CORSO DI MUSICA – PRIMO ANNO
1° LEZIONE:
Il suono e le sue caratteristiche
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Il suono è l'elemento costitutivo della musica ed è riconoscibile attraverso quattro attributi:
Altezza, Durata, Timbro e Intensità.
L'altezza di un suono è ciò che ci permette di dire se un suono è grave o acuto.
Il suono e le sue caratteristiche
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Ascolta due esempi musicali: uno nel registro acuto, l'altro nel registro grave.
La durata è la proprietà del suono di durare nel tempo. Durate diverse di suoni successivi danno vita al ritmo.
Ascolta due esempi musicali: uno con suoni lunghi, l'altro con suoni brevi.
La terza qualità della musica è il timbro. Il timbro è l'impronta che un certo strumento dà al suono. E' quindi quella caratteristica che ci permette di distinguere, per esempio, il suono di un violoncello da quello di un corno.
L'intensità di un suono è data dalla forza con cui viene prodotto o percepito.
L'alternarsi di suoni forti e deboli genera la dinamica.
L'alternarsi di suoni forti e deboli genera la dinamica.
Ascolta due esempi musicali: uno con suoni forti, l'altro con suoni deboli.
Le note musicali
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L'altezza dei suoni viene rappresentata utilizzando le note musicali.
Le note sono sette e prendono i seguenti nomi: DO, RE, MI, FA, SOL, LA, SI.
Le sette note vengono rappresentate sul pentagramma in modo da distinguerne l'altezza.
In realtà, i suoni producibili sono ben più di sette. Quindi, per raffigurarli tutti, occorre ripetere la sequenza delle sette note più volte a diverse altezze.
Questo provoca la ripetizione dei nomi ogni sette note. L'ottava nota ha lo stesso nome della prima. Infatti la distanza tra due note di egual nome ma di altezza diversa si chiama "ottava".
Due suoni posti a distanza di ottava si assomigliano molto e sono differenti solo perché
uno è più acuto (o più grave) dell'altro.
uno è più acuto (o più grave) dell'altro.
La ripetizione di uno stesso motivo su ottave diverse è spesso di buon effetto musicale.
2° LEZIONE:
Il pentagramma
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Le note vengono scritte sul pentagramma, detto anche "rigo" musicale, il quale è composto di 5 linee orizzontali e 4 spazi. Linee e spazi si contano dal basso verso l'alto.
Sul pentagramma le note sono disposte in modo alternato sulle linee e negli spazi.
Se una nota è posizionata su una linea, quella che nella sequenza delle sette note viene dopo, occupa uno spazio. Ad esempio se sulla prima linea c'è un mi, allora nel primo spazio c'è un fa.
La posizione delle note sul pentagramma è rappresentativa dell'altezza dei suoni corrispondenti.
Se le note procedono verso l'acuto, la successione seguirà una scrittura ascendente.
Se le note procedono verso il grave, la successione avrà una scrittura discendente.
Ascolta due esempi: uno con una successione ascendente, l'altro con una successione discendente.
La chiave di violino
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La chiave di violino indica la nota SOL, posizionata sulla seconda linea. Le altre note sono disposte di conseguenza.
Per meglio associare il nome delle note alla rispettiva posizione sul pentagramma è preferibile memorizzare le note sulle linee separatamente da quelle negli spazi.
Le note sulle linee sono: MI, SOL, SI, RE, FA.
Le note negli spazi sono: FA, LA, DO, MI.
Il pentagramma permette di contenere solo 9 note (5 sulle linee e 4 negli spazi). Tuttavia, ciò non basta a rappresentare le note più acute e quelle più gravi.
Quindi è stato introdotto un sistema per estendere il pentagramma ogni qual volta ve ne sia bisogno.
Quindi è stato introdotto un sistema per estendere il pentagramma ogni qual volta ve ne sia bisogno.
L'accorgimento utilizzato è quello di usare dei "tagli addizionali", cioè dei trattini che servono a creare temporaneamente nuove linee e nuovi spazi sopra e sotto il pentagramma. Notate come il Do centrale del pianoforte, chiamato Do3, sia il Do nel taglio addizionale subito sotto il pentagramma. Vengono considerate note centrali anche tutte quelle successive sino al Si, che è situato nel 3° rigo. Il Do situato nel 3° spazio del pentagramma sarà quindi Do4 e così via.
In chiave di violino le note sopra e sotto il pentagramma sono mostrate in figura.
3° LEZIONE:
Le figure musicali
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Come abbiamo visto è possibile riconoscere l'altezza dei suoni in base alla posizione delle note sul pentagramma. Ma questo non è sufficiente ad indicarne anche la durata.
Infatti la durata dei suoni viene rappresentata dando forma diversa alle note. Queste forme prendono il nome di "figure musicali".
Le figure musicali sono costituite da una testa, che può essere piena o vuota, ed eventualmente da una gamba, la quale può presentare uno o più tagli.
I nomi delle figure musicali sono: semibreve, minima, semiminima, croma, semicroma, biscroma, semibiscroma. La semiminima è solitamente corrispondente ad un movimento, durante lo svolgimento dei solfeggi e la direzione di orchestre e cori.
La durata di ciascuna figura vale metà della precedente ed il doppio della successiva. Ad esempio, la semiminima vale la metà di una minima ed il doppio di una croma.
E' proprio per questo motivo che alcune figure musicali si avvalgono del prefisso "semi-", che significa appunto "metà".
In questo modo si potrà ricordare più facilmente che la semiminima vale metà della minima, la semicroma metà della croma e la semibiscroma metà della biscroma.
Nella nostra notazione moderna la semibreve è definita anche come "intero", in quanto rappresenta la figura musicale di valore più grande. In realtà esiste anche la “breve”, ma non la analizziamo qui per non confondere troppo le idee.
La minima, che vale la metà di un "intero", viene anche chiamata "metà".
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