giovedì 30 aprile 2015

CARTA DI MILANO, IMPEGNO SUL BENESSERE DEGLI ANIMALI MA SI POTEVA FARE DI PIU' by d'angelo

CARTA DI MILANO, IMPEGNO SUL BENESSERE DEGLI ANIMALI MA SI POTEVA FARE DI PIU'

Martedì, 28 Aprile 2015
CARTA DI MILANO, IMPEGNO SUL BENESSERE DEGLI ANIMALI MA SI POTEVA FARE DI PIU'
Parecchi richiami alla sostenibilità, un passaggio positivo (purché non resti inapplicato) sul benessere degli animali. Si poteva sperare di più, per esempio su vegetarianesimo e veganismo, dalla Carta di Milano, il documento sul diritto al cibo, elaborato e sottoscritto da tutti i Paesi partecipanti all'Expo che è stato tradotto in 19 lingue. E non solo: manca qualsiasi accenno di critica al modello alimentare industriale e alle sue conseguenze con un impatto negativo per l'ambiente. Prima dell'evento di presentazione, nell'aula magna della Statale, nel centro del capoluogo lombardo, c'è stata una contestazione. Mentre il commissario unico di Expo 2015 Giuseppe Sala stava parlando con i giornalisti, due contestatori hanno esposto uno striscione contro l'Expo e la Carta di Milano e hanno inveito nei confronti dello stesso commissario unico. La contestazione è durata qualche minuto e i due sono stati subito allontanati. Lo striscione, allora, è stato ritirato.
Nella sezione dedicata agli "Impegni" del testo pubblicato sul sito dedicato, c'è un chiaro riferimento al benessere degli animali: "In quanto imprese, noi ci impegniamo a promuovere la diversificazione delle produzioni agricole e di allevamento al fine di preservare la biodiversità e il benessere degli animali". L'aggettivo "sostenibile", inoltre, viene ripetuto parecchie volte nel documento. Accanto alla promozione di "un equo accesso alle risorse naturali", fin dal preambolo, si trova scritto: "Garantire una gestione sostenibile dei processi produttivi". E non solo. Più avanti, dove si parla dei "Diritti", si legge: "Noi crediamo che l'investimento sulle risorse naturali debba essere regolato, per garantire e preservare alle popolazioni locali l'accesso a tali risorse e a un loro uso sostenibile". Ancora, nella sezione "Consapevolezze", si parla chiaro: "Per far fronte in modo sostenibile alle sfide alimentari future è indispensabile adottare un approccio sistemico attento ai problemi sociali, culturali, economici e ambientali e che coinvolga tutti gli attori sociali e istituzionali". Poco dopo, tra gli "Impegni", si sottolinea il desiderio di vivere in un "mondo sostenibile" e ci si augura un "futuro" sempre "sostenibile". Quest'ultima espressione torna anche nella parte finale dopo che viene specificata "la nostra adesione concreta e fattiva agli Obiettivi per uno Sviluppo Sostenibile promossi dalle Nazioni Unite". Nessun cenno alla promozione della cultura "veg" o, perlomeno, pare non venga mai messo in discussione il modello alimentare industriale.
"Oggi, nel mondo, circa 800 milioni di persone soffrono di fame cronica e più di due miliardi di persone sono malnutrite. Eppure ogni anno 1,3 miliardi di tonnellate di cibo viene sprecato, mentre le risorse della terra, le foreste e i mari sono sfruttati in modo insostenibile. Una delle maggiori sfide dell'umanità - si legge sul sito della Fondazione Giacomo Feltrinelli che ha collaborato alla scrittura della Carta con Laboratorio Expo - è quella di nutrire, attraverso processi inclusivi e partecipativi, una popolazione in costante crescita, senza danneggiare l'ambiente e di affermare con forza che il diritto al cibo sano, sufficiente e nutriente è un diritto umano fondamentale". "Come si può vincere questa sfida globale? Impegnandoci in prima persona, come cittadine e cittadini, come membri delle associazioni della società civile e come imprese. E - si legge ancora - impegnandoci a chiedere alle istituzioni locali, nazionali e internazionali di assumere precise iniziative. La Carta di Milano è questo: un manifesto concreto e attuabile che coinvolge tutti, donne e uomini, cittadini di questo pianeta, nel combattere la denutrizione, la malnutrizione e lo spreco, promuovere un equo accesso alle risorse naturali e garantire una gestione sostenibile dei processi produttivi".
"La Carta inizia con l'analisi della realtà del nostro mondo globalizzato e un esame di come stanno le cose: è il momento della consapevolezza e della ricognizione delle ingiustizie del mondo contemporaneo - si spiega subito dopo -. Quindi, il documento si snoda attraverso una riflessione e una discussione su come vorremmo che la situazione si sviluppasse e che cosa dobbiamo fare affinché il Pianeta si avvii sulla strada di una dimensione più sostenibile: questa è la parte degli impegni delle cittadine e dei cittadini, delle associazioni e delle imprese che si assumono responsabilità in prima persona e chiedono anche ai governi e alle istituzioni di impegnarsi al fine di contribuire agli obiettivi per uno sviluppo sostenibile individuati dalle Nazioni Unite".
"La fondamentale importanza delle questioni chiamate in causa dal tema di Expo Milano 2015 è evidente: è in gioco il disegno di un futuro diverso e migliore. Firmare la Carta di Milano", sostengono gli ideatori, "è un atto di partecipazione attiva alla costruzione di questo futuro".

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