venerdì 10 luglio 2015

I VENERDI' DELLA RELIGIONE: LA CROCIFISSIONE DI CRISTO, BY D'ANGELO

La Crocifissione di Gesù Cristo


Come Cristiani dovremmo credere fermamente che Gesù Cristo sia vissuto e continui a vivere. Dovremmo avere fede anche nell’Espiazione, il Martirio, e la Risurrezione di Cristo che permettono all’uomo di pentirsi dei suoi peccati e risuscitare un giorno.

La Crocifissione, comune durante il periodo
del Nuovo Testamento, era una delle forme  più crudeli di esecuzione usate dai romani. La persona crocifissa di solito era torturata e flagellata prima. La persona era poi costretta a portare la sua croce al luogo di esecuzione. L’abbigliamento della persona era rubato dai soldati che praticavano l’esecuzione. Le mani della persona ed i piedi erano poi legati e inchiodati alla croce.

La croce era fatta in una maniera che i piedi della persona erano uno sopra l’altro da sembrare uno solo. In questo tipo di esecuzione la morte poteva durare tre giorni, ed a volte le guardie rompevano le gambe del prigioniero per accelerarne il processo. Le persone appese su una croce morivano di asfissia (una delle morti più brutte che si possono immaginare).

La carcerazione di Cristo ed il martirio furono illegali perfino per le crudeli regole dell’epoca. Il Cristo fu arrestato di notte; il Suo giudizio nel Sinedrio non incluse tutti i membri e non fu condotta nel luogo appropriato. Il tribunale fu tenuto prima del sacrificio mattutino in un giorno santo, quindi questa è un ‘altra ragione per cui  fu considerata illegale. Quando il popolo andò a vedere il giudizio, Gesù era gia’ stato picchiato violentemente, torturato e umiliato.

Spencer W. Kimball disse, “nella dignità tranquilla, repressa, divina se ne stava in piedi quando i soldati gli sputarono in viso   rimase composto. Non una parola dura  sfuggì dalle  sue labbra. Lo schiaffeggiarono in viso e lo batterono. Ancora stava in piedi ritto, risoluto, non intimidito”

Gli fu fatta portare la croce. Era debole e non poteva farlo, cosí Simone di Cirene la portò a posto suo. I chiodi furono posti nelle mani e nei piedi, attraverso la carne morbida e fremente. L’agonia aumentava. La croce penetrò nel foro; la carne fu lacerata. Che  dolore straziante! I chiodi  furono poi collocati nei polsi per assicurarsi che il corpo non cadesse al suolo. E Lo derisero: “Ha salvato gli altri e non può salvare Lui stesso. Se è il Re di Israele, perché non scende dalla croce e così Lo crederemo” (Matt. 27:42.).

Che tentazione deve essere stata per il Signore che poteva scendere dalla croce sano e senza ferite! Che sfida dev’essere stata, aveva ancora in  mente la sofferenza del Getsemani e del sangue che usciva da ogni poro,la sua angoscia nell’affrontare la Sua missione, ascoltare tutti gli insulti e le  indegnità volgari e alla fine morire, per dare all’uomo la possibilità di essere perdonato dai suoi peccati e tornare a vivere allla presenza del Signore.


Mentre stava agonizzando, Cristo disse, ” Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno” (Luca 23:34). Cristo ha seguito lo Spirito, compiendo la Sua missione. Il martirio era una parte essenziale della Sua missione. Cristo ha dato la Sua vita liberamente, era in grado di salvare Lui stesso ma non lo fece per compiere pienamente la Sua missione di amore per i Suoi fratelli. Col suo potere era in grado di fare qualsiasi cosa avesse voluto, ma sopportò pazientemente ogni cosa.

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