Leonard Nimoy e
Philip K. Dick 
Philip K. Dick e Leonard Nimoy: l'essenza della Fantascienza
(un piccolo tributo a 2 altri grandi, come ho già fatto per Roddenberry e Asimov)
“Leonard
ci ha purtroppo lasciato per il suo ultimo viaggio seguendo la mappa stellare
di un universo di fantasia. Ci insegnò la Logica, col suo ragionare da
saggio... ci insegnò che la mente attiva vince ogni afasia... Oggi nel concavo
cielo sfavilla una stella maggiore, una
mente brillante che rischiara il
cosmico vuoto.”
Queste
alcune delle parole tra milioni scritte nel giorno della sua morte. Con la morte di Nimoy è tornato alla luce un
brano di Philip K. Dick, nel quale lo scrittore, morto nel 1982 parla di Spock
e di che cos'è secondo lui la fantascienza. Ve lo ripropongo, illuminante e
toccante.
Innumerevoli i commenti sulla morte di Leonard
Nimoy: tra gli altri anche quelli miei e di Mauro. Uno di questi, postato su
Twitter dalla rivista Another Cultural Landslide e ripreso da IO9 e
quindi dal Web, ha ricordato un bellissimo brano scritto da Philip K. Dick nel
quale si parla anche di Spock e di Leonard Nimoy. Il brano è tratto
dall'antologia di racconti The Golden Man, in Italiano uscito su Urania
896, nel 1981.
Per chi non lo conoscesse, ricordo che Philip Dick
ha influito enormemente sulla FS mondiale, dando ispirazione a film quali Blade
Runner (vincitore della classifica dei fan della FS come il miglior film mai
girato – secondo posto 2001 Odissea nello Spazio), Terminator, Atto di Forza,
Matrix, Minority Report, ed altri ancora.
Il pezzo di Dick è toccante per come Dick parla di
sé stesso e dei suoi problemi, e di quello che Spock idealmente rappresentava
per lui, ma è anche illuminante sul suo modo di vedere la fantascienza.
Ecco il brano.
"Ecco perché amo la fantascienza. Mi piace
leggerla e mi piace scriverla. Lo scrittore di sf non vede solo possibilità, ma
estreme possibilità. Non è solo «cosa accadrebbe se», è un «mio dio, cosa
accadrebbe se» frenetico e isterico. I marziani stanno sempre arrivando.
L'unico calmo è mister Spock. Ecco perché mister
Spock è diventato un oggetto di culto per noi: calma la nostra isteria.
Bilancia la tendenza della gente della fantascienza a immaginare
l'impossibile.
Kirk (frenetico): «Spock, l'Enterprise sta per
esplodere!»
Spock (calmo): «negativo, Capitano, è solo saltato
un fusibile».
Spock ha sempre ragione, anche quando ha torto. È il
tono della voce, la ragionevolezza soprannaturale. Non è un uomo come noi, è un
dio. Gli dei parlano in quel modo, noi ce ne rendiamo conto istintivamente.
Ecco perché hanno preso Leonard Nimoy per narrare programmi televisivi
pseudoscientifici. Nimoy può far apparire plausibile qualunque cosa.
Possono essere alla ricerca di un bottone perduto o
del cimitero degli elefanti, e Nimoy calmerà i nostri dubbi e le nostre
paure.
Lo vorrei come psicoterapeuta. Correrei da lui
frenetico, pieno di tutte le mie paure isteriche, e lui le scaccerebbe.
Phil (isterico): «Leonard, il cielo sta
crollando!»
Nimoy (calmo): «negativo, Phil, è solo saltato
un fusibile».
E io starei bene e la mia pressione sanguigna
scenderebbe e potrei riprendere a lavorare sul romanzo per il quale sono in
ritardo di tre anni sulla data di consegna".
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