Cara democratica, caro democratico,
io non so quale candidato hai deciso di sostenere come segretario nazionale o se stai ancora valutando
chi, tra noi, corrisponda meglio alla tua idea di partito. Se hai già scelto di sostenere un altro candidato,
ti porgo i miei più sinceri auguri e ti ringrazio se vorrai continuare a leggere queste righe.
Ho inteso questo congresso, fin dalla scelta di candidarmi, come un grande momento di libertà e di
discussione, tra noi e con il mondo intorno a noi. Un congresso di svolta, che non fosse finalizzato
soltanto alla scelta di un leader, ma alla ricostruzione della nostra comunità. Nel rispetto delle idee
che pure possono dividerci, ma anche nella consapevolezza del molto di più che ci unisce.
Ti scrivo perché voglio provare a raccontarti le mie idee per il partito e per l’Italia. Idee che nel PD
sono patrimonio di molti, ma che finora non siamo riusciti a mettere in pratica. Ne Il club degli
incorreggibili ottimisti di Jean-Michel Guenassia mi è sembrato di trovare una frase illuminante:
“Quello che per loro contava nella Terra promessa non era la terra. Era la Promessa”. Diciamocelo con
franchezza:non abbiamo saputo mantenere la promessa, che avevamo fatto a noi stessi e al Paese dando
vita al Partito democratico, di un cambiamento di luoghi, strumenti e linguaggi della politica.
È questa la ragione di fondo per cui ho deciso di candidarmi alla Segreteria del Pd. Perché per quelle
idee e per quella promessa voglio battermi fino in fondo, assumendone la responsabilità in prima
persona. Il Partito democratico ha bisogno di un Segretario che si dedichi, a tempo pieno, a
ricostruire il legame con la società sulla base di una visione del futuro che non sia solo un programma
di Governo. Questa è la politica in cui credo, in un partito che nonostante limiti ed errori rimane una
speranza per l’Italia e di cui con orgoglio espongo il simbolo perché è immagine di libertà, di dignità,
di comunità.
È tempo di dire con coraggio chi siamo e per chi siamo. Nostro compito è portare nel futuro l’idea
di una sinistra moderna ma radicale nei suoi valori, non subalterna alle culture che hanno dominato gli
ultimi decenni. Senza la sinistra non c’è il Pd e oggi solo il Pd può guidare la riscossa morale, civile,
sociale del Paese. Ma ci vuole un partito forte alle spalle, perché nessun Governo da solo è in grado di
cambiare l’Italia. L’illusione tecnocratica è l’altra faccia della degenerazione populista. La nostra
Repubblica, provata dalla crisi più drammatica della sua storia, ritroverà la fiducia solo in un nuovo
patto di cittadinanza fondato su libertà e giustizia sociale. Ecco il compito primario del PD: mettersi a
servizio di una rivoluzione della dignità.
Per cambiare l’Italia, però, il PD deve cambiare se stesso. Deve farlo alzando lo sguardo sull’Europa
e sul mondo, portando avanti battaglie riconoscibili sul lavoro buono per giovani e donne, sulla lotta
Roma, 7 novembre 2013alle povertà vecchie e nuove, sulla qualità della vita dei cittadini e delle relazioni umane nei territori,
per un nuovo modello di sviluppo sostenibile sul piano sociale e ambientale.
Il PD deve cambiare radicalmente partendo dal suo modo di stare tra le donne e gli uomini che sceglie
di rappresentare, a cui vuole dare voce e potere. Deve dotarsi a ogni livello di organismi dirigenti
profondamente rinnovati, più snelli e autorevoli e al tempo stesso coinvolgere direttamente i propri
iscritti nell’elaborazione dei programmi e nelle decisioni. Deve rispettare il pluralismo, ma contrastare
la piaga del correntismo, privilegiando sempre passione, impegno e competenza. E deve saper guardare
e attingere al molto di buono che c’è fuori di noi, aprendosi alla rete del civismo, della solidarietà, delle
autonomie sociali. Promuovendo le comunità, la società che si organizza: le più solide fondamenta della
speranza.
È un percorso difficile, ma sono certo che la nostra stagione congressuale sarà la semina di
quell’alternativa – di quel nuovo centrosinistra – che dovrà candidarsi a guidare l’Italia per i prossimi
anni, chiusa la parentesi delle larghe intese: la nostra prospettiva politica non può certo essere quella di
un neocentrismo esplicito o camuffato.
Cara democratica, caro democratico, è questo il Partito democratico per il tempo nuovo che ho in
mente. Il tuo PD per il Paese di tutti è quello che ho provato a raccontare nella mozione di
accompagnamento alla candidatura e nellenote che l’avevano preceduta. Sono documenti maturati negli
incontri che ho avuto con molti di voi in giro per l’Italia, ne raccolgono la preoccupazione e la voglia di
riscatto, la passione e il coraggio di un rinnovato impegno. Ti prego di contattarci attraverso il sito
www.giannicuperlo.it per ogni suggerimento o critica, ma anche per quell’incoraggiamento di cui
abbiamo tutti bisogno.
Grazie, per quello che farai e stai già facendo.
Gianni Cuperlo
Questo è un'altro che vota la fiducia alla Cancellieri. Già deligittimato in partenza.
RispondiEliminaNotax