giovedì 31 ottobre 2019

HALLOWEEN DI NOS VEJ


HO TROVATO SULLA PAGINA FACEBOOK  SEI DI CRESCENTINO SE  QUESTO PEZZO MOLTO CARINO  SULLE NOSTRE TRADIZIONI CHE CONTRADDISTINGUONO QUESTI GIORNI,  HALLOWEEN HA ALCUNE SIMILITUDINI CON QUELLO CHE VEDETE SCRITTO SOTTO.


Halloween di nos vej

Le origini contadine della nostra regione sono quelle che maggiormente contraddistinguono questa festività che, nella notte tra l’1 e il 2 novembre, rappresentava un momento di grande vicinanza ai defunti, ma anche il passaggio t
ra la bella stagione del lavoro e dei raccolti, al momento di riposo delle campagne.

E’ il capodanno agricolo e pastorizio che segna la fine della vendemmia, il rientro delle mandrie dai pascoli estivi e il ritorno della gente nelle case, al riparo dai rigori dell’inverno. Ma nei secoli passati era considerato, molto più di oggi, un periodo di meditazione interiore e quindi di contatto con l’aldilà, da qui l’esigenza di celebrare con riti significativi e propiziatori la conservazione della fertilità della terra, della salute degli uomini che dovevano superare la stagione gelida e oscura.

Nelle campagne e nelle vallate piemontesi, nella sera d’Ognissanti, era usanza recarsi in visita al cimitero lasciando la tavola imbandita, in modo che le anime dei defunti postessero rientrare nelle loro case e banchettare; il ritorno dei vivi nelle abitazioni veniva annunciato dal suono delle campa

ne, così che i defunti potessero dileguarsi. Era anche usanza recitare il rosario tra parenti e concludere con una cena in famiglia. In molti luoghi era ben augurante lasciare a tavola un coperto vuoto dedicato ai defunti.

La tradizione della zucca illuminata, come promessa di resurrezione, è viva anche in Piemonte, accompagnata da quella della zucca essiccata e riempita di vino che simboleggia la consolazione.

Il piatto tipico regionale per la notte di Ognissanti è la Cisrà, un antichissimo piatto della tradizione culinaria delle Langhe ma diffuso in tutto il Piemonte. Si tratta di una zuppa a base di ceci e verdure a cui si aggiungono o le costine di maiale o trippa. La tradizione vuole che questa zuppa fosse offerta calda e fumante, dalla Confraternita dei Battuti (i penitenti), ai pellegrini che si recavano in paese per assistere alle funzioni religiose e visitare l’ultima fiera autunnale, l’ultimo mercato prima dell’inverno.

da http://www.unannoinpiemonte.com

2 commenti:

  1. Ancora adesso, a casa mia,nella serata tra 1 e 2 nov, lasciamo un piattodi castagne , la bottiglia di vino e un bicchiere per i defunti. Finché ero piccola, la mattina seguente, scoprire le bucce di castagne e il bicchiere sporco di vino, era per me un segno magico...che ho trasmesso ai miei figli...
    Nostalgia dei bei tempi e delle persone...

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  2. tradizioni bellissime e da trasmettere a figli e nipoti, e' un periodo molto spirituale questo , l'ho sempre pensato, un periodo che invita alla riflessione , un po' come quello che dal 27 va al 31 dicembre che per me e' quello dell'esame di cio' che ho fatto nell'anno, l'inventario della vita

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