venerdì 1 agosto 2014

IL LIBRO DELLA SETTIMANA ARI SHAVIT:LA MIA TERRA PROMESSA

 SONO STATO ACCUSATO DI ODIO VERSO ISRAELE PER UN MIO POST DELLA SCORSA SETTIMANA,  IL LIBRO PRESENTATO QUESTA SETTIMANA E' UN LIBRO SCRITTO DA ARI SHAVIT,  COLUMNIST DEL GIORNALE ISRAELIANO HAARETZ,  E' LA STORIA CONTROVERSA DELLO STATO DI ISRAELE,  UN PEZZO DI OCCIDENTE IN MEDIO ORIENTE COME QUALCUNO LO DEFINISCE,  O UN PAESE DI ASSASSINI DI BAMBINI E DI OCCUPANTI LADRI DI TERRA COME ALTRI LO DEFINISCONO.
NON CI SONO MEZZI TERMINI,  ISRAELE ATTIRA SU DI SE L'ODIO DEL MONDO O VICEVERSA.  SAPETE COME IO LA PENSO,  


Sessantacinque anni dopo la sua fondazione, Israele deve ancora affrontare alcune questioni fondamentali riguardo alla sua esistenza e al suo futuro. Che cos'è Israele? Uno Stato anacronisticamente colonialista, che non è riuscito a integrare i cittadini arabi; una nazione ebraica minacciata dall'ostilità religiosa dei musulmani; un Paese moderno e democratico che vive in una condizione di guerra permanente. Israele è una realtà politica complessa e contraddittoria che si può tentare di spiegare solo ripercorrendo, senza visioni pregiudiziali, la sua storia. Ed è questo che fa Ari Shavit, seguendo l'epopea degli emigranti che, a partire dalla fine dell'Ottocento, si mossero da diverse parti dell'Europa verso la Terra Promessa. Nel suo lungo racconto, appassionante e rigoroso, si incontrano i pellegrini sionisti che nell'aprile del 1897 partono per la Giudea mossi dalla convinzione che solo nella madrepatria potranno ritrovare la loro identità e il loro Dio; il giovane agricoltore che nel 1920, piantando un aranceto, dà l'avvio al fiorente mercato degli agrumi; le famiglie palestinesi espulse dai loro villaggi nel 1948; i ferventi zeloti che negli anni Settanta danno vita al movimento dei coloni. Viaggiando attraverso il Paese, raccogliendo interviste, documenti storici, testimonianze dirette, Shavit si immerge nelle vicende della sua patria e nella tragedia che mette in pericolo la sua stessa sopravvivenza, realizzando un affresco che unisce la dimensione umana e quella storica.

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