lunedì 26 novembre 2012

IL RAGIONIER FORSE: PER CARITA'



IL RITORNO DEL RAGIONIER FORSE CHE QUESTA VOLTA NEL SUO RACCONTO INSERISCE UN PO' DI ATTUALITA', UN ARGOMENTO CHE PARE SULLA BOCCA DI MOLTI E DI CUI SE NON FOSSE STATO PER IL SIGNOR FORSE , SU QUESTO BLOG NON SE NE SAREBBE MAI FATTA PAROLA 



Per carità


Il rag.Forse apre la porta, esce, respira ampie boccate.
Il ristorante che si è lasciato alla spalle ribolle di suoni, di voci, di odori; nel calore greve di una grande stufa di ceramica si confondo gli effluvi del cibo.
Il freddo pungola le guancia affocate del ragioniere, che mette le mani in tasca e si avvia in salita, a brevi passi.
Fuori dal ristorante, il paesello collinare appare muto e deserto; lampioni dalla luce cruda e secca rischiarano la strada.
La chiesa è proprio in cima alla salita; una bella piazzetta, un mosaico di pietre levigate; ma sopratutto luce, luce di un giallo appassito, che tende all'oro. È netta; definisce il suo universo con brutalità: taglia in obliquo la figura di Forse.
Si affaccia dal parapetto, che getta nel vuoto. Scorge altre chiese di mattoni, in cima ad altre colline. Tutte gialle, ovviamente. Paiono gigantesche tombe monumentali, per un cimitero di paeselli fantasmi.
Guada in basso: una distesa di rovi che si perde nel buio; e ovviamente bottiglie, lattine, pacchetti di sigarette.

Il nostro ragioniere torna alla piazza; conosce bene le volute, i disegni pietrosi che vede in terra. Ci passava le estati, in questo paese. Veniva a studiare (per gli esami di riparazione) in un panchina poco distante. Veniva a messa, anche; ed entrava ogni tanto in chiesa, per prendere un po' di fresco e ammirare le fiammelle delle candele.
Ricorda con una precisione quasi maniacale una sera di festa, di lumi e di campane. Aveva 17 anni.

Uscito dalla chiesa, vide alcune sue coetanee che giocavano con dei ragazzi più grandi (uno dei quali era il panettiere). Giocavano! Si rincorrevano, ridevano con occhi limpidi, si acchiappavano lanciandosi scherzosi e innocui appellativi in piemontese.
In giovane Forse li osservava con occhi carichi di sgomento, con un nodo in gola, e un sentimento simile al rancore che cresceva nel petto; faceva male, fisicamente.

"Per carità, per carità!"
Sospira il ragioniere a bassa voce, chiudendo gli occhi e deglutendo, quasi per scacciare l'amaro che ha bocca.
Per carità.

Vicino alla panchina delle piazza Forse scorge una prima pagina di un giornale. È un giornale locale, delle settimana scorsa; di quelli che sfruttano giovani reporter e riempiono le pagine di titoli inutili, fastidiosi, OSCENI.
Il ragioniere sferza un calcio a quella maledetta pagina, la fa volare a qualche metro di distanza, e si avvia verso il ristorante.

1 commento:

  1. Vero e' giornali locali senza un briciolo di spessore.Si attaccano a pseudo notizie che nella maggior parte dei casi riguardano i fattacci propri.

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