La
Crocifissione di Gesù Cristo
Come
Cristiani dovremmo credere fermamente che Gesù Cristo sia vissuto e
continui a vivere. Dovremmo avere fede anche nell’Espiazione, il Martirio, e la
Risurrezione di Cristo che permettono all’uomo di pentirsi dei suoi peccati e
risuscitare un giorno.
La
Crocifissione, comune durante il periodo
del Nuovo Testamento, era una delle
forme più crudeli di esecuzione usate dai romani. La persona crocifissa
di solito era torturata e flagellata prima. La persona era poi costretta a
portare la sua croce al luogo di esecuzione. L’abbigliamento della persona era
rubato dai soldati che praticavano l’esecuzione. Le mani della persona ed i
piedi erano poi legati e inchiodati alla croce.
La
croce era fatta in una maniera che i piedi della persona erano uno sopra
l’altro da sembrare uno solo. In questo tipo di esecuzione la morte poteva
durare tre giorni, ed a volte le guardie rompevano le gambe del prigioniero per
accelerarne il processo. Le persone appese su una croce morivano di asfissia (una
delle morti più brutte che si possono immaginare).
La
carcerazione di Cristo ed il martirio furono illegali perfino per le crudeli
regole dell’epoca. Il Cristo fu arrestato di notte; il Suo giudizio nel
Sinedrio non incluse tutti i membri e non fu condotta nel luogo appropriato. Il
tribunale fu tenuto prima del sacrificio mattutino in un giorno santo, quindi
questa è un ‘altra ragione per cui fu considerata illegale. Quando
il popolo andò a vedere il giudizio, Gesù era gia’ stato picchiato
violentemente, torturato e umiliato.
Spencer
W. Kimball disse, “nella dignità tranquilla, repressa, divina se ne stava in
piedi quando i soldati gli sputarono in viso rimase composto.
Non una parola dura sfuggì dalle sue labbra. Lo
schiaffeggiarono in viso e lo batterono. Ancora stava in piedi ritto, risoluto,
non intimidito”
Gli
fu fatta portare la croce. Era debole e non poteva farlo, cosí Simone di Cirene
la portò a posto suo. I chiodi furono posti nelle mani e nei piedi, attraverso
la carne morbida e fremente. L’agonia aumentava. La croce penetrò nel foro; la
carne fu lacerata. Che dolore straziante! I chiodi furono poi
collocati nei polsi per assicurarsi che il corpo non cadesse al suolo. E Lo
derisero: “Ha salvato gli altri e non può salvare Lui stesso. Se è il Re di Israele,
perché non scende dalla croce e così Lo crederemo” (Matt. 27:42.).
Che
tentazione deve essere stata per il Signore che poteva scendere dalla croce
sano e senza ferite! Che sfida dev’essere stata, aveva ancora in mente la
sofferenza del Getsemani e del sangue che usciva da ogni poro,la sua angoscia
nell’affrontare la Sua missione, ascoltare tutti gli insulti e le
indegnità volgari e alla fine morire, per dare all’uomo la possibilità di
essere perdonato dai suoi peccati e tornare a vivere allla presenza del Signore.
Mentre
stava agonizzando, Cristo disse, ” Padre, perdona loro, perché non sanno quello
che fanno” (Luca 23:34). Cristo ha seguito lo Spirito, compiendo la Sua
missione. Il martirio era una parte essenziale della Sua missione.
Cristo ha dato la Sua vita liberamente, era in grado di salvare
Lui stesso ma non lo fece per compiere pienamente la Sua missione di amore per
i Suoi fratelli. Col suo potere era in grado di fare qualsiasi cosa avesse
voluto, ma sopportò pazientemente ogni cosa.
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