martedì 19 maggio 2015

L'ORA DI RELIGIONE : LO SCOPO DELLA VITA, SETTIMA PARTE BY D'ANGELO

LO SCOPO DELLA VITA
SETTIMA PARTE

 

 

Il perdono dei peccati (seconda parte)

Il Signore non commina indiscriminatamente lo stesso castigo ad ogni classe di peccatore, né il castigo durerà in eterno. Questo giudizio sarà emanato sulla base delle opere compiute dagli uomini: alcuni riceveranno “molti colpi”, altri soltanto pochi. Non sarebbe un oltraggio alla giustizia se un giudice presiedendo ad uno dei nostri normali tribunali dovesse comminare ad ogni criminale portato al so cospetto lo stesso castigo? “Se dunque voi che siete malvagi, sapete dar buoni doni ai vostri figlioli, quanto piùù il Padre vostro che è né cieli darà Egli cose buone a coloro che gliene domandano!” (Matteo 7:11).

La legge del povero e debole mortale non può
certo essere superiore a quella del Giudice di tutto. Paolo, scrivendo ai Corinzi, illustra in modo bello e appropriato questo principio: “Se abbiamo sperato in Cristo per questa vita soltanto, noi siamo i più miserabili di tutti gli uomini” (1 Corinzi 15:19). Sapendo che il Vangelo sarebbe stato predicato agli spiriti ritenuti in carcere e che una massa infinita di coloro che avevano mancato di accettare il Vangelo quaggiù lo avrebbero fatto colà, egli poteva gioire in cuor suo invece di sentirsi il più triste di tutti gli uomini.

Egli ben sapeva che vi è soltanto una via per la salvezza, “Un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo” (Esesini 4:5). Egli sapeva che è assolutamente necessario che l’uomo passi attraverso la porta per entrare nell’ovile; che i molteplici spedienti mediante i quali gli uomini cercano di salvare se stessi sono immancabilmente destinati al fallimento poiché la casa di Dio è una casa d’ordine. Paolo sapeva che vi era un solo nome sotto il cielo per mezzo del quale gli uomini potevano essere salvati e che l’obbedienza alle leggi di Cristo era necessaria per la salvezza.

La salvezza offerta a tutti

Possedendo di questi fatti una conoscenza come quella di Paolo, nessun uomo buono e fedele potrebbe sentirsi felice al pensiero che tanti membri della famiglia umana debbano invevitabilmente perire e subire terribili torture per tutte le eternità a venire. Ma la conoscenza del grande principio della missione del nostro Salvatore nel mondo degli spiriti dà loro modo di gioire del fatto che il piano di salvezza è un disegno completo. Abbiamo la speranza che non soltantanto in questa vita ma anche in quella a venire agli uomini sarà predicato il Vangelo e ne saranno insegnati i precetti.

Dal momento che Dio non ha riguardo alla qualità delle persone (1 Pietro 1:17), sarebbe manifestamente ingiusto che una parte della famiglia umana avesse il privilegio di ascoltare il Vangelo in questa vita mentre una parte maggiore non ne avesse l’opportunità e dovesse pertanto proprio a causa di questo ricadere nella più severa condanna. No, il piano di salvezza è completo: esso abbraccia tutta la nostra vita dalla pre-esistenza alla nostra condizione mortale e alla nostra esistenza futura, per cui ogni figlio e figli adi padre Adamo ha ampie opportunità di abbracciarne i dettami e di vivere secondo il suo spirito.

Abbiamo finora esaminato le prove offerte dal Vangelo a sostegno della pre-esistenza e abbiamo citato le testimonianze di Gesù e di molti servi dell’Altissimo. Abbiamo esaminato i doveri che attengono a questa vita – quelli collegati alla fede, al pentimento, al battestimo perla remissione dei peccati e all’im,posizione delle mani per il dono dello Spirito Santo – e abbiamo esaminato le Scritture che parlano della predicazione agli spiriti in carcere. Compiamo ora un altro passo della nostra indagine e cerchiamo di sapere se vi è una via per liberare i prigionieri che si trovano in potere di Satana.

Il fatto che il Vangelo sia predicato a loro già indica che si può fare qualcosa per alleviare le loro condizioni. Sarebbe immensamente crudele che dopo aver ascoltato i Vangelo venisse loro detto che non vi è per loro alcuna possibilità di liberazione!

La salvezza per i morti

Per il tramite del profeta Malachia il Signore disse: “Ecco, io vi mando Elia, il profeta, prima che venga giorno dell’Eterno, giorno grande e spaventevole. Egli ricondurrà il cuore dei padri verso i figliuoli, e i cuori dei figlioli verso i padri, ond’io, venendo, non abbia a colpire il paese di sterminio” (Malachia 4:5-6). Si trattava di un compito che il profeta traslato (Elia) avrebbe dovuto compiere in un tempo a venire. Le terribili conseguenze della mancata osservanza dei Suoi comandamenti avrebbero comportato lo sterminio della terra.

La natura di quest’opera è brevemente indicata come consistente nel ricondurre “il cuore dei padri verso i figliuoli, e il cuore de’ figlioli versoo i padri”: L’apostolo Paolo afferma che essi non possono giungere “alla perfezione senza di noi” (Ebrei 11:40). In altre parole, la loro salvezza è necessaria alla nostra felicità e perfezione. Gesù, parlando a Nicodemo, disse: “In verità, in verità io ti dico che se uno non è nato d’acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio” (Giovanni 3:5).

Ma, domanderà il lettore: “Come può uno spirito nascere d’acqua, essere cioè battezzato nell’acqua?”. Molti di coloro che sono già andati nel mondo degli spiriti non si sono mai sottoposti all’ordinanza del battesimo, molti altri sono stati battezzati da persone che non detenevano alcuna legittima autorità di celebrare tale ordinanza e i cui atti non saranno mai riconosciuti da Dio. Per quanto concerne il Regno di Dio, essi si trovano nella stessa posizione dell’uomo che, straniero in un paese, avesse ricevuto un certificato di cittadinanza da qualcuno che non detenesse alcuno ufficio nello stato e di conseguenza non avesse l’autorità di conferire ad alcuno questi diritti.

Paolo, scrivendo agli Ebrei, parla del battesimo al plurale: “Non stiamo a porre di nuovo il fondamento del ravvedimento dalle opere morte e della fede in Dio, della dottrina dei battesimi” (Ebrei 6:1-2). Molti hanno supposto che questo passo sanzioni la legittimità di metodi diversi di praticare il battesimo, ma se esaminiamo un’altra epistola di Paolo, ne comprendiamo chiaramente il significato. Vediamo anche come noi possiamo farci strumenti nelle mani di un saggio creatore per il compimento di un’pera in favore dei morti.

“Altrimenti, che faranno quelli che sono battezzati per i morti? Se i morti non resuscitano affatto, perché dunque son essi battezzati per loro?” (1 Corinzi 15:29). Abbiamo qui una chiara spiegazione di come sia possibile aprire della loro prigione per liberarli: ossia mediante l’ordinanza del battesimo per i morti. Coloro che si trovano ancora sulla terra compiono l’opera  per procura a beneficio dei loro morti, diventando così “liberatori sul monte Sion”.

Do qui di seguito un resoconto della venuta di Elia sulla terra in adempimento della promessa dal Signore fatta per bocca di Malachia, così come raccontata dai membri della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni.


(CONTINUA…)

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