domenica 26 luglio 2015

LA FIABA DELLE VACANZE: I VESTITI NUOVI DELL'IMPERATORE

con questa favola la rubrica va in vacanza fino a settembre







Cari lettori, ecco a voi un’altra fiaba famosa, e cioè I VESTITI NUOVI DELL’IMPERATORE (di Hans Christian Andersen). E, come al solito, un po’ di analisi filologica e comparativa. 
Buona lettura. 
M. D’ANGELO


Molti anni fa viveva un imperatore che amava tanto avere sempre bellissimi vestiti nuovi e usava tutti i suoi soldi per vestirsi elegantemente. Non si curava dei suoi soldati né di andare a teatro o di passeggiare nel bosco, se non per sfoggiare i vestiti nuovi. Possedeva un vestito per ogni ora del giorno e come di solito si dice che un re è al consiglio, così di lui si diceva sempre: ''E nello spogliatoio!''

 

Nella grande città in cui abitava ci si divertiva molto; ogni giorno giungevano molti stranieri e una volta arrivarono due impostori: si fecero passare per tessitori e sostennero di saper tessere la stoffa più bella che mai si potesse immaginare. Non solo i colori e il disegno erano straordinariamente belli, ma i vestiti che si facevano con quella stoffa avevano lo strano potere di diventare invisibili agli uomini che non erano all'altezza della loro carica e a quelli molto stupidi.

 

''Sono proprio dei bei vestiti!'' pensò l'imperatore. ''Con questi potrei scoprire chi nel mio regno non è all'altezza dell'incarico che ha, e riconoscere gli stupidi dagli intelligenti. Sì, questa stoffa dev'essere immediatamente tessuta per me!'' e diede ai due truffatori molti soldi, affinché potessero cominciare a lavorare.

 

Questi montarono due telai e fecero fìnta di lavorare, ma non avevano proprio nulla sul telaio. Senza scrupoli chiesero la seta più bella e l'oro più prezioso, ne riempirono le borse e lavorarono con i telai vuoti fino a notte tarda.

 

''Mi piacerebbe sapere come proseguono i lavori per la stoffa'' pensò l'imperatore, ma in verità si sentiva un po' agitato al pensiero che gli stupidi o chi non era adatto al suo incarico non potessero vedere la stoffa. Naturalmente non temeva per se stesso; tuttavia preferì mandare prima un altro a vedere come le cose proseguivano. Tutti in città sapevano che straordinario potere avesse quella stoffa e tutti erano ansiosi di scoprire quanto stupido o incompetente fosse il loro vicino.

 

''Manderò il mio vecchio bravo ministro dai tessitori'' pensò l'imperatore ''lui potrà certo vedere meglio degli altri come sta venendo la stoffa, dato che ha buon senso e non c'è nessuno migliore di lui nel fare il suo lavoro.''

Il vecchio ministro entrò nel salone dove i due truffatori stavano lavorando con i due telai vuoti. ''Dio mi protegga!'' pensò, e spalancò gli occhi ''non riesco a vedere niente!'' Ma non lo disse.

 

Entrambi i truffatori lo pregarono di avvicinarsi di più e chiesero se i colori e il disegno non erano belli. Intanto indicavano i telai vuoti e il povero ministro continuò a sgranare gli occhi, ma non potè dir nulla, perché non c'era nulla. ''Signore!'' pensò ''forse sono stupido? Non l'ho mai pensato ma non si sa mai. Forse non sono adatto al mio incarico? Non posso raccontare che non riesco a vedere la stoffa!''

 

''Ebbene, lei non dice nulla!'' esclamò uno dei tessitori.

 

''È splendida! Bellissima!'' disse il vecchio ministro guardando attraverso gli occhiali. ''Che disegni e che colori! Sì, sì, dirò all'imperatore che mi piacciono moltissimo!''

 

''Ne siamo molto felici!'' dissero i due tessitori, e cominciarono a nominare i vari colori e lo splendido disegno. Il vecchio ministro ascoltò attentamente per poter dire lo stesso una volta tornato dall'imperatore, e così infatti fece.

Gli imbroglioni richiesero altri soldi, seta e oro, necessari per tessere. Ma si misero tutto in tasca; sul telaio non giunse mai nulla, e loro continuarono a tessere sui telai vuoti.

 

L'imperatore inviò poco dopo un altro onesto funzionario per vedere come proseguivano i lavori, e quanto mancava prima che il tessuto fosse pronto. A lui successe quello che era capitato al ministro; guardò con attenzione, ma non c'era nulla da vedere se non i telai vuoti, e difatti non vide nulla.

''Non è una bella stoffa?'' chiesero i due truffatori, spiegando e mostrando il bel disegno che non c'era affatto.

 

''Stupido non sono'' pensò il funzionario ''è dunque la carica che ho che non è adatta a me? Mi sembra strano! Comunque nessuno deve accorgersene!'' e così lodò la stoffa che non vedeva e li rassicurò sulla gioia che i colori e il magnifico disegno gli procuravano. ''Sì, è proprio magnifica'' riferì poi all'imperatore.

Tutti in città parlavano di quella magnifica stoffa.

 

L'imperatore volle vederla personalmente mentre ancora era sul telaio. Con un gruppo di uomini scelti, tra cui anche i due funzionari che già erano stati a vederla, si recò dai furbi truffatori che stavano tessendo con grande impegno, ma senza filo.

 

''Non è magnifique?'' esclamarono i due bravi funzionari. ''Sua Maestà guardi che disegno, che colori!'' e indicarono il telaio vuoto, pensando che gli altri potessero vedere la stoffa.

''Come sarebbe!'' pensò l'imperatore. ''Io non vedo nulla! È terribile! sono forse stupido? o non sono degno di essere imperatore? È la cosa più terribile che mi possa capitare.'' - ''Oh, è bellissima!'' esclamò ''ha la mia piena approvazione!'' e ammirava, osservandolo soddisfatto, il telaio vuoto; non voleva dire che non ci vedeva niente. Tutto il suo seguito guardò con attenzione, e non scoprì nulla di più; tutti dissero ugualmente all'imperatore: ''È bellissima'' e gli consigliarono di farsi un vestito con quella nuova meravigliosa stoffa e di indossarlo per la prima volta al corteo che doveva avvenire tra breve. 
 
''E’ magnifìque , bellissima, excellente '' esclamarono l'uno con l'altro, e si rallegrarono molto delle loro parole. L'imperatore consegnò ai truffatori la Croce di Cavaliere da appendere all'occhiello, e il titolo di Nobili Tessitori.

Tutta la notte che precedette il corteo i truffatori restarono alzati con sedici candele accese. Così la gente poteva vedere che avevano da fare per preparare il nuovo vestito dell'imperatore. Finsero di togliere la stoffa dal telaio, tagliarono l'aria con grosse forbici e cucirono con ago senza filo, infine annunciarono: ''Ora il vestito è pronto.''

 

Giunse l'imperatore in persona con i suoi illustri cavalieri, e i due imbroglioni sollevarono un braccio come se tenessero qualcosa e dissero: ''Questi sono i calzoni; e poi la giacca - e infine il mantello!'' e così via. ''La stoffa è leggera come una tela di ragno! si potrebbe quasi credere di non aver niente addosso, ma e proprio questo il suo pregio!.''

''Sì'' confermarono tutti i cavalieri, anche se non potevano vedere nulla, dato che non c'era nulla.

 

''Vuole Sua Maestà Imperiale degnarsi ora di spogliarsi?'' dissero i truffatori ''così le metteremo i nuovi abiti proprio qui davanti allo specchio.'' L'imperatore si svestì e i truffatori fìnsero di porgergli le varie parti del nuovo vestito, che stavano terminando di cucire; lo presero per la vita come se gli dovessero legare qualcosa ben stretto, era lo strascico, e l'imperatore si rigirava davanti allo specchio.

 

''Come le sta bene! come le dona!'' dissero tutti. ''Che disegno! che colori! È un abito preziosissimo!''

 

''Qui fuori sono arrivati i portatori del baldacchino che dovrà essere tenuto sopra Sua Maestà durante il corteo!'' annunciò il Gran Maestro del Cerimoniale.

''Sì, anch'io sono pronto'' rispose l'imperatore. ''Mi sta proprio bene, vero?'' E si rigirò ancora una volta davanti allo specchio, come se contemplasse la sua tenuta.

 

I ciambellani che dovevano reggere lo strascico finsero di afferrarlo da terra e si avviarono tenendo l'aria, dato che non potevano far capire che non vedevano niente.

 

E così l'imperatore aprì il corteo sotto il bel baldacchino e la gente che era per strada o alla finestra diceva: ''Che meraviglia i nuovi vestiti dell'imperatore! Che splendido strascico porta! Come gli stanno bene!.'' Nessuno voleva far capire che non vedeva niente, perché altrimenti avrebbe dimostrato di essere stupido o di non essere all'altezza del suo incarico. Nessuno dei vestiti dell'imperatore aveva mai avuto una tale successo.

''Ma non ha niente addosso!'' disse un bambino. ''Signore sentite la voce dell'innocenza!'' replicò il padre, e ognuno sussurrava all'altro quel che il bambino aveva detto.

 

''Non ha niente addosso! C'è un bambino che dice che non ha niente addosso!''

''Non ha proprio niente addosso!'' gridava alla fine tutta la gente. E l'imperatore, rabbrividì perché sapeva che avevano ragione, ma pensò: ''Ormai devo restare fino alla fine.'' E così si raddrizzò ancora più fiero e i ciambellani lo seguirono reggendo lo strascico che non c'era.

I VESTITI NUOVI DELL'IMPERATORE

I vestiti nuovi dell'imperatore (o Gli abiti nuovi dell'imperatore) è una fiaba danese scritta da Hans Christian Andersen e pubblicata per la prima volta nel 1837 nel volume Eventyr, Fortalte for Børn ("Fiabe, raccontate per i bambini"). Il titolo originale è Keiserens Nye Klæder.

 La fonte da cui ha tratto ispirazione Andersen è una storia spagnola riportata da Don Juan Manuel (1282-1348), la XXXII dell'opera El Conde Lucanor.

 

Il racconto appartiene al bagaglio culturale condiviso di tutto l'Occidente e i riferimenti a questa fiaba nella nostra cultura sono onnipresenti.

 

TRAMA

La fiaba parla di un imperatore vanitoso, completamente dedito alla cura del suo aspetto esteriore, e in particolare del suo abbigliamento. Un giorno due imbroglioni giunti in città spargono la voce di essere tessitori e di avere a disposizione un nuovo e formidabile tessuto, sottile, leggero e meraviglioso, con la peculiarità di risultare invisibile agli stolti e agli indegni.

 

I cortigiani inviati dal re non riescono a vederlo; ma per non essere giudicati male, riferiscono all'imperatore lodando la magnificenza del tessuto. L'imperatore, convinto, si fa preparare dagli imbroglioni un abito. Quando questo gli viene consegnato, però, l'imperatore si rende conto di non essere neppure lui in grado di vedere alcunché; attribuendo la non visione del tessuto a una sua indegnità che egli certo conosce, e come i suoi cortigiani prima di lui, anch'egli decide di fingere e di mostrarsi estasiato per il lavoro dei tessitori.

 

Col nuovo vestito sfila per le vie della città di fronte a una folla di cittadini i quali applaudono e lodano a gran voce l'eleganza del sovrano, pur non vedendo alcunché nemmeno essi e sentendosi essi segretamente colpevoli di inconfessate indegnità.

 

L'incantesimo è spezzato da un bimbo che, sgranando gli occhi, grida con innocenza "Ma il re non ha niente addosso!"; una variante della frase fatidica è

« Il re è nudo! »

Ciononostante, il sovrano continua imperterrito a sfilare come se nulla fosse successo.



RIFLESSIONI SULLA MORALE
La favola narra le vicissitudini di un imperatore tanto vanesio quanto ingenuo, che di fronte alla prospettiva di avere degli abiti confezionati con una stoffa magica non si cura più di nient’altro. Poco importa se il potere della stoffa è quello di rendersi invisibile agli occhi di chi non è degno di ricoprire il ruolo che riveste.

Non si cura del costo della medesima, e non si avvede del fatto che i tessitori della magica stoffa sono in realtà dei lestofanti. Ma tant’è.
Lascia che i due tessitori tessano su un telaio vuoto, lascia che cucino un tessuto inesistente e si fa rivestire dal nulla più totale.
Ma mai e poi mai ammetterebbe che lui non vede niente, perchè sarebbe la prova che egli non è degno di essere imperatore! La magia del tessuto parla chiaro.

Oltretutto tutti a corte, e no, vedono quelle stoffe meravigliose che invece si celano ai suoi occhi: oibò, pensa, possibile che tutti siano degni di essere ciò che sono e solo io non lo sia? Giammai! Dirò che li vedrò e ne canterò le lodi anche se non vedo niente!
Naturalmente nella sua, abbiamo detto “ingenuità”, non è arrivato a pensare che anche tutti gli altri dignitari e funzionari della corte, ma anche il popolino, ha fatto il suo stesso ragionamento.

No, è più importante la facciata, l’apparenza… non la sostanza.
Soltanto quando un bambino, un essere innocente che non deve dimostrare nulla si lascia scappare che “il re è nudo”, solo allora tutti, non solo l’imperatore, capiscono di essere stati presi in giro, e che in realtà la meravigliosa stoffa dai colori luccicanti non è mai esistita.
Non è la stessa cosa che è sempre successa ovunque nel mondo? Forse in Italia, con tutti gli scandali che continuano a venire alla ribalta, il Re Nudo è nudo per davvero.
Si arrestano finalmente, dopo anni di malversazioni, i tessitori disonesti per avere mentito, frodato e messo in ridicolo il re. Ma è davvero così oppure a toccare cerchi centri di potere, anche occulti, si rimane folgorati?
Forse succederebbe che il bambino, colpevole di avere detto una verità troppo scomoda per essere accettata,  verrebbe arrestato immediatamente e reso inoffensivo… mentre i due truffatori probabilmente verrebbero fatti ministri. E’ un vero dilemma se le cose sono così o resteranno sempre cosà.
Credo che dovremmo meditare tutti!
ADATTAMENTI
 
CINEMA

 - Gli abiti nuovi del granduca (2005), film di Alessandro Paci.

 - Il film della Disney Le follie dell'imperatore sembra essere ispirato alla nota fiaba. Il titolo originale del film (The Emperor's New Groove), inoltre, è un chiaro riferimento alla fiaba.



 
 - I vestiti nuovi dell'imperatore (The Emperor's New Clothes) (1987), film di David Irving con Sid Caesar, Robert Morse e Lysette Anthony.
 

TRAMA

La cieca vanità dell'Imperatore lo rende il facile bersaglio di due imbroglioni, che, fingendosi famosi ed esperti sarti, si offrono di confezionargli un abito spettacolare per il matrimonio della figlia, la bella Principessa Gilda. Questo abito sarà tessuto con una stoffa unica, che lo renderà invisibile agli occhi degli stolti. Ansioso di indossare la prodigiosa tenuta, l'Imperatore fornisce ai due farabutti diamanti, perle ed ogni sorta di gioielli, senza sospettare nulla. 
 
E mentre si tormenta per l'attesa, Henry, a capo dell'imbroglio, cerca un modo per derubarlo delle sue ricchezze senza farsi scoprire, ma non sa che suo nipote Nicholas è riuscito a conquistare il cuore della Principessa e si rifiuta di partecipare ancora all'imbroglio.
 



 - I vestiti nuovi dell'imperatore (The Emperor's New Clothes) è un film del 2001 diretto da Alan Taylor e co-prodotto da Italia, Germania e Regno Unito.

 Narra la storia immaginaria di Napoleone Bonaparte successiva all'esilio sull'Isola di Sant'Elena. Benché ambientato a Parigi, il film è stato in gran parte girato a Torino.

 

TRAMA

«All'ambasciatore inglese ho detto che se il suo re idiota voleva essere il primo a sguainare la spada, io sarei stato l'ultimo a rinfoderarla. E' stato magnifico. Spade e baionette danzavano nel sole sopra le loro teste, la vecchia guardia, la guardia imperiale, ventimila uomini facevano quadrato intorno a me. Ho pizzicato la corda della loro fedeltà:

Giurate di morire, per difendere il vostro imperatore?

 

E come il fragor del tuono giunse la risposta:

 

Noi, giuriamo! »

 

Un ragazzino, sta osservando alla lanterna magica la storia di Napoleone, quando entra un uomo che alla vista della scena della morte sentenzia: "Non è andata affatto così!", e inizia a raccontare.

 

Napoleone esiliato a Sant'Elena sembra tranquillo mentre detta le sue memorie; in realtà medita la fuga, mentre i suoi collaboratori trovano un mozzo di una nave commerciale che gli somiglia molto: Eugene Lenormand. Napoleone critica la scelta del nome :"Non sarebbe meglio un nome più maschio, per esempio Alessandro?". Dice che non gli somiglia e ne critica la qualifica. Questo mozzo sostituisce Napoleone che fugge sotto il falso nome di Eugene Lenormand. 
 
La nave dovrebbe approdare in Francia e permettere a Napoleone di tornare trionfalmente al potere, invece il capitano conduce la nave in Belgio in quanto in quel paese la melassa viene pagata meglio. Napoleone manca quindi l'appuntamento con i cospiratori francesi e sbarca ad Anversa dove inutilmente cerca un contatto. Deve riuscire a tornare in Francia con i suoi soli pochi mezzi. Prima utilizza una chiatta fluviale e poi una corriera espressa che lungo il tragitto transita per il campo di battaglia di Waterloo. 
 
Napoleone ripercorre il campo di battaglia della sua ultima sconfitta e si ferma alla fattoria di Le Calliou, insieme ad un gruppo di turisti dove su una targa posta su un letto è scritto : "Napoleone ha dormito qui", al che Napoleone spiazzato commenta: "Non ho mai dormito in questo posto", poi , stanco, si addormenta sul letto e perde la corriera per Parigi. La sera discutendo con la padrona della locanda dice di aver trovato il campo di battaglia di Waterloo: "Molto cambiato". 
 
Su consiglio della donna, il mattino seguente prende uno scomodissimo postale per Parigi, ma alla frontiera francese viene fermato da un gruppo di soldati e messo in una cella. Napoleone crede a questo punto che tutto è perduto. Fortunatamente a riconoscerlo è solo il bonapartista Sergente Bommel della Vecchia Guardia che lo libera e lo aiuta a passare la frontiera, accomiatandosi calorosamente e sperando nel prossimo ritorno al trono dell'Imperatore.

 

Napoleone giunge finalmente a Parigi recandosi da un certo Tenente Truchot, vecchio camerata bonapartista del Sergente Bommel, ma una volta arrivato scopre che il Tenente è morto da poco. Nel frattempo a Sant'Elena il vero Eugene le Norman si trova un po' in difficoltà nei suoi nuovi panni di imperatore, ma si cala nella parte quando un ufficiale inglese gli rivolge la parola, e almeno inizialmente sembra voler seguire il piano concordato. Napoleone a Parigi si ferma a dormire dalla vedova di Truchot, madame Pumpkin la quale però si trova in grandi difficoltà economiche, al punto che i creditori le portano via tutti i mobili. 
 
Napoleone resta indifferente a questi fatti, perché è troppo impegnato a cercare di trovare contatti, in particolare spera nel Dottor Lambert, amico stretto di Pumpkin, che afferma di conoscere tutti i vecchi camerati di Truchot. Napoleone però non ha notizie dei cospiratori, né i giornali riportano la notizia della sua fuga, e rimane perciò particolarmente irritato dal fatto che Eugene non abbia ancora deciso di svelare la sua vera identità. 
 
Litiga quindi con Pumpkin, ma, mentre sta per andare via scivola sul gradino della porta e cade; quando Pumpkin e il Dottor Lambert vanno per soccorrerlo, gli chiedono se si ricorda il suo nome e Napoleone, ancora intontito, dichiara placido: "Imperatore Napoleone". Viene messo a letto, perché guarisca dalla distorsione alla caviglia, ma il Dottor Lambert comincia a nutrire qualche dubbio sulla sua identità quando nota la ferita sul tallone, ferita che Napoleone aveva ricevuto nella battaglia di Austerlitz. 
 
Nel frattempo Eugene si è calato perfettamente nella parte dell'Imperatore, detta le "sue" memorie, mangia, beve, si concede le abluzioni quotidiane, e, quando i cospiratori gli ordinano di dire la verità, Eugene fa orecchie da mercante e afferma: "Quell'uomo è stato imperatore per 18 anni, 18 anni!, mentre io lustravo il ponte delle sue navi, bé ora è il mio turno!".

 

Napoleone si riprende dalla distorsione con straordinaria velocità, viene quindi condotto dal Dottor Lambert dai vecchi compagni d'arme di Truchot e cercando di galvanizzarli, ma li trova piuttosto depressi e abbastanza freddi all'idea di nuove guerre. Quindi prova a recarsi alla guarnigione per parlare con il Comandante, ma l'udienza gli viene sempre negata : però scopre che il Sergente Bommel verrà di lì a poco a prendere servizio, quindi si accontenta di aspettare, pur di incontrarlo. 
 
Tornato a casa, Napoleone osserva i vani tentativi dei mercanti di meloni di vendere il loro prodotto e decide di coordinarli : alla sera li raduna tutti in una stanza e organizza il piano per la vendita strategica dei meloni come se si trattasse di una battaglia. Il Dottor Lambert osserva l'ombra di Napoleone che si ingigantisce sul muro fino a dominare la scena e lì capisce chi ha davanti.

 

Coordinati da Napoleone i mercanti di meloni ottengono uno straordinario e insperato successo di vendite. Il Dottor Lambert continua ad avere sempre più dubbi sul sedicente Eugene, nota la straordinaria velocità di ripresa e accenna alla sua forza di volontà, ma Napoleone non si scopre, però alla fine notando il sentimento affettuoso che Pumpkin e Napoleone stanno maturando reciprocamente, si decide a frugare tra i bagagli di Eugene-Napoleone: qui dopo una lunga ricerca trova il ritratto del Re di Roma, il figlio che Napoleone ha avuto con Maria Luisa d'Austria e comprende che Eugene è Napoleone. 
 
Nel frattempo Pumpkin e Napoleone intensificano la loro relazione, così, roso dalla gelosia, il Dottor Lambert critica la donna per la velocità con cui ha sostituito il defunto Truchot e alla fine le svela i suoi sentimenti, ma Pumpkin lo gela dicendo di considerarlo solo un buon amico. Il Dottor Lambert decide però di non svelare la vera identità di Eugene per rispetto nei confronti di Pumpkin, infatti la donna ha sempre dimostrato ben poca considerazione, se non addirittura disprezzo, nei confronti di Napoleone, le cui campagne militari l' hanno sempre tenuto lontana da lei il suo defunto marito, costringendola ad una vita di solitudine. 
 
Nel frattempo il vero Eugene, ancora nei panni di Napoleone mangia talmente tanto che ha un malore e muore. L'ufficiale inglese che comanda la guarnigione decide per non fare brutte figure e non esporsi a critiche sul suo operato di non svelare l'identità del morto, e di seppellire Eugene Lenorman come Napoleone Bonaparte; è il 5 maggio 1821: il mondo e anche Napoleone viene a sapere della morte dell'"Imperatore" a Sant'Elena.

 

Napoleone viene attraversato da una gravissima crisi d'identità in cui cerca di convincere almeno Pumpkin di essere il vero e vivente Napoleone, ma lei ovviamente non gli crede; Napoleone vaga per Parigi e cerca di convincere chiunque che è il vero Imperatore, infine trova il Dottor Lambert in un bar. Napoleone sa o ha intuito che il Dottor Lambert lo ha riconosciuto ma questi invece finge di non averlo riconosciuto, e per sbarazzarsi di lui lo conduce in un manicomio affollato da pazzi megalomani, contando di lasciarlo tra di essi e avere così campo libero con Pumpkin. 
 
Napoleone tuttavia capisce il tranello, e prima che gli infermieri possano trovarlo, fugge dal manicomio scavalcando il muro di cinta. Soltanto il Dottor Lambert lo vede mentre scappa, ma ancora una volta colpito dalla forza di volontà dimostrata da Napoleone, non lo insegue né gli impedisce la fuga; estrae da tasca il ritratto del figlio dell'Imperatore, precedentemente trovato e sottratto dalle sue cose, e, forse vinto dal rimorso o dalla pietà al pensiero di aver tentato di separare un padre dal figlio, rinuncia completamente ad ostacolare il suo rivale, mentre il ritratto gli scivola di mano e si perde definitivamente in un tombino.

 

Napoleone torna a casa da Pumpkin, e il film si ricongiunge alla scena iniziale perché il ragazzino è il trovatello "adottato" dalla donna e benvoluto anche da lui. Qui, finalmente, davanti al focolare domestico, Napoleone capisce quanto di importante ha rischiato di perdere per le proprie manie di grandezza, e per il volersi a tutti i costi far riconoscere come Imperatore in un mondo che ormai può fare a meno di lui. Decide allora di restare accanto a Pumpkin, e, affinché il Sergente Bommel, ovvero l'unica persona in Francia che sa con certezza della sua vera identità ed esistenza si metta l'anima in pace e non lo cerchi, gli manda a riferire che Eugene Lenorman è morto, anzi, "passato a miglior vita", e gli lascia le proprie cose e la propria uniforme.

 

Il film si conclude dichiarando che alle Domme des Invalides dove c'è la tomba di Napoleone, riposa il mozzo di terza Eugene Lenorman, mentre il vero Napoleone Bonaparte riposa nella tomba di Eugene Lenorman accanto a Pumpink.

 

CURIOSITA’
La frase "L'Aquila vola da un campanile all'altro fino alle due torri di Notre-Dame" fu realmente usata come codice dai bonapartisti nella cospirazione del 1815.

 

TELEVISIONE

 - Nel regno delle fiabe (Shelley Duvall's Faerie Tale Theatre) (1985), episodio di Peter Medak con Dick Shawn, Alan Arkin e Art Carney.

 - Le fiabe più belle (Anime Sekai no Dowa) (1995), anime di Ryuichi Sugimoto.

 - Simsalagrimm (Simsala Grimm) (2010), serie animata di Gary Blatchford, Chris Doyle e Jody Gannon.

 - Le più belle fiabe dei fratelli Grimm (Sechs auf einen Streich) (2010), episodio di Hannu Salonen con Matthias Brandt, Alissa Jung e Sergej Moya.



RIFERIMENTI NELLA CULTURA

 - Espressioni come "i nuovi vestiti dell'imperatore", "l'imperatore (o il re) è nudo" e così via sono spesso usate in molti contesti con riferimento alla fiaba di Andersen. Solitamente, lo scopo è quello di denunciare una situazione in cui una maggioranza di osservatori sceglie volontariamente di non far parola di un fatto ovvio a tutti, fingendo di non vederlo. Una metafora simile, del XX secolo, è quella dell'elefante nella stanza. 
 
-         Uno dei contesti in cui la frase ricorre in modo più frequente è quello politico, in cui la corrispondenza con il contenuto della storia di Andersen è spesso rinforzata dal fatto che una certa verità venga taciuta per compiacere il potere (politico e no).

 

 - La storia è anche usata per riferirsi al concetto della "verità vista attraverso gli occhi di un bambino", ovvero al fatto che spesso la verità viene proclamata da una persona troppo ingenua per comprendere le pressioni esercitate all'interno di un gruppo affinché essa venga taciuta. Nell'opera di Andersen il tema della "purezza degli innocenti" ricorre anche in molte altre fiabe.

 

 - Il libro del 1985 di Jack Herer, The Emperor Wears No Clothes, fa nel titolo evidente riferimento alla fiaba di Andersen.

 

 - Il libro La mente nuova dell'imperatore di Roger Penrose fa evidente riferimento alla favola.

 

 - Dalla favola è tratto anche il nome della rivista underground Re Nudo.

 

RIFERIMENTI NELLA MUSICA

 - Il brano di Elton John The Emperor's New Clothes, dall'album Songs from the West Coast, cita la fiaba nel titolo.

 - Sinéad O'Connor ha intitolato una canzone come la fiaba, pubblicandola anche come singolo tratto dal suo secondo album del 1990 I do not want what I haven't got

 - Il brano del gruppo progressive Spock's Beard The Emperor's Clothes, contenuto nell'album X, narra in maniera riadattata la vicenda.

 - Il tema dei "vestiti nuovi dell’imperatore" ricorre in modo particolarmente frequente nell'opera del compositore progressive Peter Hammill.

 - Il gruppo musicale dei Nomadi nell'album del 2002 Amore che prendi amore che dai ha inserito una canzone intitolata "Il re è nudo", con chiari riferimenti alla fiaba di Andersen e forte contenuto politico.

 - La fiaba è narrata e raccontata nella canzone "Sputate al Re" del gruppo musicale degli Articolo 31 nel loro album del 2003 Italiano Medio.

 - La canzone della band canadese Arcade Fire Ready to Start, contenuta nell'album The Suburbs, recita nel testo All the kids have always known that the Emperor wears no clothes but they bow down to him anyway, 'cause it's better than being alone ovvero "Tutti i bambini hanno sempre saputo che l'imperatore è nudo ma si inchinano comunque davanti a lui perché è meglio che essere soli".





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