mercoledì 30 maggio 2012

LA PIANURA PADANA E I TERREMOTI E UNO SGUARDO ALLA SITUAZIONE LOCALE DOPO LA PUBBLICAZIONE DI UNA MAPPA SUL GIORNALE LA STAMPA DI OGGI


Il terremoto di ieri che ha nuovamente colpito l'Emilia con un epicentro differente da quello del 20 maggio , ha destato profonda impressione in tutti noi.
Anche ieri le vibrazioni sono arrivate nel nostro territorio,  le scuole di Crescentino, Vercelli e Trino sono state brevemente fatte sgomberare e nelle case si sono visti oscillare i lampadari.
Stamane poi su LA STAMPA è stata pubblicata una mappa non molto chiara, in cui si evince che anche il nostro territorio è attraversato da faglie e non si capisce bene se le zone sottolineate da una barratura verticale in giallo siano in esame per una riattribuzione di valori di sismicità che per Crescentino, Trino e Vercelli sono a livello molto basso (ma attenzione , il nostro territorio dal 2003 non è piu' considerato asisisimico come la Sardegna , vedasi anche la cartina fornita dalla Regione Piemonte ). 
Questi territori barrati che han fatto venire i brividi a molti,  comprendono tutta la bassa Vercellese, fino a Casale, la Lomellina e il Novarese fino ai confini alessandrini già considerati mediamente sismici dal 2003.

Il giornale poteva essere piu' chiaro,  per tutto il giorno su internet e sulle pagine facebook di alcuni amici , si sono rincorse ipotesi e timori,  io ho fatto qualche ricerca e ho trovato parecchi riscontri su un antichissimo terremoto distruttivo avvenuto nel 1117 , partito da Verona , ma che ebbe effetti anche nel Vercellese e Biellese,  sotto trovate un compendio che vi invito a leggere .
E' necessario quindi un totale chiarimento da parte di chi ha competenza per capire bene la situazione anche perche' a quanto mi risulta non c'è obbligo nel nostro territorio di rispettare criteri antisismici nelle costruzioni .
TRATTO DAL GIORNALE DI CREMONA: 



3 gennaio 1117, la Pianura Padana viene scossa da un terrificante terremoto; alle ore 22 (ma secondo alcune cronache vengono indicate le 21 oppure le ore appena precedenti il tramonto), tutta la pianura tremò e le scosse di assestamento si prolungarono per ben quaranta giorni. Le notizie storiche di tutte le città riportano la cronaca di questa immane tragedia che distrusse o danneggiò gravemente le chiese ed i monumenti principali.
Si hanno notizie di gravi danni dalla odierna Slovenia fino al Piemonte e da Reims in Francia, attraversando la Germania e l’Austria, fino a Montecassino. L’epicentro viene indicato dai maggiori studiosi di sismologia nelle vicinanze di Verona con una violenza pari al IX°/X° grado della Scala Mercalli. Si intorpidirono le fontane, molti alberi vennero sradicati e la terra si aprì in molti luoghi; le acque del Po furono viste sollevarsi in alto a forma di volta e quindi ripiombare in basso. Furono distrutti anche gli argini dell’Adige e del Po, per cui dopo il terremoto si verificarono tremende alluvioni; nella laguna di Venezia si verificò una eruzione di acqua sulfurea. Si calcola che almeno 30.000 furono le vittime di questo terremoto; si pensi che la città di Malamocco nella Laguna Veneta venne completamente distrutta e mai più ricostruita. Ma fu un solo terremoto oppure più terremoti avvenuti tutti nello stesso giorno ma con orari ed epicentri diversi? Sappiamo dalle cronache che a Cremona il terremoto avvenne tra le 16 e le 17 del 3 gennaio, a Verona tra le 21 e le 22 mentre a Pisa lo stesso terremoto è segnalato il 4 gennaio 1117. Studiando i rifacimenti dei monumenti (il Duomo di Verona, quello di Cremona ecc. ) si è potuto stabilire che il moto sismico ebbe un andamento ondulatorio con direzione Nord-Sud per cui vennero gravemente lesionate le murature in direzione Est-Ovest. Partendo dal Friuli si hanno notizie di forti danni alla cinta muraria di Gemona, che risulta parzialmente rifatta in corrispondenza dei danni subiti per questo cataclisma. Le cronache narrano pure di gravi danni subiti dalle chiese di Aquileia in quegli anni il patriarcato era retto dal tedesco Voldarico I°. A Padova, oltre alle altre distruzioni, venne rasa al suolo la prima Cattedrale che sorgeva probabilmente nell’area dell’attuale sagrato, e che venne costruita dopo l’Editto di Costantino (313); crollò pure la Basilica di Santa Giustina e l’Oratorio si S.Maria e Prosdocimo, fatto costruire da Opilone, prefetto del pretorio di Teodorico e frammenti di mosaici che la ornavano, sono conservati nel convento di Santa Giustina. In provincia si hanno notizie di distruzione del villaggio di Cervarese. A Vicenza il campanile della chiesa di S.Felice e Fortunato venne distrutto per metà e ricostruito nel 1160 fino alla cella campanaria. A Verona, già colpita da una alluvione dell’Adige nell’inverno del 1116, si registrarono i danni più gravi. Cadde la cinta esterna dell’Arena (ne rimase solo l’Ala formata attualmente da quattro archi), vennero distrutti i monasteri di San Nazzaro, Santo Stefano; la chiesa di Santa Maria Antica venne completamente distrutta e ricostruita. Il Duomo venne gravemente danneggiato e venne rifatto in stile romanico allungandolo ed allargandolo. In provincia di Verona venne distrutta la chiesa di Santa Maria Assunta a Montorio, a Bardolino la chiesa di San Severo, a Gazzo Veronese la chiesa di Santa Maria Maggiore. In Emilia si segnala la distruzione dell’Abbazia di Nonantola ADEDICATA A San Silvestro, come è riportato nell’incisione sull’architrave del Portale Maggiore della chiesa: SILVESTRI CELSI CECIDERUNT CULMINA TEMPLI/MILLE REDEMPTORIS LAPSI VERTIGINE SOLIS/ANNIS CENTENIS SEPTEM NEC NON QUOQUE DENIS/QUOD REFICIT MAGNOS CEPIT POST QUATOR ANNOS. ( Dell’eccelso Silvestro caddero le sommità del Tempio trascorsi, nel volgere del sole, gli anni del Redentore Millecentodiciassette e si cominciò a ricostruirlo dopo quattro anni)
Il Duomo di Modena appena terminato, subì danni ma vennero prontamente riparati. Lo stesso Duomo di Parma, riedificato dopo la distruzione a causa di un incendio, venne danneggiato e quindi restaurato e modificato dopo il terremoto del 1117. In provincia di Parma, a Lesinano de Bagni, venne distrutta la chiesa del monastero vallombrosano di Badia Cavana e ricostruito in forme romaniche dopo il terremoto del 1117. In provincia di Piacenza venne completamente distrutto la Collegiata di Castell’Arquato venne quindi ricostruita e consacrata nel 1122. A Piacenza venne completamente distrutta la Chiesa dedicata a Santa Giustina e al suo posto venne costruito l’attuale Duomo dedicato all’Assunta.
In Lombardia, a Milano viene riportata la notizia della distruzione di varie chiese e monumenti, compresa la ricostruzione ipotetica della chiesa di San Lorenzo, così pure la chiesa di Casorezzo, dove gli affreschi anteriori al 1100 si interrompono prima di una profonda fessura attribuita al sisma del 1117. A Brescia non si hanno notizie dirette di distruzioni, ma la Storia della Vita di San Costanzo, santo contemplativo che si era ritirato sulle montagne di Conche, ritornò a valle per lenire le sofferenze della popolazione colpita dal terremoto. A Cremona le prome notizie del terremoto vengono riportate dal Vescovo Sicardo che racconta che dopo la distruzione del Duomo del 3 gennaio 1117, le reliquie di Sant’Imerio, protettore della Città, rimasero sotto le macerie fino al 1129 quando il Vescovo Oberto le ritrovò e, poste in una urna le reliquie del Santo, riprese la costruzione della Cattedrale. Perché la ricostruzione della Cattedrale riprese così tardi? Forse perché le scosse di assestamento prima ed i successivi terremoti che si registrarono nel 1117 (12 gennaio, 4 giugno, 1 luglio, 1 ottobre e 30 dicembre) imposero un ripensamento con varianti da apportare al progetto originale. Alcuni dei poderosi pilastri della navata centrale in effetti racchiudono al loro interno le colonne polilobate della precedente Cattedrale che si alternavano per dimensioni con i pilastri veri e propri. A Como le cronache riportano la notizia del terremoto e la distruzione del centro di Orsenigo; al suo posto ora sorge la chiesa romanica di Sant’Alessandro. A Pavia venne distrutta la Basilica di San Michele Arcangelo e di San Pietro in Ciel d’Oro. Nelle vicinanze del capoluogo, nella località Pomello, venne distrutta la Basilica paleocristiana da Santa Maria Maggiore. A Vercelli sicuramente venne danneggiato il Palazzo Vescovile e, in provincia, in località Caresana  il terremoto distrusse chiese e palazzi, tanto che venti anni dopo, si parla di “borgo nuovo”. A Biella in localià Salussola vengono distrutti chiese, abitazioni e le mura del borgo che vennero ricostruite nel 1374. Sulla sponda orientale del Lago Maggiore, sorgeva la Curtis de Stazona, identificabile forse con Angera, venne completamente distrutta. Altre notizie si possono rilevare in Germania e precisamente a Bamberga, dove il terremoto del 1117, oltre ad aver danneggiato la famosa Abbazia, fece crollare il Chiostro di San Michele, mentre ad Augusta (Augsburg) venne distrutto il villaggio di Heirenbuch. (l.s.)

6 commenti:

  1. non c'è pericolo01 giugno, 2012 08:46

    http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2012-05-31/quanto-rischia-pianura-padana-204954.shtml?foto&uuid=Abuj2VlF&mccorr=Ab5o2VlF

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  2. ah si, e mi sa dire allora perchè Caresana nel 1117 fu totalmente distrutta ? e Salussola ?, quelle carte sono da rivedere, anche la provincia di Mantova dovrebbe soffrire solo di scosse fino alla 4 richter, lo vada a dire agli abitanti di Moglia e di Poggio Rusco le cui case sono crollate. TUTTE LE MAPPE SONO DA RIVEDERE ,

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  3. Ciao Mauro,
    interessante la tua ricerca, mi risulta che le nostre zone sono considerate di livello 4, il più basso, comunque per le nuove costruzioni si devono adottare certi accorgimenti antisismici.
    Anche l'Emilia era considerata non sismica e abbiamo visto tutti cos'è successo per cui non posso trascurare un pericolo presente da anni nel nostro territorio
    le domande sono d'obbligo: cosa succederebbe ai depositi di materiale radioattivo di Saluggia?
    Qualcuno se ne sta occupando?
    Saluti
    Walter

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  4. L'Italia è stata considerata tutta sismica con 4 diversi gradi di sismicità: 1-2-3-4 (il più basso). Il Piemonte è classificato in zona 4 (la più bassa), 3 e 3S (Pinerolese e Limone Piemonte). La Regione Piemonte con DGR n.11-13058 del 19/01/2010 ha aggiornato ed adeguato l'elenco delle zone sismiche piemontesi (tutte in zona 4 e 3/3S, come detto sopra).Inoltre, con DGR n.4-3084 del 12/12/11 sono state approvate nuove procedure e modulistica a seconda delle zone e della tipologia di costruzioni.
    Infine, a luglio 2009 è entrata in vigore la nuova normativa sismica nazionale (prima del previsto proprio a causa del terremoto dell'Abbruzzo) il DM n.14/01/08 (meglio conosciuto come NTC08)che detta norme, procedure, calcolazioni per le opere strutturali, in particolare per tutte le zone è previsto il rinforzo dei nodi strutturali in modo da resistere alle spinte orizzontali che scaturiscono da un sisma. Per la zona 4 e per edifici di tipo 1-2 e classe d'uso I e II è ancora ammesso il calcolo alle tensioni ammissibili, per tutte le altre zone e tipologie di edifici il calcolo gli stati limite.
    Quindi le norme ci sono...
    l'importante è applicarle e farle applicare.

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  5. un ringraziamento al tecnico, come vedete anche qui bisogna rispettare alcune clausole, perchè la storia insegna che , se anche siamo in una zona tranquilla...non si puo' mai sapere
    il blogger

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  6. La zona è tranquilla. Sono i tecnici-costruttori-progettisti-assicuratori crescentinesi che han già fatto gli artisti nel nostro territorio comunale che forse sono un po’ preoccupati... Ecco, mi piacerebbe sapere come i vari tecnici vedono la scuola elementare, per esempio, anzi, la parte più recente, per essere più precisi. E l'infermeria s. spirito con il piano superiore aggiunto e la cucina sottofalda? E la torre civica? E la scuola media con il vecchio e nuovo auditorium? E la torre dell'acquedotto? E tutte le nuove palazzine costruite nell'arco di 50 anni? Non c'è norma che tenga per chi non sa leggere.

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