TRINO - Passa la mozione anti Centrale a biomasse - La ex maggioranza, Sindaco in testa, esce dall’aula
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(s.tre.) - Due mozioni con un unico fine: quello di dire no alla costruzione di una Centrale a Biomasse nella Strada antica di Ramezzana, ex Cascina delle Monache. La prima mozione è firmata da Giovanni Ravasenga, Alessandro Giolito e Marco Ferraris. La seconda (che poi sarà ritirata in conclusione della seduta) vede le firme di Alessandro Portinaro, Alessandro Demichelis, Paolo Balocco, Riccardo Coletto, Mario Burrone, Massimo Negri e Nicoletta Mussino.
La richiesta che espongono al Sindaco in Consiglio Comunale è quella “di dare immediata comunicazione alla Provincia di Vercelli e al Signor Presidente della Conferenza dei Servizi degli esiti e sulle risultanze del Consiglio Comunale di Trino”. La parola passa subito al Consigliere Ravasenga, il quale legge la nota e fa un preambolo della situazione. «Non voglio rubare il ruolo dei tecnici. Molte volte si parla i fonti rinnovabili, ma l’impianto di cui stiamo parlando non so fino a che punto contempli l’energia prodotta da fonti rinnovabili. In un’area come la nostra con agricoltura di qualità, vale la pena di fare considerazioni.
Non riteniamo che un impianto del genere possa essere annoverato in questi indirizzi. Non valorizza né qualifica il territorio». Il Consigliere Portinaro fa eco spiegando che la discussione riguarda un unico argomento: «Si parla finalmente di un tema che riguarda la cittadinanza. Ci si arriva dopo una giunta che si spacca, due assessori a cui vengono revocate le deleghe e consiglieri che hanno posizioni diverse rispetto a quelle della giunta. Il consiglio deve dare delle linee guida e il parere della città su il dato impianto». Specifica in seguito: «Questo progetto non ha di fatto nessun impatto occupazionale ed ha di fatto un impatto ambientale negativo. Poi è un’attività insalubre che non risponde alla tutela della coltura agricola e del paesaggio».
La palla passa a Negri che chiarisce di non essere contro le fonti rinnovabili e le biomasse. «Detto questo, c’è rinnovabile e rinnovabile e c’è impianto e impianto. Qualunque amministratore intanto deve avere la possibilità di esaminare il progetto e di sapere che è stata presentata un’istanza, perché ognuno di noi deve argomentare davanti alla cittadinanza. Noi abbiamo saputo di questo progetto quando la Conferenza dei Servizi ed il Comune di Trino era già stato convocato».
La risposta del Sindaco Marco Felisati è subito chiara: «Io non credo che il Comune non possa esprimersi ed infatti siamo qui. Nessuno l’ha mai impedito». Ricostruisce le posizioni espresse dai consiglieri. Poi si rivolge a tutti i cittadini che gremiscono la sala della Biblioteca Civica: «è vero ed è importante che la politica si esprima sempre ma bisogna capire il contesto e il momento in cui lo deve fare. Ci ritroviamo davanti ad un Consiglio Comunale che ha il diritto di esprimere un suo giudizio, ma la questione è tecnica. Quando in Italia qualcuno vuole costruire un impianto come quello a biomasse di cui parliamo, non presenta la domanda al Comune, ma la deve presentare alla Provincia. Quest’ultima costituisce un organo tecnico che valuta il progetto ed è la Conferenza dei Servizi che raccoglie i pareri degli enti (come ad esempio Asl, Ovest Sesia, Arpa, Regione Piemonte) che partecipano.
La Conferenza dei Servizi attende poi che il Comune di Trino fornisca tutte le condizioni tecnico-amministrative cui dovrà attenersi la ditta proponente per la realizzazione all’impianto». In poche parole, il Sindaco enuncia che senza un documento tecnico che possa supportare con dati delle controindicazioni del progetto -e dato che nel Piano Regolatore (il cui iter è stato realizzato dal 2004) fino ad oggi nessun punto vieta la costruzione di impianti analoghi nella città di Trino- non è possibile esprimersi negativamente in Conferenza dei Servizi. Il primo cittadino espone poi le mappature che Legambiente riporta online che sono a favore delle fonti rinnovabili, diversamente da quanto emerso all’incontro svoltosi a Trino, in cui nello specifico il progetto non era visto di buon occhio. Pertanto rimarca: «La Centrale che è in progetto è di un mega watt. Si attingerebbe al granoturco di Bianzè e a Trino, con un percorso di 30 chilometri, proprio perché non deve inquinare. Se domani la mozione viene cambiata in una nota tecnica che possa certificare che le norme non vengono rispettate con dati specifici, io sarò il primo ad andare là dicendo che tutto il Consiglio non accetta il progetto. In caso contrario, senza giustificativi, non mi è possibile andare contro enti posti a tutela dell’ambiente».
Ovviamente le repliche dei consiglieri sono immediate e tutte sulla stessa linea: “sono impianti che non valorizzano il territorio”. Giolito sottolinea che: «Con una buona politica, questo progetto non sarebbe nemmeno arrivato in Conferenza dei Servizi. Il Sindaco ha tutti gli strumenti per esporre che il Consiglio Comunale boccia l’idea».
Al momento della votazione, avviene il colpo di scena: il Sindaco Felisati e i suoi sostenitori lasciano la sala. La mozione di Ravasenga è approvata dai rimanenti: Ravasenga, Giolito, Ferraris, Portinaro, Demichelis, Balocco, Coletto, Burrone, Negri e Mussino. Pertanto impegnano il Sindaco a presentare alla Conferenza dei Servizi un parere negativo da parte del Consiglio Comunale. Di fatto: uscendo e non avendo partecipato al voto, Felisati esporrà la decisone del Consiglio Comunale, manlevandosi da qualsiasi responsabilità. Successivamente è stato annullato l’ordine del giorno presentato da Portinaro, (avente lo stesso indirizzo) il quale ha concluso sconsolato: «Penso sia la prima volta che un Sindaco non partecipi al voto lasciando la sala».
Il sindaco ha abbandonato la nave con i cittadini ancora a bordo?
RispondiEliminaNoto grande preparazione da parte sua sull'argomento, si intuisce un lavoro non indifferente nel ricercare articoli e nozioni in merito, un'impegno nell'appoggiare le richieste del proponente (la ditta) che è ancora più nobile e di gran apprezzamemnto se si tiene conto che è del tutto disinteressato.
Poi vengono i cittadini, dei quali non ha speso parola alcuna. Ognuno ha le sue priorità, quelle di un sindaco dovrebbero vedere i cittadini e gli interessi della comunità al primo posto. Non sempre è così. Da oggi di ciò abbiamo un dubbio in meno.