TORINO, AL VIA IL CENSIMENTO DELLE COLONIE CON "CARTA D'IDENTITA'"
Giovedì, 23 Luglio 2015
Comune ha dato incarico a 11 studenti universitari
Una lista di 1500 gatti individuati, per un totale di 282 colonie a Torino. Sono i dati forniti dagli 11 studenti universitari di Scienze della vita e Biologia, che insieme con le professoresse Pessani e Ozella e per conto del Comune, stanno inseguendo tutti i felini randagi della città per farne il censimento. Dei mici - rivela "La Stampa" - abbiamo addirittura foto e "carta d'identità". "La stima - spiega Franco Tecchiati, che guida il Servizio tutela animali - è ben più alta, pensiamo che siano quasi 15 mila".
Un anno fa, quando era stata presentata la ricerca coordinata dall'università, si annunciava che per i quartieri di Torino se ne aggiravano addirittura 20 mila. Per avere un termine di paragone, basti pensare che i cani di proprietà sono 70 mila. L'ultimo rilevamento fatto dalle tantissime gattare della città, invece, contava 1304 colonie. Se si calcola che, come emerge dallo studio sui mici urbani, solo metà dei felini torinesi è stata sterilizzata, e che ogni colonia ospita una media di 10 esemplari, la cifra del Comune potrebbe non allontanarsi dalla realtà. Occorre aspettare i risultati definitivi dell'indagine per conoscere la verità.
Intanto, però, a fare la differenza stavolta è il modo con cui si conduce il censimento. Originale perché si avvale della preziosa collaborazione di alcuni volontari che si prendono la briga di dare da mangiare ai quattrozampe senza casa tutti i giorni. Gli studenti dell'università hanno fatto compilare questionari ai gattari (80% donne over 50), che dispongono di risorse economiche limitate e per il 40% si occupano dei felini di strada da più di 10 anni.
Inutile provare a stimare quanto spendono (per chi volesse saperlo, tra i 50 e i 100 euro al mese): l'amore per gli animali non ha prezzo. E per chi si innamorasse di un randagio di strada e volesse portarlo a casa? "Se si fa prendere - continua Tecchiati - attenzione perché potrebbe essere scappato da qualche casa, dunque accertarsi bene che non ci siano in giro cartelli di chi lo sta cercando". In caso di "adozione", è consigliato portare il felino a fare i controlli di rito dal veterinario.
Un anno fa, quando era stata presentata la ricerca coordinata dall'università, si annunciava che per i quartieri di Torino se ne aggiravano addirittura 20 mila. Per avere un termine di paragone, basti pensare che i cani di proprietà sono 70 mila. L'ultimo rilevamento fatto dalle tantissime gattare della città, invece, contava 1304 colonie. Se si calcola che, come emerge dallo studio sui mici urbani, solo metà dei felini torinesi è stata sterilizzata, e che ogni colonia ospita una media di 10 esemplari, la cifra del Comune potrebbe non allontanarsi dalla realtà. Occorre aspettare i risultati definitivi dell'indagine per conoscere la verità.
Intanto, però, a fare la differenza stavolta è il modo con cui si conduce il censimento. Originale perché si avvale della preziosa collaborazione di alcuni volontari che si prendono la briga di dare da mangiare ai quattrozampe senza casa tutti i giorni. Gli studenti dell'università hanno fatto compilare questionari ai gattari (80% donne over 50), che dispongono di risorse economiche limitate e per il 40% si occupano dei felini di strada da più di 10 anni.
Inutile provare a stimare quanto spendono (per chi volesse saperlo, tra i 50 e i 100 euro al mese): l'amore per gli animali non ha prezzo. E per chi si innamorasse di un randagio di strada e volesse portarlo a casa? "Se si fa prendere - continua Tecchiati - attenzione perché potrebbe essere scappato da qualche casa, dunque accertarsi bene che non ci siano in giro cartelli di chi lo sta cercando". In caso di "adozione", è consigliato portare il felino a fare i controlli di rito dal veterinario.
CACCIA, OK SENATO ART. 21 LEGGE EUROPEA: STOP ALLA CATTURA DEI RICHIAMI VIVI
Giovedì, 23 Luglio 2015
Questa mattina il Senato ha finalmente approvato l'articolo 21 della "Legge europea", grazie al quale d'ora in poi nel nostro Paese sarà vietato catturare gli uccelli migratori per farne dei richiami da caccia. Con un ritardo di oltre 35 anni l'Italia si è così adeguata alla Direttiva comunitaria 2009/147/Ue che vieta l'uso di metodi non selettivi per la cattura degli uccelli. Le reti e il vischio, normalmente utilizzati dagli uccellatori, sono finalmente fuorilegge. Prima dell'approvazione dell'articolo 21, durante l'autunno di ogni anno, decine di migliaia di uccelli migratori venivano catturati nel corso del loro volo verso le zone di svernamento. Uccelli abituati a coprire migliaia di chilometri, ad avere per solo limite il cielo, dal momento della cattura erano costretti a vivere in gabbie delle dimensioni di un foglio A4.
Aperti con una lametta per determinarne il sesso, spennati a vivo, rinchiusi tutto l'anno in cantine fredde e al buio, sottoalimentati, all'apertura della stagione venatoria venivano riportati alla luce. Convinti del sopraggiungere della primavera, i loro ritmi biologici così sfalsati li inducevano a cantare a tutto vantaggio dei cacciatori da appostamento che li utilizzavano, quindi, come richiami per altri malcapitati uccelli che finivano uccisi dalle doppiette. "D'ora in poi tutto ciò non sarà più ammissibile, gli uccelli tornano ad essere liberi di migrare nei nostri cieli, senza correre il rischio di finire nelle reti degli uccellatori italiani", dichiara Massimo Vitturi, responsabile Animali selvatici.
Brambilla: "Storico voto in Senato"
"Con lo storico voto di questa mattina in Senato si compie un importantissimo passo avanti verso la cancellazione di una barbarie inaccettabile all'alba del XXI secolo: l'utilizzazione di richiami vivi per la caccia". Lo ha detto oggi l'on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell'Ambiente. Ricorda l'ex ministro: "Il testo approvato a palazzo Madama, in risposta ad una procedura di infrazione aperta contro l'Italia, mette definitivamente fuori legge l'uso di reti e trappole per la cattura di uccelli migratori da destinare a richiami. Nel 2014 il governo Renzi aveva cercato di "salvare" in parte questa pratica, ma la determinazione della commissione europea ha costretto esecutivo e maggioranza a fare marcia indietro, introducendo di fatto il divieto di cattura. Il destino degli uccelli impigliati nelle reti era terribile: aperti con una lametta per determinarne il sesso, spennati e rinchiusi in gabbie minuscole e mantenuti al buio, per sfalsarne i ritmi biologici, costringerli a "cantare" nella "falsa primavera" della stagione venatoria e attirare così nuove prede".
Lipu: "Grande vittoria del Paese"
"Con la norma approvata oggi, l'Italia ha messo la parola fine alla cattura dei piccoli uccelli migratori quali merli, tordi e allodole, usati come esche vive per la caccia. Una pratica violenta e indecorosa, costata danni alla biodiversità e procedure di infrazione. È una gioia immensa e una grande vittoria del Paese - dichiara Fulvio Mamone Capria, Presidente della Lipu-BirdLife Italia - La formula normativa adottata è contorta e macchinosa, dovendo rispondere al dettato della direttiva, e però la sostanza è chiara: da questo momento in Italia la cattura degli uccelli selvatici è vietata. Nessuna importanza ha l'ordine del giorno approvato dal Senato che impegna il Governo a valutare con quali mezzi i piccoli uccelli migratori potrebbero essere catturati. Non ce ne sono e non ce ne saranno più. Si rassegnino dunque gli uccellatori italiani. Dopo decenni di danni fatti alla natura, possono finalmente andare in pensione e limitarsi a godere dei tristi ricordi".
"Abbiamo atteso questo risultato per 50 anni - aggiunge Danilo Selvaggi, Direttore generale della Lipu-Birdlife Italia - perché la lotta all'uccellagione è la ragione stessa per cui la Lipu nel 1965 è nata. Ottenere questo risultato nel nostro 50° anniversario è quindi un evento felicissimo. Ringraziamo il Ministro Galletti e i parlamentari che ci hanno lavorato, a cominciare da Monica Cirinnà, Loredana De Petris, Chiara Gagnarli, Massimiliano Bernini, Basilio Catanoso, Serena Pellegrino e tutti gli altri, e ringraziamo di cuore le centinaia di migliaia di cittadini italiani e le associazioni che hanno sostenuto questa battaglia. Ma non ci fermiamo: ora ragioneremo su come cancellare ogni possibilità di utilizzare i richiami vivi e far sì che la migrazione degli uccelli sia davvero libera e protetta".
Enpa: Grande passo avanti di cività
"Un grande passo avanti di civiltà, di rispetto degli animali e delle regole europee, che sana una vergognosa procedura di infrazione. Siamo grati al Parlamento per questo voto atteso da decenni. Una vera vittoria per la biodiversità e per tutto il 'popolo dei selvatici'". Così la consigliera nazionale di Enpa, Annamaria Procacci.
"Nelle reti - mezzi vietati come le trappole, dalla direttiva europea sulla conservazione degli uccelli selvatici - per tanti anni, tanti migratori, soprattutto tordi e cesene, hanno finito il loro volo di libertà nei cieli di Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Liguria: animali destinati ad una vita orribile di detenzione e di sofferenze in gabbiette piccolissime e sporche, al buio per lungi mesi, e spesso sottoposti alla muta forzata, per divenire fischietti viventi nella caccia da appostamento, una delle facce più barbare della cosiddetta attività venatoria in Italia", prosegue Annamaria Procacci.
"Ma per cancellare questo massacro dei migratori, patrimonio comune del continente europeo e di quello africano, è stato necessario l'intervento dell'Europa con lo strumento della procedura di infrazione. Oggi – aggiunge Brutti, dell'ufficio Fauna selvatica di Enpa - è davvero una bella giornata per la natura. Tuttavia, la nostra battaglia prosegue: dobbiamo mettere fine anche alla dolorosa schiavitù degli uccelli 'da richiamo' provenienti da allevamento. Siamo consapevoli, del resto, che l'intera opinione pubblica italiana è con noi nel chiedere la fine di una pratica tanto vergognosa quanto inaccettabile". (Foto: F. Cagliata)
Aperti con una lametta per determinarne il sesso, spennati a vivo, rinchiusi tutto l'anno in cantine fredde e al buio, sottoalimentati, all'apertura della stagione venatoria venivano riportati alla luce. Convinti del sopraggiungere della primavera, i loro ritmi biologici così sfalsati li inducevano a cantare a tutto vantaggio dei cacciatori da appostamento che li utilizzavano, quindi, come richiami per altri malcapitati uccelli che finivano uccisi dalle doppiette. "D'ora in poi tutto ciò non sarà più ammissibile, gli uccelli tornano ad essere liberi di migrare nei nostri cieli, senza correre il rischio di finire nelle reti degli uccellatori italiani", dichiara Massimo Vitturi, responsabile Animali selvatici.
Brambilla: "Storico voto in Senato"
"Con lo storico voto di questa mattina in Senato si compie un importantissimo passo avanti verso la cancellazione di una barbarie inaccettabile all'alba del XXI secolo: l'utilizzazione di richiami vivi per la caccia". Lo ha detto oggi l'on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell'Ambiente. Ricorda l'ex ministro: "Il testo approvato a palazzo Madama, in risposta ad una procedura di infrazione aperta contro l'Italia, mette definitivamente fuori legge l'uso di reti e trappole per la cattura di uccelli migratori da destinare a richiami. Nel 2014 il governo Renzi aveva cercato di "salvare" in parte questa pratica, ma la determinazione della commissione europea ha costretto esecutivo e maggioranza a fare marcia indietro, introducendo di fatto il divieto di cattura. Il destino degli uccelli impigliati nelle reti era terribile: aperti con una lametta per determinarne il sesso, spennati e rinchiusi in gabbie minuscole e mantenuti al buio, per sfalsarne i ritmi biologici, costringerli a "cantare" nella "falsa primavera" della stagione venatoria e attirare così nuove prede".
Lipu: "Grande vittoria del Paese"
"Con la norma approvata oggi, l'Italia ha messo la parola fine alla cattura dei piccoli uccelli migratori quali merli, tordi e allodole, usati come esche vive per la caccia. Una pratica violenta e indecorosa, costata danni alla biodiversità e procedure di infrazione. È una gioia immensa e una grande vittoria del Paese - dichiara Fulvio Mamone Capria, Presidente della Lipu-BirdLife Italia - La formula normativa adottata è contorta e macchinosa, dovendo rispondere al dettato della direttiva, e però la sostanza è chiara: da questo momento in Italia la cattura degli uccelli selvatici è vietata. Nessuna importanza ha l'ordine del giorno approvato dal Senato che impegna il Governo a valutare con quali mezzi i piccoli uccelli migratori potrebbero essere catturati. Non ce ne sono e non ce ne saranno più. Si rassegnino dunque gli uccellatori italiani. Dopo decenni di danni fatti alla natura, possono finalmente andare in pensione e limitarsi a godere dei tristi ricordi".
"Abbiamo atteso questo risultato per 50 anni - aggiunge Danilo Selvaggi, Direttore generale della Lipu-Birdlife Italia - perché la lotta all'uccellagione è la ragione stessa per cui la Lipu nel 1965 è nata. Ottenere questo risultato nel nostro 50° anniversario è quindi un evento felicissimo. Ringraziamo il Ministro Galletti e i parlamentari che ci hanno lavorato, a cominciare da Monica Cirinnà, Loredana De Petris, Chiara Gagnarli, Massimiliano Bernini, Basilio Catanoso, Serena Pellegrino e tutti gli altri, e ringraziamo di cuore le centinaia di migliaia di cittadini italiani e le associazioni che hanno sostenuto questa battaglia. Ma non ci fermiamo: ora ragioneremo su come cancellare ogni possibilità di utilizzare i richiami vivi e far sì che la migrazione degli uccelli sia davvero libera e protetta".
Enpa: Grande passo avanti di cività
"Un grande passo avanti di civiltà, di rispetto degli animali e delle regole europee, che sana una vergognosa procedura di infrazione. Siamo grati al Parlamento per questo voto atteso da decenni. Una vera vittoria per la biodiversità e per tutto il 'popolo dei selvatici'". Così la consigliera nazionale di Enpa, Annamaria Procacci.
"Nelle reti - mezzi vietati come le trappole, dalla direttiva europea sulla conservazione degli uccelli selvatici - per tanti anni, tanti migratori, soprattutto tordi e cesene, hanno finito il loro volo di libertà nei cieli di Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Liguria: animali destinati ad una vita orribile di detenzione e di sofferenze in gabbiette piccolissime e sporche, al buio per lungi mesi, e spesso sottoposti alla muta forzata, per divenire fischietti viventi nella caccia da appostamento, una delle facce più barbare della cosiddetta attività venatoria in Italia", prosegue Annamaria Procacci.
"Ma per cancellare questo massacro dei migratori, patrimonio comune del continente europeo e di quello africano, è stato necessario l'intervento dell'Europa con lo strumento della procedura di infrazione. Oggi – aggiunge Brutti, dell'ufficio Fauna selvatica di Enpa - è davvero una bella giornata per la natura. Tuttavia, la nostra battaglia prosegue: dobbiamo mettere fine anche alla dolorosa schiavitù degli uccelli 'da richiamo' provenienti da allevamento. Siamo consapevoli, del resto, che l'intera opinione pubblica italiana è con noi nel chiedere la fine di una pratica tanto vergognosa quanto inaccettabile". (Foto: F. Cagliata)
RICHIAMI VIVI, ON. BRAMBILLA: "UN PASSO VERSO L'ABOLIZIONE"
Giovedì, 23 Luglio 2015
L'ex ministro: “Abbiamo conseguito parziale vittoria”
"Abbiamo conseguito una parziale vittoria", commenta l'on. Brambilla. "Ora la nostra battaglia continua per porre fine anche anche all'utilizzazione di uccelli "da richiamo" provenienti da allevamento. Sappiamo di avere dalla nostra parte l'opinione pubblica italiana, letteralmente nauseata da queste efferatezze medievali".
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14:37 (10 ore fa)
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ROVIGO, GATTINA FRA I RIFIUTI: ORSETTA E' SALVA, ORA CERCA AIUTO
Giovedì, 23 Luglio 2015
Per un difetto congenito ha difficoltà a zampe di dietro
Non sappiamo chi abbia deciso di disfarsi di Orsetta, che per un difetto congenito ha difficoltà motorie alle zampe di dietro. In attesa dell'intervento che potrebbe darle la possibilità di camminare, Orsetta, accudita dai volontari Oipa Rovigo, sperimenta e cammina, supportata nella deambulazione da un tutore. E, anche se storce un po' il naso, nuota, perché l'attività in acqua, unita alla fisioterapia quotidiana, le può giovare. Sommersi da numerose cucciolate di gattini, i volontari Oipa sono costretti a chiedere un supporto per le cure della piccola Orsetta, in particolare per sostenere il costo della risonanza magnetica.
Ecco come aiutarla: http://www.oipa.org/italia/ 2015/rovigo-orsetta.html
Ecco come aiutarla: http://www.oipa.org/italia/
GARE DI CALESSI CLANDESTINE, DENUNCIA PER DUE PALERMITANI
Mercoledì, 22 Luglio 2015
Blitz dei carabinieri di Mezzo Monreale
I carabinieri della stazione di Mezzo Monreale (Palermo) hanno denunciato in stato liberta' per i reati di maltrattamento di animali e competizione non autorizzata tra animali, due palermitani. I militari sono intervenuti verso le 7, in via Ernesto Basile, dove si stava svolgendo una gara clandestina tra due calessi tirati da cavalli. Sul posto anche alcuni spettatori a bordo di moto con le quali bloccavano parte della intera carreggiata per fare spazio alla competizione illegale. Dopo l'irruzione dei carabinieri, e' scattato il fuggi-fuggi generale; fermato e denunciato un fantino di 27 anni alla guida di un calesse, mentre l'altro e' riuscito a dileguarsi. Denunciato anche un uomo che era a bordo di una moto. Sono ancora in corso le indagini per l'identificazione degli organizzatori e degli altri partecipanti
GERMANIA, SCRITTRICE PICCHIA CANE E MORDE UNA DONNA: DENUNCIATA
Mercoledì, 22 Luglio 2015
Christiane F. scrisse "Noi ragazzi dello zoo di Berlino"
Aveva 14 anni quando scrisse "Noi, ragazzi dello zoo di Berlino": un libro cult, comparso nel 1978, (poi reso ancor piu' celebre da un film nel 1981), che forniva la cronaca spietata di come una ragazzina fosse finita nel tunnel dell'eroina. Oggi Christiane F. di anni ne ha 54, e torna sotto i riflettori, come talvolta le capita, per un brutto episodio che la dice lunga sulle sue attuali condizioni: camminando per le strade della capitale tedesca, dove tuttora vive, prima ha picchiato il suo cane con il guinzaglio, e poi ha dato un morso ad una donna di 48 anni, che ha provato a difendere l'animale. Le ha rivolto anche degli insulti xenofobi. Fino all'intervento della polizia. L'epilogo e' una denuncia per lesioni, maltrattamento di animali e ingiurie. Della tormentata biografia di Christiane, il tabloid "Bz", che oggi mette questa storia in prima pagina, racconta che nel 1996 ebbe un figlio e provo' a seguire un programma al metadone, per disintossicarsi. Nel 2008 la donna ha pero' perso la patria potesta'. Nel 2013 e' tornata a scrivere di se', pubblicando "Christiane F. La mia seconda vita". Un anno dopo, ha annunciato sul web di volersi ritirare dalla 'scena pubblica', ammettendo di sentirsi stanca e molto debole.
SVOLTA IN CATALOGNA: VIETATO L'USO DEGLI ANIMALI SELVATICI NEI CIRCHI
Giovedì, 23 Luglio 2015
Il Parlamento ha votato a larga maggioranza
Il parlamento catalano ha votato a larga maggioranza il divieto di usare gli animaliselvatici nel circo: l'interdizione, che interviene cinque anni dopo quella della corrida, entrera' in applicazione nel 2017.
"Adios a las fieras" titola La Vanguardia. Il divieto, contenuto in una normativa che modifica la legge di protezione degli animali in Catalogna, e' stato approvato con 105 voti a favore, 19 contrari e 8 astensioni. La normativa e' arrivata davanti al parlamento catalano per iniziativa di diverse organizzazioni ambientaliste,fra cui 'Fondazione Max Weber' e 'Libera!'. Il divieto ha suscitato le proteste del mondo del circo. "Questo e' un attacco diretto al circo" ha denunciato il direttore del Festival Internazionale del Circo di Figueres, Genis Matabish. La nuova legge catalana prevede anche l'istituzione di un 'Osservatorio del benessere animale' che sara' attivo pure fra due anni.BIRMANIA, DISBOSCAMENTO ILLEGALE: 153 CITTADINI CINESI ALL'ERGASTOLO
Giovedì, 23 Luglio 2015
Sequestrati nella retata 400 veicoli e 1.600 tronchi
Un tribunale nel nord della Birmania ha condannato ieri all'ergastolo 153 cittadini cinesi per disboscamento illegale nel nord del Paese, un caso che rischia di complicare i rapporti diplomatici gia' tesi con Pechino. Lo riporta il sito di informazione "Irrawaddy". I condannati - a cui si vanno ad aggiungere altri due a cui sono stati inflitti 10 anni di reclusione - sono stati arrestati lo scorso gennaio nello stato settentrionale Kachin, vicino al confine con la Cina. Secondo i media statali birmani, durante la retata sono stati sequestrati 400 veicoli e 1.600 tronchi. In Birmania, di solito un ergastolo comporta una condanna effettiva a 20 anni. Il tema del disboscamento illegale e in generale dello sfruttamento delle risorse nazionali a favore della Cina e' una costante fonte di frustrazione per molti birmani, testimoni della rapida penetrazione economica di Pechino in particolare nel nord del Paese. Secondo il ministero dell'Ambiente, almeno 10mila tonnellate di legname sono state sequestrate ai contrabbandieri dallo scorso gennaio. Dopo anni in cui la Cina era il miglior alleato della Birmania colpita delle sanzioni occidentali, negli ultimi anni le autorita' birmane hanno cercato di smarcarsi dall'ingombrante vicino, iniziando una serie di riforme che hanno aperto la strada anche agli investimenti internazionali. Le relazioni con Pechino sono da allora diventate piu' tese, specie dopo la sospensione del progetto di costruzione di un'enorme diga nel nord della Birmania. Una nuova ondata di combattimenti tra l'esercito birmano e le milizia Kokang (di etnia cinese, al confine) ha contribuito quest'anno a inquinare i rapporti diplomatici.
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