Sanità Pubblica – I malati di Alzheimer devono ricevere la giusta assistenza
«I malati di Alzheimer devono essere tutelati dal Servizio Sanitario, non essere derubricati per legge a pazienti a media o bassa intensità». Nicola Bruno, membro dell'Associazione Culturale "Gruppo Senza Sede", interviene in merito al dibattito sulla riduzione dei costi nella Sanità. «Per l'ASL di Casale - spiega Bruno -, si tratta di un bel risparmio economico, il paziente ha inevitabilmente un'assistenza inferiore ed inadeguata. Non vogliamo pensare che la Regione abbia dato delle direttive per fare delle economie: non si può risparmiare sulla pelle dei malati cronici non autosufficienti e, a maggior ragione sui malati d’Alzheimer. Abbiamo avuto notizia che i malati di Alzheimer di una struttura della zona sono stati rivisitati dalla commissione dell’Unità Valutativa Geriatrica e "trasformati" dei normali pazienti. Queste azioni hanno creato, giustamente, preoccupazione fra le famiglie, perché la nuova valutazione consente, che i loro cari vengano inseriti in reparti, con un assistenza inferiore e, inadeguata. Il passaggio da “alta intensità”, a “bassa intensità”, per l’ASL comporta un bel risparmio economico. Capiamo la necessità di ridurre gli sprechi in Sanità, ma non possiamo condividere il progetto di negare il diritto alla salute. Quando solleviamo queste problematiche, sentiamo sempre la solita litania, e cioè che non ci sono soldi, che lo Stato non manda più fondi per far fronte a tutti i problemi socio-sanitari. Chi si trova in stato di bisogno, deve ricevere la giusta attenzione».
La malattia di Alzheimer, che rappresenta la demenza primaria di gran lunga più frequente, è inquadrata nell'ambito delle malattie degenerativo-abiotrofiche del sistema nervoso centrale, in cui la degenerazione colpisce eminentemente la corteccia cerebrale. Rappresenta il 50-55% circa, delle demenze e, al momento non esistono certezze sui fattori che conducono un individuo ad ammalarsi. «Dal momento in cui viene formulata la diagnosi - spiega ancora Nicola Bruno-, per la persona malata, e per tutta la sua famiglia, si apre un doloroso periodo di vita fatto di incertezza, solitudine, fatica e preoccupazione, che impegnano tutti a livello affettivo e psicologico. Senza contare l'onere finanziario da sostenere. Purtroppo dalla malattia non si guarisce. Riteniamo quindi opinabile il metodo usato dalla commissione dell’ASL, che ha rivalutato i pazienti del reparto ”Alfa” affetti d’Alzheimer valutandoli di “media intensità” ».
In Piemonte ci sono 22 mila persone sofferenti di questo morbo. «Circa la metà - spiega ancora Bruno-, non riceve alcun aiuto a causa della carenza di fondi per la cura e l’assistenza. Ma c'è un altro dato importante, che dee far riflettere: ci sono 11 mila anziani non autosufficienti seguiti a casa da parenti, senza alcun tipo di sostegno. Alcuni di loro sono in attesa di un letto in una struttura adeguata. A tal proposito, mancano 8 mila letti per le cure socio-sanitarie, a causa dei ridotti finanziamenti, e questo peggiora la questione delle liste di attesa per i letti convenzionati. Noi non ci arrendiamo e offriamo un consiglio a tutti coloro che hanno bisogno. Segnalo che il Comitato per la difesa dei diritti degli assistiti, ha sede a Torino in Via degli Artisti 36, Tel. 011/8124469, Fax 011/8122595. E' a disposizione delle famiglie che vorranno presentare ricorso contro la decisione della commissione dell’ASL».
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