mercoledì 1 luglio 2015

AMICI ANIMALI, BY D'ANGELO

FESTIVAL CARNE YULIN NON SI FERMA, BRAMBILLA: DELUSA, E' UNA BARBARIE

Lunedì, 22 Giugno 2015

L'intervento dell'onorevole e presidente Leidaa

FESTIVAL CARNE YULIN NON SI FERMA, BRAMBILLA: DELUSA, E' UNA BARBARIE

Nonostante la protesta della comunità internazionale e delle associazioni animaliste, si è svolto regolarmente il Festival della carne di cane a Yulin, in Cina, dove gli animali sono stati venduti e uccisi. ''Sono delusa, non certo sorpresa. Le bande criminali che controllano il mercato della carne di cane non si fanno intimidire facilmente. Anzi, leggiamo sulla stampa internazionale di numerosi casi di intimidazione contro i giornalisti e contro gli animalisti che a Yulin cercavano di salvare i cani. Ma vanno registrati due progressi: quest'anno l'opposizione ha raggiunto livelli senza precedenti, sia fuori dalla Cina che all'interno del Paese. Le
autorità locali, già 'fredde' nei confronti del festival non potranno non tenerne conto in futuro", dice all'Adnkronos Michela Vittoria Brambilla, deputata e presidente della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell'Ambiente (Leidaa). "In Cina il consumo di carne di cane è in lento ma inesorabile declino e un giorno, anche se non so dire quando, Yulin sarà solo un tristissimo ricordo. Del resto, all'alba del XXI secolo mangiare carne di cane è e resta una barbarie incommentabile.

I cani e i gatti sono amici e compagni dell'uomo, non cibo. La tradizione non è una ragione sufficiente per mantenere certi comportamenti se sono contrari al progresso sociale", aggiunge. Non sono bastate le proteste cinesi e internazionali a fermare il festival. ''La mobilitazione è stata di cittadini e associazioni. Le istituzioni non hanno fatto praticamente nulla, per timore di irritare la Cina" sottolinea Brambilla. "Ma qui non si tratta di attaccare il governo della Repubblica popolare ma di assecondare e stimolare un mutamento culturale che fortunatamente è già in atto. Oggi sono i cinesi stessi che vanno a Yulin e si battono contro i macellai dei cani: circa l'80 per cento della popolazione, secondo l'indagine pubblicata da ''Animals Asia'', rifiuta di mangiare carne di cane".

Le istituzioni internazionali, per Brambilla, "dovrebbero manifestare il loro appoggio non solo agli animalisti cinesi, che tentano di contrastare questo business, ma alle stesse autorità cinesi, quando vi pongono limiti, sia pure con motivazioni estranee alle nostre preoccupazioni per il benessere animale. Invece, di fronte alla mattanza di Yulin rimangono colpevolmente inerti sia il nostro governo che l'Unione europea". Secondo Brambilla, per cambiare la situazione è necessario "aiutare i cinesi a liberarsi della tradizione, peraltro sempre meno sentita, della carne di cane, come si sono liberati delle fumerie d'oppio, delle fasciature ai piedi delle bambine, dei matrimoni combinati. Ma non perché glielo diciamo noi. Perché se ne convincono loro. Le normative devono cambiare: tutti gli animali, in particolare quelli da compagnia e gli animali domestici in generale, meritano di essere protetti e deve essere vietato maltrattare, uccidere e commercializzare a fini alimentari cani e gatti". "Mettere fine agli orrori di Yulin sarebbe un segnale apprezzato da tutta la comunità internazionale e rimuoverebbe una macchia dall'immagine che la Cina, paese di antichissima civiltà e patria di tanti maestri dell'umanità, trasmette di sé nel mondo. Per tutte queste ragioni dobbiamo dare il massimo sostegno agli animalisti cinesi", conclude.

CANI IN TAVOLA, A YULIN TRIONFANO ANCORA CRUDELTA' E BUSINESS

Lunedì, 22 Giugno 2015

Ma aumenta l'opposizione dei cittadini cinesi

CANI IN TAVOLA, A YULIN TRIONFANO ANCORA CRUDELTA' E BUSINESS

Hanno voluto il "Festival della carne di cane" e l'hanno avuto. Gli appelli internazionali, la mobilitazione su internet e perfino la dichiarazione del governo della Regione autonoma ("Non sosteniamo il festival") non hanno fermato la mattanza di Yulin. Nei vicoli della città si è ripetuto l'orribile spettacolo degli anni scorsi: cani catturati, avvelenati, bastonati a morte, scuoiati o "trattati" alla fiamma per eliminare il pelo e prepararli alla padella. Secondo il "Daily mirror", che cita le organizzazioni protezioniste locali, quest'anno il festival ha avuto un vero e proprio "boom". La vera differenza, non ancora determinante ma niente affatto trascurabile, è stata la presenza massiccia della stampa internazionale e degli attivisti cinesi e stranieri che si sono impegnati per salvare il maggior numero possibile di cani, acquistandoli dai loro aguzzini (nella foto alcuni manifestanti). Numerosi sono stati gli episodi di confronto "ad alta tensione" tra gli attivisti e le bande coinvolte nel commercio della carne di cane, che non hano esitato a puntare i coltelli contro chi tentava di documentare gli avvenimenti o di rifocillare gli animlai in gabbia.

"Quest'anno – puntualizza Jill Rudison, fondatrice di Animals Asia - abbiamo assistito a un'opposizione senza precedenti... Siamo in debito con gli oltre 80.000 supporter che hanno firmato la nostra lettera aperta destinata ai commercianti di carne di cane. La lettera è stata spedita alle autorità di Yulin insieme a un dettagliato dossier sui crimini, la crudeltà e la totale assenza di ogni misura di profilassi igienica – aspetti purtroppo inestricabilmente legati a questa industria".
Su Weibo, l'equivalente cinese di Twitter, l'hashtag contro Yulin è stato al "top" degli argomenti di tendenza.
Insomma, la strada imboccata (pressione internazionale e sensibilizzazione dei cittadini cinesi) è quella giusta, ma ci vorrà ancora del tempo per consegnare la strage di Yulin agli archivi della storia.

LOTTE FRA ANIMALI, BRAMBILLA: PDL PER PUNIRE ANCHE GLI SPETTATORI

Venerdì, 19 Giugno 2015

"Va reso effettivo il rischio di andare in galera"

LOTTE FRA ANIMALI, BRAMBILLA: PDL PER PUNIRE ANCHE GLI SPETTATORI

"Alla Camera ho depositato un progetto di legge che tra l'altro prevede di punire non solo chi promuove, organizza o dirige combattimenti o competizioni non autorizzate tra animali che possono metterne in pericolo l'integrità fisica, ma anche chi vi partecipa a qualsiasi titolo, per disincentivare la diffusione di questo sanguinoso business". Lo afferma la presidentessa della commissione bicamerale per l'Infanzia e l'adolescenza, e attivista animalista, Michela Brambilla, commentando l'operazione di oggi della polizia postale a Caserta. "Inoltre va reso effettivo il rischio di andare in galera, inasprendo le pene: oggi il codice -dice Brambilla all'Adnkronos- minaccia la reclusione da uno a tre anni, bisogna passare alla reclusione da due a quattro anni ". "Purtroppo il fenomeno dei combattimenti tra cani non è solo molto diffuso, soprattutto dove la criminalità organizzata ne ha da tempo assunto il controllo, ma anche in continua espansione. "Ringrazio la polizia postale di Napoli, la Procura partenopea e quella di Santa Maria Capua Vetere per l'efficace azione di contrasto che ha portato alla scoperta dei combattimenti di Castelvolturno, alla denuncia dei responsabili e alla liberazione dei cani, ma è evidente -conclude Brambilla- che occorre dare a magistratura e forze dell'ordine strumenti più incisivi per lottare efficacemente contro l'arroganza della zoomafia".

VAL RENDANA, COLLARE ELETTRICO AL CANE: PROPRIETARIO DENUNCIATO

Sabato, 20 Giugno 2015

I vigili hanno bloccato l'animale, scappato di casa

VAL RENDANA, COLLARE ELETTRICO AL CANE: PROPRIETARIO DENUNCIATO

Denunciato dai vigili in Val Rendena, in Trentino, per avere messo al proprio cane un collare elettronico. I vigili hanno bloccato l'animale, scappato di casa, e l'hanno portato al proprietario, con tanto di sanzione, ma l'interessato, come riporta il quotidiano locale 'Trentino', si e' rifiutato di pagare "per una questione di principio", rifiutando l'idea di avere maltrattato l'animale con quel collare. A difenderlo l'avvocato Mauro Biondi, possessore di due cani: "Il mio cliente ama il suo cane e non l'ha maltrattato". La vicenda ora andra' in mano a un giudice.

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