Cari lettori, mi e' stato chiesto da un autore torinese di presentare il suo libro, magari ci sarà occasione oltre che qui sul blog di presentare il suo volume dal vivo nella nostra città.
L'autore e' Piero Focarete, il libro e' " Il saluto del faro "
Piero Focarete (Torino, 1982) già in età prescolare impara a leggere e a scrivere giocando con le lettere di una lavagnetta magnetica ricevuta in regalo: negli anni successivi non farà che coltivare questa sua inclinazione, formando il proprio gusto stilistico su autori come Buzzati e Calvino e cimentandosi, sempre per gioco, nella scrittura di racconti polizieschi, ambientati in famiglia, con forti risvolti umoristici.
Durante l'ultimo anno del liceo classico inizia a scrivere per "Il Risveglio", settimanale del Canavese e delle Valli di Lanzo: collaborazione che, insieme a quelle con altre riviste e blog, proseguirà parallelamente agli studi universitari.
Conseguita la laurea in Filosofia con una tesi sull'etica di Tommaso D'Aquino, trascorre una parentesi di vita all'estero per poi dedicarsi, una volta rientrato nella sua città, allo studio della recitazione teatrale e del doppiaggio cinematografico: attività che tuttora porta avanti, affiancandole ad un più "ordinario" lavoro d'ufficio.
"Il saluto del faro" è il suo primo romanzo.
Ecco una breve introduzione al libro:
Ad Iconicopoli, una città immaginaria (ma in fondo neanche così tanto) dove o si è un mito oppure bisogna seguirne uno, si può trovare perfino il tempo di appassionarsi alla storia di Robi, un perfetto "secchione".
Nella prima parte, in un accorato memoriale, un giornalista suo vecchio ammiratore, ne testimonia tutta l'ascesa fino al conseguimento del massimo dei premi, ripercorrendo la progressiva quanto singolare connessione emotiva instaurata con questo suo pur sempre inarrivabile "faro".
Nella seconda parte sarà invece il faro stesso a raccontarsi, in un diaristico flusso di coscienza e da una prospettiva diametralmente opposta: disfacendo gradualmente la propria immagine esteriore attraverso un grottesco declino, troverà (forse) la chiave per un'identità del tutto nuova, alla luce di sorprendenti rivelazioni.
Una fiaba dall'umorismo surreale e corrosivo, dove nessuno parrebbe salvarsi. Fortunatamente, aggiungiamo.
MN: Caro Piero, dalle tue note biografiche si evince che questo e' il tuo primo libro, come e' nata l'idea e come si e' formata la trama del racconto?
PF: E' nata dalle stelle (ridendo): chi di noi non ne ha (o ha avuto) almeno una nel proprio percorso, scegliendola più o meno consapevolmente come modello cui ispirarsi? Un faro sicuro verso cui orientare i nostri passi ma che al contempo diventa l'orizzonte ultimo del nostro universo, precludendo la possibilità di crearne uno proprio: quanti di noi, al-fieri dei loro paladini, avendone calcato le orme possono dire di essersele lasciate alle spalle e di star camminando davvero con le proprie gambe senza chiedersi ad ogni passo "ma lui o lei cosa farebbe al posto mio"? E non è detto che il proprio idolo sia una celebrità ... talvolta capita di trovarlo fra le conoscenze, le amicizie o magari anche nel nucleo familiare: ecco che allora, non essendo così improbabile riuscire a salutarlo o, perché no, instaurarvi persino un rapporto di confidenza, si può realizzare con maggiore facilità quanto quella persona sia distante dall'idealizzazione che noi ne avevamo fatta.
Non è escluso quindi che il saluto del faro diventi un saluto di congedo, da parte nostra o addirittura da parte sua, qualora dovesse abbandonarci ancora prima di cadere ai nostri occhi: qualunque sia il caso fra questi, il rapporto con il proprio mito è senza dubbio una croce e delizia nel percorso di crescita di ciascuno di noi, qualcosa con cui si deve fare i conti se si vuole davvero spiccare il volo, e la mia esigenza di esaminarlo nei suoi vari aspetti ha trovato la sua espressione più efficace in un'opera narrativa di lungo respiro con un taglio marcatamente umoristico, in bilico fra il satirico e il grottesco.
Credo che il racconto più semplice, se riuscito, possa veicolare qualsiasi contenuto, anche quelli più profondi, superando i migliori saggi: questo ce lo mostrava già Platone, del resto, che ho sempre preferito ad Aristotele.
La chiave dell'ironia poi porta al sublime, specie se utilizzata, come nel mio caso, per raccontare il crollo di un mito preso troppo sul serio: per intenzionale paradosso, anziché un affascinante divo dello spettacolo ho messo sotto i riflettori il più emblematico esemplare di secchione, un "nerd" come si direbbe oggi, nient'affatto attraente e senza amici eccetto, forse, un suo coetaneo che vorrebbe essere come lui e cerca di seguirlo ovunque imitandolo.
Il romanzo è anche una parodia di stili: nella prima parte, in una sorta di cronistoria, lo sfegatato ammiratore tesse una dopo l'altra le lodi della propria icona raccontando il loro rapporto dal primo fino all'ultimo incontro, mentre nella seconda parte, in un singolare diario intimo, è l'icona stessa a raccontarsi, questa volta riguardandosi a ritroso nel tempo e cadendo sempre di più dal suo improbabile altare.
Attraverso le due voci, volevo rappresentare le due facce di una "medaglia d'oro": non accade così di frequente, vedo ...
MN: Ci sono autori che mettono anche se stessi nelle storie che scrivono, altri che invece preferiscono tessere gli intrecci e le trame con pura opera di fantasia , a quale categoria appartieni?
PF: Prima ancora che come autore, sono una persona disgraziatamente incapace di fruire della realtà quotidiana se non romanzandola un po': viceversa, nell'accingermi a romanzare per davvero, sono stato disgraziatamente incapace d'inventare di sana pianta (ridendo) ...
Il mito della mia infanzia è stato proprio un compagno di scuola, con il quale instaurai un' "amicizia" basata più che altro su un'abnorme invidia che nutrivo nei suoi confronti: all'epoca gli riconoscevo tutta una serie di plus rispetto a me e, dopo anni spesi nel cercare continuamente di eguagliarlo, ad un bel momento arrivai a superarlo quantomeno come secchione, sorprendendomi d'essere diventato io un modello per altri nuovi.
Pensa che fortuna! (ridendo)
Ad ogni modo sono stato nei panni di entrambi i personaggi del libro: non credo avrei potuto scriverne altrimenti, soprattutto se non mi fossi lasciato alle spalle quel mio faro, con cui ormai non ho più alcun contatto da tanti anni.
MN: Vivi in una città culturalmente molto viva, inutile dire che e' la sede della fiera del libro piu' grande in Italia, che e' sede di librerie storiche ( ad esempio la appena riaperta Luxemburg ) , c'è un circolo dei lettori che continua da anni a organizzare iniziative, in Iconicopoli c'è un po' di Torino?
PF: Mi chiedo se esista un solo angolo del pianeta dove le persone non si valutino secondo un qualsivoglia genere di misura o punteggio, dove non si faccia a gara per un riconoscimento o record qualsiasi, fosse anche il più assurdo e ridicolo purché imbattuto, e dove la gente non si divida fra chi "segue" e chi è "seguito" ...
MN: Vanno di moda sia per quanto riguarda la musica e anche per i libri, le presentazioni e i firmacopie, hai avuto occasioni di farne e ti piace farli? Quale e' stata la reazione del pubblico presente?
PF: Li ho fatti. Sono necessari per promuoversi, ma essendo appunto un fenomeno stradiffuso mi piace fare la differenza dove vado: nelle presentazioni cerco di essere il meno "frontale" possibile e di non parlare per più di un quarto d'ora, poi do spazio a quello che i presenti si sentono di chiedermi o esprimermi in base al loro umore, perché quello cambia sempre in base alla giornata e io in base al loro (deformazione teatrale, niente da fare ...). Se ti sintonizzi emotivamente col pubblico e ti diverti anche a spiazzarlo, è difficile avere reazioni negative: finora non ne ho mai avute ma ben vengano anche quelle, nel caso. Anch'io vorrei essere spiazzato ogni tanto.
MN: Ho partecipato a molte presentazioni librarie e a volte capita che tra il pubblico vi siano persone che hanno già letto il libro e che portano le loro copie da firmare, ho sentito spesso fare domande sulla trama e mi incuriosisce come a volte questi lettori interagiscano con lo scrittore e diano a volte interpretazioni opposte a quelle dell'autore del testo, ti e' successo?
PF: Già il solo titolo del libro ha almeno due interpretazioni, opposte: se qualche lettore, potendo scegliere, per puro dispetto tirasse fuori dal cilindro una terza, tanto di cappello!
MN: Facciamo ancora un po ' di promozione al volume , dammi almeno tre motivi perchè un lettore medio debba prendere in considerazione il tuo libro
PF: (ridendo) Dubito che al mio lettore medio piaccia così tanto essere chiamato così .
IL LIBRO E' DISPONIBILE IN TUTTI GLI STORES SUL WEB ( AMAZON, IBS, MONDADORI, FELTRINELLI, SIA IN CARTACEO CHE IN E BOOK )
MAURO NOVO
MAURO AT LARGE
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