lunedì 23 marzo 2015

FAZIO 2- SCONTRO FINALE, OVVERO COME LA RAI SI STA SUICIDANDO (LEGGI: RIFORMA DEL GOVERNO P.V.) CONTINUANDO A IMPORRE ( E A PROMUOVERE) PERSONAGGI IMPROPONIBILI. BY D'ANGELO

Quando la liberazione del Fazio-Strazio? La serata speciale per i 70 anni dal 25 Aprile 1945 affidata al duo Fazio-Saviano. Fabiolo, dopo le stroncature di Bono, Ferilli, Madonna e Gallagher si merita la rete ammiraglia.
"Mister Valium" (copyright Bono) e lo scrittore gomorreide raduneranno il mejo della sinistra catodica per ricordare la Liberazione dai tedeschi - Veneziani si lamenta che la Resistenza riceva molta più attenzione del centenario della Grande Guerra...

Gemma Gaetani per “Libero Quotidiano”
Per il settantennale del 25 aprile, la rete

"voce unica del partito per eccellenza", RaiTre, fa ai telespettatori italiani un regalo che riguarda gli anchormen Fabio Fazio e Roberto Saviano. Ce li sostituisce con Naomi Campbell e Monica Bellucci, le quali almeno ci permetterebbero di rifarci gli occhi, si domanda il lettore cinico? Tsz, macché. Fazio e Saviano saranno prestati nientepopodimeno che a RaiUno, come coppia conduttrice di una prima serata di celebrazione dell’anniversario della Liberazione.

Chissà se Antonella Clerici - che quella settimana dovrà lasciare il sabato e anticipare a giovedì 23 il suo show Senza parole - sarà rimasta, appunto, senza parole. Noi sì. Il ruolo di vati del festeggiamento televisivo della liberazione sembra il compimento della loro parabola.

Quelli che per molti sono i «pretini della sinistra», già in passato hanno eccelso come i Totò e Peppino della retorica catodica. Nel novembre 2010 condussero le quattro puntate di Vieni via con me. I lunghi silenzi di Roberto, con occhi fissi in camera, fecero sembrare Adriano Celentano - notoria tartaruga della conduzione a scopo di enfasi scenica - uno che si ingolla caraffe di anfetamine prima della messa in onda.

Saviano usava quegli infiniti silenzi durante i suoi altrettanto indimenticabili monologhi. Per esempio, quello sulla lotta per l’eutanasia di Piergiorgio Welby. Salvo poi tappar la bocca alla richiesta di replica, per par condicio, delle associazioni pro-vita. Permettere loro di controbattere avrebbe significato dichiarare che la posizione del programma fosse pro-eutanasia, dissero gli autori.

Le tipiche arzigogolazioni dialettiche della forma mentis progressista italiana. Replicarono l’accoppiata con Quello che (non) ho, su La7. Poi, per la messa in onda su RaiTre della serie Sky Gomorra, s’inventarono la presentazione di ogni puntata della fiction: Che fuori tempo che fa. Fabio intervistava i protagonisti della lotta alla criminalità. Roberto si collegò, all’uopo, addirittura da New York. Ora si rimettono insieme per il 25 aprile. Possiamo soltanto immaginare gli effluvi e i fiumi di oratoria banalizzante e soporifera che sciorineranno. Pregiudizio? Mica tanto.

Fabio Fazio negli ultimi tempi ha raccolto una serie di attacchi perfino da parte dei suoi stessi ospiti, che non lo qualificano esattamente come il nostro David Letterman. Ha cominciato Bono Vox degli U2, la cui ospitata a Che tempo che fa produsse il seguente commento su Fabio: «Bisogna cambiargli nome in Mister Valium». Poi, Sabrina Ferilli lo ha bacchettato per il suo atteggiamento da lacché con le ospiti bellissime (nello specifico Monica Bellucci).

Dopo, Madonna lo ha accusato - tra altre cose - di porre domande astruse e incomprensibili. L’ultimo in ordine cronologico a lamentarsi è stato Noel Gallagher, ex mente degli Oasis, suo ospite domenica scorsa. Sulla sua pagina Facebook ha descritto un’esperienza terrificante: «Quello show italiano è stato un cazzo di strazio. Non mi dava fastidio il playback, ma proprio l’intervista».

Poi Gallagher ha esemplificato quella che noi - purtroppo - sappiamo bene essere la tipica intervista faziesca: una balbettante domanda lunga un chilometro; l’intervistato interdetto; Fazio che gli intima di rispondere; l’intervistato che non sa cosa dire; scrosciante applauso del pubblico come se l’intervistato - grazie alla sapienza interlocutoria di Fabio - avesse appena rivelato la cinquina vincente al Superenalotto.

Dal canto suo, il conduttore ha replicato: «La domanda di cui si lamenta Noel Gallagher non è mai stata fatta. Basta riascoltare... ». Magari Gallagher non ha riportato le esatte parole usate da Fazio: forse non le ha sentite bene perché stava dormendo. Non a caso il povero Noel ha utilizzato un’iperbole emblematica dell’elefantiasi testicolare con la quale si è congedato da Fabio: «Dopo sei mesi abbiamo lasciato lo studio...». Ci vorrebbe la liberazione, sì. Ma da Fabio Strazio.

A proposito, se credete che Noel abbia calcato la mano vuol dire che o non lo conoscete bene e siete troppo giovani per ricordarvi le tante, tantissime, anzi innumerevoli volte che il cantante, chitarrista e compositore di Manchester ha usato le parole per demolire qualcuno. Perché Noel Gallagher, che a differenza del fratello Liam - anche lui uno non abituato a mandarle a dire - è solito condire l'invettiva, anche pesante, con un pungente sarcasmo, farebbe sembrare anche il più consumato polemista da talk show un dilettante. Quindi non se la prenda, Fazio - tra l'altro nemmeno citato nel post di Noel - per l'istantanea scattatagli dalla voce di "Don't look back in anger", perché c'è a chi è andata peggio. Molto peggio (gli insulti migliori su http://www.rockol.it/news-642676/noel-gallagher-10-migliori-insulti#article ).

Enrico Paoli per “Libero Quotidiano”
Chissà se con la serata speciale che Rai Uno dedicherà il prossimo 25 aprile ai 70 anni della Liberazione riusciremo a liberarci per sempre della strana coppia Fabio Fazio e Roberto Saviano. Fatto sta che il servizio pubblico radiotelevisivo sta preparando un appuntamento televisivo speciale per festeggiare l’anniversario. A volere questa serata spot - il cui costo dovrebbe aggirarsi sui 300 mila euro, visti i bassi cachet riconosciuti ai conduttori e ai ridotti costi di produzione - è stato il vertice aziendale della Rai, che ha chiesto al primo canale di ospitare l’evento.

E anche la scelta di affidare la conduzione del programma al tandem Fazio&Saviano è stata decisa dal settimo piano di viale Mazzini. Scelte di fronte alle quali il direttore di Rai Uno, Giancarlo Leone non ha potuto far altro che dire «obbedisco». Come scrisse Giuseppe Garibaldi, nel famoso telegramma inviato dall’allora capo del corpo dei volontari Cacciatori delle Alpi, il 10 agosto 1866, al Generale Alfonso La Marmora, che gli aveva intimato di fermare la sua inarrestabile avanzata verso Trento contro gli austriaci nella Terza guerra di indipendenza. Tanto per stare nell’alveo della Storia.

La serata celebrazione fa parte dei progetti messi a punto dall’Unità di missione della presidenza del Consiglio dei ministri che si occupa tanto della ricorrenza del centenario della Prima Guerra Mondiale quanto dei 70 anni dalla Liberazione. E, come ha raccontato Libero, che ha raccolto lo sfogo di Marcello Veneziani, Palazzo Chigi sembra avere una certa predilezione per le celebrazioni legate alla Resistenza più che alla Grande guerra, anche se il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Luca Lotti, ha assicurato che non ci sarà nessuna disparità di trattamento.

Il servizio pubblico, per il momento, si è limitato a metter su uno show per la Liberazione, dedicando alla Grande Guerra un ciclo di documentari in onda sui canali tematici. Ma di serate speciali, o semplicemente normali, nessuna traccia. La strana coppia torna a lavorare insieme a tre anni di distanza dal programma Quello che non ho, in onda su La7, che ha riscosso un buon successo, e a cinque anni da Vieni via con me, che rappresentò il debutto dei due su Raitre.

Nel corso della serata dedicata al 25 aprile il conduttore e lo scrittore di Gomorra racconteranno i momenti storicamente importanti di quei giorni di settant’anni fa attraverso il classico percorso cui ci hanno abituati, fatto di racconti, immagini e testimonianze. Del cast farà sicuramente parte l’attore e scrittore Marco Paolini, noto al grande pubblico per le orazioni civili trasformate in spettacoli teatrali, come la piece dedicata alla strage di Ustica o al dramma del Vajont.

Assieme a lui ci saranno altri big dello spettacolo italiano e intellettuali d’area. Di sinistra ovviamente. Per Fazio, al di là dell’evento speciale, si tratta di una grande occasione. Il conduttore di Che tempo che fa, visto il calo degli ascolti del suo programma e la stanchezza del prodotto stesso, sogna da tempo di traslocare su Rai Uno. A dire il vero ci aveva già provato l’anno scorso, durante la stesura dei palinsesti, ma fino ad ora ha sempre trovato la porta chiusa: programmazioni piene e costi troppo alti per gli standard della rete.

La serata spot potrebbe essere il cavallo di Troia dal quale Fazio potrebbe uscire per conquistare un posto al sole su Rai Uno, nel caso in cui gli ascolti dovessero dargli ragione. Ma fare ciò dovrebbe arrivare ai livelli di Roberto Benigni. E la cosa non è affatto facile. Questa serata speciale sposterà per un turno lo show di Antonella Clerici Senza parole, che andrà in onda giovedì 23 aprile, mentre dovrebbe proseguire su Canale5 la messa in onda dello spettacolo musicale Amici 2015, che per l’occasione avrebbe un inedito competitor.


BY D'ANGELO

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