LO SCOPO DELLA VITA
SETTIMA
PARTE
Il perdono dei peccati (seconda parte)
Il Signore non commina indiscriminatamente lo stesso castigo
ad ogni classe di peccatore, né il castigo durerà in eterno. Questo giudizio
sarà emanato sulla base delle opere compiute dagli uomini: alcuni riceveranno
“molti colpi”, altri soltanto pochi. Non sarebbe un oltraggio alla giustizia se
un giudice presiedendo ad uno dei nostri normali tribunali dovesse comminare ad
ogni criminale portato al so cospetto lo stesso castigo? “Se dunque voi che
siete malvagi, sapete dar buoni doni ai vostri figlioli, quanto piùù il Padre
vostro che è né cieli darà Egli cose buone a coloro che gliene domandano!”
(Matteo 7:11).
La legge del povero e debole mortale non può
certo essere
superiore a quella del Giudice di tutto. Paolo, scrivendo ai Corinzi, illustra
in modo bello e appropriato questo principio: “Se abbiamo sperato in Cristo per
questa vita soltanto, noi siamo i più miserabili di tutti gli uomini” (1
Corinzi 15:19). Sapendo che il Vangelo sarebbe stato predicato agli spiriti
ritenuti in carcere e che una massa infinita di coloro che avevano mancato di
accettare il Vangelo quaggiù lo avrebbero fatto colà, egli poteva gioire in
cuor suo invece di sentirsi il più triste di tutti gli uomini.
Egli ben sapeva che vi è soltanto una via per la salvezza,
“Un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo” (Esesini 4:5). Egli sapeva
che è assolutamente necessario che l’uomo passi attraverso la porta per entrare
nell’ovile; che i molteplici spedienti mediante i quali gli uomini cercano di
salvare se stessi sono immancabilmente destinati al fallimento poiché la casa
di Dio è una casa d’ordine. Paolo sapeva che vi era un solo nome sotto il cielo
per mezzo del quale gli uomini potevano essere salvati e che l’obbedienza alle
leggi di Cristo era necessaria per la salvezza.
La salvezza offerta a tutti
Possedendo di questi fatti una conoscenza come quella di
Paolo, nessun uomo buono e fedele potrebbe sentirsi felice al pensiero che
tanti membri della famiglia umana debbano invevitabilmente perire e subire
terribili torture per tutte le eternità a venire. Ma la conoscenza del grande
principio della missione del nostro Salvatore nel mondo degli spiriti dà loro
modo di gioire del fatto che il piano di salvezza è un disegno completo.
Abbiamo la speranza che non soltantanto in questa vita ma anche in quella a
venire agli uomini sarà predicato il Vangelo e ne saranno insegnati i precetti.
Dal momento che Dio non ha riguardo alla qualità delle
persone (1 Pietro 1:17), sarebbe manifestamente ingiusto che una parte della
famiglia umana avesse il privilegio di ascoltare il Vangelo in questa vita
mentre una parte maggiore non ne avesse l’opportunità e dovesse pertanto
proprio a causa di questo ricadere nella più severa condanna. No, il piano di
salvezza è completo: esso abbraccia tutta la nostra vita dalla pre-esistenza
alla nostra condizione mortale e alla nostra esistenza futura, per cui ogni
figlio e figli adi padre Adamo ha ampie opportunità di abbracciarne i dettami e
di vivere secondo il suo spirito.
Abbiamo finora esaminato le prove offerte dal Vangelo a
sostegno della pre-esistenza e abbiamo citato le testimonianze di Gesù e di
molti servi dell’Altissimo. Abbiamo esaminato i doveri che attengono a questa
vita – quelli collegati alla fede, al pentimento, al battestimo
perla remissione dei peccati e all’im,posizione delle mani per il
dono dello Spirito Santo – e abbiamo esaminato le Scritture che parlano della predicazione
agli spiriti in carcere. Compiamo ora un altro passo della nostra indagine
e cerchiamo di sapere se vi è una via per liberare i prigionieri che si trovano
in potere di Satana.
Il fatto che il Vangelo sia predicato a loro già indica che
si può fare qualcosa per alleviare le loro condizioni. Sarebbe immensamente
crudele che dopo aver ascoltato i Vangelo venisse loro detto che non vi è per
loro alcuna possibilità di liberazione!
La salvezza per i morti
Per il tramite del profeta Malachia il Signore disse: “Ecco,
io vi mando Elia, il profeta, prima che venga giorno dell’Eterno, giorno grande
e spaventevole. Egli ricondurrà il cuore dei padri verso i figliuoli, e i cuori
dei figlioli verso i padri, ond’io, venendo, non abbia a colpire il paese di
sterminio” (Malachia 4:5-6). Si trattava di un compito che il profeta traslato
(Elia) avrebbe dovuto compiere in un tempo a venire. Le terribili conseguenze
della mancata osservanza dei Suoi comandamenti avrebbero comportato lo
sterminio della terra.
La natura di quest’opera è brevemente indicata come
consistente nel ricondurre “il cuore dei padri verso i figliuoli, e il cuore
de’ figlioli versoo i padri”: L’apostolo Paolo afferma che essi non possono
giungere “alla perfezione senza di noi” (Ebrei 11:40). In altre parole, la loro
salvezza è necessaria alla nostra felicità e perfezione. Gesù, parlando a
Nicodemo, disse: “In verità, in verità io ti dico che se uno non è nato
d’acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio” (Giovanni 3:5).
Ma, domanderà il lettore: “Come può uno spirito nascere
d’acqua, essere cioè battezzato nell’acqua?”. Molti di coloro che sono già
andati nel mondo degli spiriti non si sono mai sottoposti all’ordinanza del
battesimo, molti altri sono stati battezzati da persone che non detenevano
alcuna legittima autorità di celebrare tale ordinanza e i cui atti non saranno
mai riconosciuti da Dio. Per quanto concerne il Regno di Dio, essi si trovano
nella stessa posizione dell’uomo che, straniero in un paese, avesse ricevuto un
certificato di cittadinanza da qualcuno che non detenesse alcuno ufficio nello
stato e di conseguenza non avesse l’autorità di conferire ad alcuno questi
diritti.
Paolo, scrivendo agli Ebrei, parla del battesimo al plurale:
“Non stiamo a porre di nuovo il fondamento del ravvedimento dalle opere morte e
della fede in Dio, della dottrina dei battesimi” (Ebrei 6:1-2). Molti
hanno supposto che questo passo sanzioni la legittimità di metodi diversi di
praticare il battesimo, ma se esaminiamo un’altra epistola di Paolo, ne
comprendiamo chiaramente il significato. Vediamo anche come noi possiamo farci
strumenti nelle mani di un saggio creatore per il compimento di un’pera in
favore dei morti.
“Altrimenti, che faranno quelli che sono battezzati per i
morti? Se i morti non resuscitano affatto, perché dunque son essi battezzati
per loro?” (1 Corinzi 15:29). Abbiamo qui una chiara spiegazione di come sia
possibile aprire della loro prigione per liberarli: ossia mediante l’ordinanza
del battesimo per i morti. Coloro che si trovano ancora sulla terra compiono
l’opera per procura a beneficio dei loro
morti, diventando così “liberatori sul monte Sion”.
Do qui di seguito un resoconto della venuta di Elia sulla
terra in adempimento della promessa dal Signore fatta per bocca di Malachia,
così come raccontata dai membri della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli
Ultimi Giorni.
(CONTINUA…)
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