveranno nuovi temporali soprattutto tra il nord ed est Piemonte. Il fronte freddo da nord sarà seguito da condizioni di foehn, con un rinforzo del vento al sud delle Alpi che determinerà nei prossimi giorni condizioni ben soleggiate e caldo moderato e asciutto.

PROBABILE EVOLUZIONE FINO AL 17 LUGLIO
Condizioni di alta pressione, ma con apporto di aria più umida e instabile che riattiverà qualche temporale pomeridiano a ridosso dei rilievi alpini, localmente anche in pianura tra il 12 e il 13 luglio. Caldo in aumento dal 14 luglio con massime tendenti a riportarsi a 31/34 gradi in pianura e sui 23/24 gradi a 1500 metri.

Immagine satellitare e carte meteorologiche

AVVISO

Nel pomeriggio e serata di lunedì temporali veloci, ma ancora localmente intensi con gradine e vento tempestoso, potranno interessare Biellese, Verbano, Vercellese, Novarese, Astigiano e Alessandrino.
Nella serata di lunedì e nuovamente dal pomeriggio di martedì sono invece attesi venti di foehn in rinforzo fino in pianura, con raffiche anche molto forti tra Torinese, Valle d'Aosta, Cuneese e Monferrato astigiano e alessandrino.

PREVISIONI PER IL PIEMONTE E LA VALLE D'AOSTA


  

MARTEDÌ
08

LUGLIO
2025

Cielo:soleggiato con addensamenti su creste e cime di confine del Torinese, Sesia, Ossola e su alte valli occidentali e settentrionali valdostane.
In giornata addensamenti cumuliformi sul Verbano.
Precipitazioni:
in giornata un rovescio possibile a ridosso dei rilievi tra Biellese, Sesia, Ossola e sul Lago Maggiore. Quota neve sui 2300-2500 metri.
Venti:
pianura e collina: deboli variabili o occidentali al mattino con rinforzi di foehn su zone pedemontane a nord del Po; in giornata in rinforzo per foehn fino a forti
fondovalle: moderati o forti da nord-ovest per foehn, anche molto forti tra Torinese e Valle d'Aosta
media montagna: moderati o forti da nord-ovest
alta montagna: forti da nord-ovest

Temperature:
minime in calo (13/17 C in pianura e bassa collina; 10/15 C tra 500 e 1000 metri; 8/11 C tra 1000 e 1500 metri). Massime in lieve calo (26/30 C in pianura e bassa collina; 22/26 C tra 500 e 1000 metri; 17/22 C tra 1000 e 1500 metri). Zero gradi a 3000-3500 metri (nord-sud) nelle ore centrali.

  

MERCOLEDÌ
09

LUGLIO
2025

Cielo:soleggiato con nubi sparse in giornata sui rilievi.
Precipitazioni:
assenti.
Venti:
pianura e collina: deboli variabili o brezze
fondovalle: deboli variabili o brezze diurne moderate
media montagna: moderati da nord-ovest
alta montagna: moderati o forti da nord-ovest

Temperature:
minime in calo (10/14 C in pianura e bassa collina; 8/13 C tra 500 e 1000 metri; 5/8 C tra 1000 e 1500 metri). Massime in calo (25/28 C in pianura e bassa collina; 21/25 C tra 500 e 1000 metri; 18/21 C tra 1000 e 1500 metri). Zero gradi a 3700-4000 metri (nord-sud) nelle ore centrali.

  

GIOVEDÌ
10

LUGLIO
2025

Cielo:soleggiato con cumuli sparsi in giornata in montagna.
Precipitazioni:
assenti.
Venti:
pianura e collina: deboli variabili o brezze
fondovalle: deboli variabili o brezze diurne moderate
media montagna: deboli o moderati da nord-ovest
alta montagna: moderati da nord-ovest

Temperature:
minime in aumento (12/17 C in pianura e bassa collina; 10/15 C tra 500 e 1000 metri; 7/10 C tra 1000 e 1500 metri). Massime in lieve aumento(26/30 C in pianura e bassa collina; 22/26 C tra 500 e 1000 metri; 18/22 C tra 1000 e 1500 metri). Zero gradi a 3500-3800 metri (nord-sud) nelle ore centrali.

  

VENERDÌ
11

LUGLIO
2025

Cielo:soleggiato con addensamenti cumuliformi in giornata sui pendii montani.
Precipitazioni:
assenti.
Venti:
pianura e collina: deboli variabili o brezze
fondovalle: deboli variabili o brezze diurne moderate
media montagna: deboli o moderati da nord-ovest
alta montagna: moderati da nord-ovest

Temperature:
minime in aumento (14/19 C in pianura e bassa collina; 11/16 C tra 500 e 1000 metri; 9/12 C tra 1000 e 1500 metri). Massime in lieve aumento(27/31 C in pianura e bassa collina; 23/27 C tra 500 e 1000 metri; 19/23 C tra 1000 e 1500 metri). Zero gradi a 3700-4000 metri (nord-sud) nelle ore centrali.

domenica 6 luglio 2025

CAMMINI DIVINI: TREKKING DA USSEGLIO AL PIAN BENOT E POI.... DOMENICA 13 LUGLIO 2025


Cammini Divini di Augusto Cavallo ripropone questa facile escursione con Accompagnatore Naturalistico su mulattiere e sentieri dal borgo di Usseglio, salendo fino al Pian Benot, e ritorno. Lunghezza percorso circa 10 km. - dislivello +460 m. Difficoltà medio bassa.  

In occasione della Mostra della Toma di Lanzo e dei formaggi d’alpeggio di Usseglio faremo un’escursione partendo da Usseglio (1260 m.) salendo fino ai 1660m. del Pian Benot per un dislivello di circa 420 m. Il percorso si snoda lungo sentieri di montagna ed in parte su strada asfaltata a bassa percorrenza. Arrivati al Pian Benot ci sarà la possibilità di accedere al Bar Nei e Soleil per eventuali consumazioni e usufruire dei servizi prima di ripartire per fare ritorno a Usseglio.

Ritrovo alle 9,30 di fronte al Ristorante Furnasa https://goo.gl/maps/nsrG15ZWSPpvkG6M6, per caffè e iscrizioni per poi partire direttamente per il nostro trekking, al ritorno sempre nei pressi del Ristorante Furnasa potremo consumare il pranzo al sacco. In alternativa per chi lo desidera si potrà accedere ai vari stand della Fiera della Toma che propongono varie alternative culinarie.

Si raccomanda: Abbigliamento adeguato ad una camminata in montagna ed alla stagione, scarpe da trekking o scarponcini, crema solare, abbondante scorta d’acqua e pranzo al sacco.

Per chi parte dal Monferrato il ritrovo è fissato alle ore 7,30 a Crescentino (presso il bar Gallery annesso al supermercato CONAD) https://maps.app.goo.gl/AB4JLrhXdHtUZnHaA . A seguire partenza in direzione di Usseglio di fronte al Ristorante Furnasa dove incontreremo gli altri partecipanti. Termine dell’escursione verso le 12,30 e sosta per il pranzo al sacco.

A seguire avremo il tempo per visitare la Fiera della Toma di Lanzo. Terminata la visita faremo ritorno a casa.

Costo Accompagnamento escursione €. 10,00

    

N.B.: L’escursione è a posti limitati e la prenotazione è obbligatoria entro sabato 12 luglioPer info e prenotazioni potete rivolgervi ai seguenti riferimenti:

Augusto Cavallo cell. 339 4188277 – mail: augusto.cavallo66@gmail.com

https://www.facebook.com/augustonordic/

https://www.facebook.com/groups/1722191187995377

https://www.facebook.com/events/713205744632003

Il programma può subire modifiche e/o variazioni ad insindacabile decisione dell'organizzazione per ragioni tecniche e/o logistiche.


 

venerdì 4 luglio 2025

METEO NIMBUS WEEK END E APPUNTAMENTI

 Tra gli appuntamenti ,  a Vercelli  sabato 5 luglio LA NOTTE BIANCA,  in occasione dell'apertura dei saldi estivi.

VENERDI' ULTIMO GIORNO DI CANICOLA. NEL FINE SETTIMANA TEMPORALI A TRATTI, CALO TERMICO E DA LUNEDI' BELLE SCHIARITE CON CLIMA PIU' GRADEVOLE E ASCIUTTO.
La fase di caldo intenso che sta interessando il sud delle Alpi, sotto l'influenza di una massa d'aria afromediterranea, subirà un'interruzione nel fine settimana. Un primo fronte di aria instabile transiterà nella notte su sabato portando qualche temporale e un primo calo termico. Un secondo fronte temporalesco è atteso dal pomeriggio di domenica e sarà seguito da correnti più fresche e asciutte da nord-ovest che determineranno un rinforzo dei venti e il ritorno del sereno, con aria più asciutta e caldo moderato.

PROBABILE EVOLUZIONE FINO AL 14 LUGLIO
Condizioni soleggiate con correnti asciutte da nord-ovest e temperature massime sui 28/31 gradi in pianura e sui 20 gradi a 1500 metri. Dal 12 luglio aumento del caldo e dell'umidità con annuvolamenti pomeridiani in montagna associati a locali temporali.


AVVISO

Tra sabato e domenica due impulsi temporaleschi interesseranno il Piemonte, con possibili nubifragi, grandinate e raffiche di vento tempestoso, in grado di provocare allagamenti e danni su aree circoscritte.
Nella notte su sabato e in parte al mattino di sabato gli eventi più intensi saranno probabili tra Biellese, Vercellese, Novarese, Verbano e la zona del Torinese più orientale.
Una seconda ondata temporalesca si attiverà dal pomeriggio di domenica interessando con nubifragi localmente tempestosi soprattutto nord Piemonte, Astigiano, Alessandrino e più marginalmente e velocemente Langhe e Torinese.

PREVISIONI PER IL PIEMONTE E LA VALLE D'AOSTA



SABATO
05

LUGLIO
2025

Cielo:tra notte e mattino annuvolamenti più accentuati tra pianure, colline e primi tratti vallivi piemontesi, ampie schiarite su interno valli e Valle d'Aosta.
Tendenza a schiarite e più soleggiato in giornata tra nubi sparse e addensamenti, più spiccati sulle zone montane e pedemontane.
Precipitazioni:
tra notte e primo mattino rovesci e temporali tra Torinese, Biellese, Vercellese, Novarese, Verbano e Saluzzese, in prevalenza tra pianure, colline e primi tratti vallivi, anche localmente intensi.
In seguito più asciutto con qualche rovescio o temporale in giornata sulle zone montane, specie tra Biellese e Ossola e in estensione alla zona del Lago Maggiore.
In serata qualche temporale nuovamente tra pianure e colline, specie tra Astigiano, Alessandrino e zone intorno al Po.
Quota neve sui 3600 metri.
Venti:
pianura e collina: deboli o moderati tra est e nord-est. Rinforzi nella notte e nelle zone temporalesche
fondovalle: deboli o moderati orientali o a regime di brezza
media montagna: moderati occidentali
alta montagna: moderati o forti occidentali

Temperature:
minime in calo (18/22 C in pianura e bassa collina; 16/20 C tra 500 e 1000 metri; 13/16 C tra 1000 e 1500 metri). Massime in calo (27/30 C in pianura e bassa collina; 23/27 C tra 500 e 1000 metri; 20/23 C tra 1000 e 1500 metri). Zero gradi a 4300-4500 metri nelle ore centrali

  

DOMENICA
06

LUGLIO
2025

Cielo:al mattino schiarite tra velature o addensamenti tra pianure e colline.
Dal pomeriggio nubi in aumento fino a irregolarmente nuvoloso o nuvoloso e nuove schiarite in serata.
Precipitazioni:
nella notte isolati temporali ancora possibili tra pianure e colline, specie su zone orientali.
Nel pomeriggio rovesci e temporali in transito, veloci e a carattere sparso tra Cuneese, Torinese, Valle d'Aosta, più estesi e intensi con locali nubifragi e grandinate tra Verbano, Vercellese, Novarese, Astigiano, Alessandrino e Langhe.
Quota neve in calo fino a 3200-3500 metri.
Venti:
pianura e collina: deboli variabili o orientali, da moderati a forti meridionali su Langhe, Astigiano, Alessandrino. Raffiche anche tempestose nelle zone temporalesche
fondovalle: deboli variabili o brezze, da moderati a forti da sud sull'Appennino. Tra pomeriggio e sera in rinforzo tra ovest e nord-ovest per foehn entro le valli alpine
media montagna: moderati o forti occidentali
alta montagna: forti occidentali

Temperature:
minime in lieve calo (17/21 C in pianura e bassa collina; 14/19 C tra 500 e 1000 metri; 11/14 C tra 1000 e 1500 metri). Massime in lieve calo (26/29 C in pianura e bassa collina; 21/26 C tra 500 e 1000 metri; 19/22 C tra 1000 e 1500 metri). Zero gradi a 4000-4200 metri (nord-sud) nelle ore centrali.

  

LUNEDÌ
07

LUGLIO
2025

Cielo:soleggiato con qualche velatura e addensamenti in quota su creste e cime di confine del Torinese, Sesia, Ossola e su alte valli occidentali e settentrionali valdostane; in giornata addensamenti cumuliformi sul Verbano.
Fino al primo mattino addensamenti su pianure e colline.

Precipitazioni:
tra pomeriggio e sera rovesci e locali temporali in transito tra Vercellese, Novarese e Verbano e neve o nevischio in quota su creste e cime di confine della Valle d'Aosta. Quota neve sui 2600-2800 metri.
Venti:
pianura e collina: deboli variabili, tra pomeriggio e sera in rinforzo per foehn tra Torinese, Valle d'Aosta, nord Piemonte e anche altrove in serata
fondovalle: moderati o forti da nord-ovest per foehn, o deboli o moderati sul Cuneese
media montagna: moderati o forti occidentali
alta montagna: forti occidentali

Temperature:
minime in lieve calo (16/19 C in pianura e bassa collina; 13/17 C tra 500 e 1000 metri; 10/13 C tra 1000 e 1500 metri). Massime in lieve aumento (27/31 C in pianura e bassa collina; 24/27 C tra 500 e 1000 metri; 20/24 C tra 1000 e 1500 metri). Zero gradi a 3500-4000 metri (nord-sud) nelle ore centrali.

  



giovedì 3 luglio 2025

L'INTELLIGENZA ARTIFICIALE, I POST DI ARLOTTA E I BURKINI ALLA PISCINA DI MORANO SUL PO

 Che senso ha tenere aperto un blog nel 2025?  Cosi' c'era scritto in un commento, uno dei tanti,  sotto il post di Arlotta dedicato all'Islam  che ha fatto tornare le polemiche nei commenti  dopo mesi  di silenzio totale.

E' passato,  e' vecchio,  c'è Instagram, Facebook,  Tik Tok e qualsiasi altra diavoleria,  ma ha il senso che hanno i giornali di carta,  i dvd , i cd o i dischi in vinile,  e continuerà ad avere senso fin quando voi  con gentilezza ed interesse verrete qui a vedere quel che c'è  e a informarvi su quello che succede.

C'è qualcuno che non viene con gentilezza, ma viene per umiliare e sminuire il mio lavoro di volontariato,  e in questo caso ci viene per criticare l'ultimo post di Arlotta che e' lodato e osannato quando scrive benissimo  della sua Sicilia o stigmatizza l'uso di smartphone e condanna chi si scaglia contro medici o gli insegnanti pensando di essere, loro stessi,  geni o luminari della medicina  ma se lo stesso Arlotta esterna la sua idea di Islam ( che io condivido pienamente ) gli si salta addosso e si usa perfino l'intelligenza artificiale,  perchè quei commenti lunghi,  forbiti, da soloni  non erano farina del cervello di chi li ha scritti  ma erano partoriti dall'AI.  NON SONO NATO IERI.

Quindi quando mi sono ritrovato in mano la composizione di Cappa SULL'ORLO DELL'INFINITO che riflette proprio sul futuro della tecnologia e sulla nostra mente umana  ho deciso che andava pubblicato subito.

Un post  quello di Giuseppe Arlotta che sta per raggiungere i 300 click e crescerà ancora  , un long seller come li chiamo io certi post....quelli che lentamente salgono di giorno in giorno.

Quando mi e' stato proposto avevo appena assistito ad una scena che mi ha profondamente turbato.

Un sabato di metà giugno, piscina comunale di Morano sul Po,  paese dove Fratelli d'Italia  veleggia oltre il 50 per cento  con sindaco dello stesso partito; mentre sono in acqua  vedo  scendere in vasca una ragazzina,  13 o 14 anni di sicuro ,,  in burkini,  quei costumi che coprono tutto il corpo,  ma non solo,  questa aveva anche il velo , quasi un burka,  solo la bocca e gli occhi di fuori.

La poveretta, non posso chiamarla in altro modo  con 30 gradi esterni e manco sotto l'ombrellone ,  dopo essere entrata in acqua  si e' messa a parlare con due ragazzine e un ragazzino  a bordo vasca,  ho inteso che fossero compagni di scuola, alle medie,  la ragazza islamica  parlava in un perfetto italiano con un poco di accento casalese e i suoi amici  vedendola bardata cosi' invece di dirle " togliti quell'orribile costume " le parlavano come niente fosse.

Una signora,  habitue' della piscina mi ha detto : " Mauro , chiamiamo gli assistenti sociali " , io le ho risposto che gli assistenti sociali che sono quasi tutti di sinistra ci avrebbero costretto a noi a metterci il burkini ( poi di dubbia igiene tra l'altro ) .

In quel momento mi sono sentito orgoglioso di aver votato no alla cittadinanza dopo 5 anni,  quella ragazza, che obbedisce ai suoi genitori e fa il bagno vestita in quel modo  non merita di diventare italiana,  ne' ora ne' mai .

Sono di destra? Per nulla,  solo conservatore e profondamente italiano.

IL BLOGGER


IL FILM DEL GIORNO: F1, CON BRAD PITT

IL PARERE DEL BLOGGER: L'idea di far uscire molti films importanti in estate  sta dando buoni frutti,  se una volta le sale in estate erano deserte , da qualche anno le cose sono cambiate.  Formula 1  e' un esempio di fillm molto adatto alla stagione.

La critica ha storto il naso,  come l'hanno storto alcuni amanti della Formula Uno e le pecche sono evidenti,  ma l'adrenalina, la spettacolarità,  la trama avvincente e il cast capitanato da Brad Pitt  fanno si che la pellicola  che dura oltre 2 ore e mezza  non sia pesante e che si lasci guardare in modo leggiadro.

In uscita questa settimana  Jurassic Park ( l'ennesimo ) e la prossima l'ennesimo Superman. A Hollywood sono un po' scarsi di idee ma gli incassi non piangono per ora.



 DATA DI USCITA

25 Giugno 2025
REGIA Joseph Kosinski
CAST Brad Pitt, Javier Bardem
GENERE Azione
DURATA 155′
CLASSIFICAZIONE 6+
ANNO 2024
PRODUZIONE Plan B Entertainment
DISTRIBUZIONE Warner Bros. Pictures
TRAMA

L’attesissimo film sulla Formula 1® ha come protagonista Brad Pitt nei panni di un ex pilota di F1® che ritorna alle corse, affiancato da Damson Idris nel ruolo del suo compagno di squadra all’APXGP, una squadra di fantasia sulla griglia di partenza. Nel film, girato durante i weekend dei Grand Prix, la squadra di Pitt e Idris si trova a fronteggiare i veri titani dello sport.