lunedì 23 novembre 2015

DALLA NOSTRA INVIATA SPECIALE ALLA SAGRA DEL CAVOLO VERZA DI MONTALTO DORA

Questo fine settimana si è svolta a Montalto Dora la sagra del cavolo verza, prodotto del paniere della provincia di torino che tutela i prodotti tipici, sabato sera si è svolta in forma ridotta la notte delle lanterne, varie proloco del canavese e il gruppo Ronchi Cigliano (i quali si danno da fare e sanno farsi pubblicità meglio della proloco ufficiale del paese) danno vita ad una installazione che rappresenta la vita contadina di circa un secolo fa,attraverso costumi e abiti d'epoca, la dimostrazione degli antichi mestieri utilizzando antichi macchinari e allestendo ambienti di casa o di ritrovo (l'osteria),c'era una piccola stalla con gli animali da cortile, il gruppo corale degli anziani e una sistemazione di prodotti (mais, uva,il protagonista della sagra il cavolo) caratteristica su balle di fieno o paglia.








 LA GROTTA CON I MATERIALI FOSFORESCENTI



 Merita una menzione speciale il gruppo di Tavagnasco che ha ricostruito una grotta con minerali fosforescenti e pietre come il quarzo che con un'illuminazione ad hoc rendevano il quadro veramente suggestivo, all'in
terno della grotta c'era anche una mostra con fotografie e documenti sulla prima guerra mondiale.Il tempo avverso con un vento insopportabile ha rovinato la serata che doveva concludersi con il lancio delle lanterne, pochi temerari accompagnati dalla banda e dai pifferi si sono messi a ballare.


La serata si è salvata grazie ai ristoranti allestiti al caldo e infatti il pubblico non è mancato, ci sono due ristoranti gestiti dai produttori e dalla proloco che offrono il menu più ricco, il punto ristoro dell'oratorio e del comitato carnevalesco e poi non possono mancare gli alpini che hanno un punto ristoro all'aperto. 

Noi abbiamo cenato all'interno del teatro comunale come si vede dalle foto presentava una bella scenografia in tema con la serata, i piatti sono naturalmente a base di cavolo cucinati secondo tradizione e seguendo antiche ricette contadine, si poteva degustare zuppa, involtini, carpione, bagna cauda, salumi e formaggi; questi piatti hanno dei nomi particolari in dialetto che non si trovano da altre parti (capunet, bota borgna, coj scugnà ecc.); l'ottima organizzazione prevede una spiegazione e l'elenco degli ingredienti, il servizio a self service scorrevole ed efficiente.

SILVANA GIOLITO
Mauro at Large

4 commenti:

  1. Parlato troppo presto... fotografie sfuocate.

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    1. idem come ha detto Silvana, caro anonimo, perchè non ci propone lei un servizio fotografico? Con testo si intende

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  2. Lo so benissimo che le foto non sono il massimo, provi lei al buio e con il vento che sembrava la bora di Trieste vediamo se le riesce meglio! Io non sono giornalista nè tantomeno fotografa, sono amica del blogger e ho pensato di mandargli questi piccoli servizi che raccontano manifestazioni alle quali ho partecipato. Visto l'alto numero di visualizzazioni evidentemente a qualcuno sono piaciuti, è solo un modo per far conoscere altre realtà. Comodo da casa al caldo criticare tutto e tutti,cercando la polemica a prescindere e perdipiù in modo anonimo!

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  3. Se il blogger non pubblicasse gli anonimi ci leverebbe il lavoro di scrivere i commenti. Quindi finchè li pubblica gli anonimi commentano, non è contro la legge mi pare. Anche chi accede per guardare le sue foto è anonimo, però quelli le vanno bene E comunque l'osservazione riguarda le foto, non l'articolo.
    Cecco er fotografo

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