martedì 19 maggio 2015

FATE LA CARITA' AD ACHILLE OCCHETTO? LEGGETE SOTTO

Occhetto: "Il vitalizio mi serve per mantenere i miei figli" - L'ex leader della sinistra passa al contrattacco: "Dovrei morire così siete contenti"

Francesco Curridori
"Guardate il mio reddito. Non ho altre entrate. Se mi fosse tolto il vitalizio di cosa vivrei? E di cosa vivrebbe la mia famiglia?". Achille Occhetto, intervistato da Libero, difende i suoi 5860 euro netti che riceve mensilmente da quando, nel 2006, ha lasciato il Parlamento. Cifra pari a un totale di circa 33 mila euro percepiti a fronte dei 371,736 versati con una differenza di 261.201 euro.

"Sono pronto a restituirli, ma - specifica Occhetto - vi assumete voi la responsabilità del fatto che finirei in povertà. Con questo mantengo anche i miei due figli che sono disoccupati, perché non ho mai approfittato del mio ruolo per trovare loro un posto". L'ex leader

della sinistra difende la legge sul vitalizio che, secondo lui, aveva una sua ratio: "Permetteva ai parlamentari di fare politica senza rubare, senza arricchirsi". Cambiarla ora sarebbe sbagliato perché "la Costituzione vieta di rendere retroattive le norme. Io adesso come farei? - domanda Occhetto - Quei soldi mi servono per vivere e mantenere i miei familiari.

Piuttosto, andate a controllare chi si è arricchito ingiustamente". E infine l'affondo: "Se le regole fossero state diverse, avrei accantonato dei soldi e mi sarei fatto un’altra pensione. E poi che discorso è? Andando avanti, la differenza aumenterà. Dovrei morire così siete contenti". E quando la giornalista Elisa Calessi gli fa presente che anche sua moglie Aureliana Alberici percepisce un vitalizio di 3791 euro mensili, Occhetto risponde: "In una famiglia ci sono tante spese e tante situazioni che non potete conoscere. Per cosa volete mettermi alla gogna? È tutto secondo la legge" ma poi precisa: "Se si decide di togliere il vitalizio, sia io, sia mia moglie ci confermeremo a questa decisione".

Non posto i commenti sul Web perché si possono ben immaginare.
E' comunque un'affermazione da irresponsabile in quanto proviene da un leader del PCI-PDS-DS-PD che si autoproclama difensore della classe operaia. Quella classe operaia che si vede tagliare molti sussidi economici per le ingenti spese indispensabili per mantenere tutti gli Occhetti radical chic d'Italia. I tempi sono cambiati e le "gioiose macchine da guerra" sono finite in soffitta, caro Occhetto.

E' ora che qualcuno rinunci a qualcosa, a cominciare dalle super pensioni, alle pensioni d'oro, alle pensioni cumulative, alle pensioni basate sul sistema retributivo, e che più ne ha più ne metta. In testa quei ladroni della Corte Costituzionale, alcuni dei quali prendono più di mezzo milioni di euro all'anno. Su una cosa ha ragione comunque Occhetto: quando si è abituati ad un certo tenore di vita, è difficilissimo rinunciarvi. E' proprio vero che più si è in alto e più ci si fa male quando si cade.

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