L’ENNESIMO SOLD OUT CHIUDE LA STAGIONE DI
TEATROLIEVE A FONTANETTO
Chiusura della stagione
teatrale trionfale per TeatroLieve, che sabato 30 aprile con “Servo di scena”
di Ronald Harwood ha inanellato un altro esaurito e strappato applausi più che
meritati agli spettatori del teatro Viotti di Fontanetto Po, dopo l’anteprima
di venerdì 29, anch’essa seguita da un folto e calorosissimo pubblico.
“Servo di scena” è uno splendido esempio di
teatro nel teatro: narra la storia di una compagnia di giro shakespeariana che,
sotto i bombardamenti che colpiscono l’Inghilterra del
1942, cerca di mettere
in scena l’ennesima replica del “Re Lear”.
In un allestimento
scenografico di grande effetto, sapientemente illuminato da luci crepuscolari
che ci restituiscono i vari luoghi, camerini, quinte e palcoscenico, per la
ferrea e partecipe regia di Giovanni Mongiano e Livio Ghisio, uno spettacolo
molto bello e affascinante con una compagnia di interpreti di qualità. A
partire da Annalisa Canetto, che disegna con grazia, classe e ingenuità Irene,
giovane aspirante attrice…
E poi Anna Antonia
Mastino, intensa nel ruolo di Madge, direttrice di scena ormai disillusa; Marco
Panno, che interpreta con spirito e sarcasmo l’animo ribelle di Mr. Oxenby;
Paola Vigna, una dolente e rassegnata Milady dalla forte presenza scenica; e la
vera sorpresa della serata, Valerio Rollone, un poetico e stralunato Mr.
Thornton.
Infine i due protagonisti,
intorno ai quali si snoda la vicenda: Giovanni Mongiano nel ruolo di Sir
Ronald, e Luca Brancato nei panni di Norman, il servo di scena del titolo, che
al di là del loro indiscutibile talento, hanno dato grande prova di
affiatamento nei serrati dialoghi, ora divertenti, ora drammatici, ora
disperati, a dare consistenza alle loro solitudini intrecciate a filo doppio,
complementari, creando sapientemente una complicità apparentemente
indistruttibile...
È proprio nel rapporto tra
Norman e Sir Ronald che si dipana la vicenda; il vecchio dispotico capocomico
della compagnia e il suo servitore fedele. L’uno è preda dei demoni della
vecchiaia e di una vita spesa sul palcoscenico e sente ormai prossimo il suo
tramonto; l’altro è incapace di accettare la fine della carriera del suo
maestro, terrorizzato dall’idea di non avere più uno scopo nella vita,
cosciente che per lui non può esistere vita al di là di camerino e
palcoscenico.
Ma c’è anche un altro
protagonista: la guerra, che facendo da sfondo alla vicenda, dà tutto un altro
valore al mestiere dell’attore. Nella tragedia di una città bombardata, i
teatri sono ancora pieni e la rappresentazione sulla scena diventa la vita
stessa. Recitare diventa il mezzo per lanciare il proprio grido di vita contro
la morte portata dalla guerra. Una riflessione – seria ma che lascia continuamente
spazio al sorriso e al divertimento – sul mestiere del recitare e, in fondo,
sul mestiere di vivere.
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