lunedì 13 luglio 2009

LA SACRA DI SAN MICHELE....MA ATTENTI AI SENSI UNICI











Era almeno 30 anni che volevo vederla, da bambino avrei voluto andarci perchè vedevo sempre questa famosa Sacra di San Michele sulle etichette dell'acqua San Michele che mio padre ha venduto per almeno 4 decenni, prima che qualche anno fa l'azienda acquatica chiudesse, poi da adulto perchè il posto mi affascinava.....e ieri il desiderio è diventato realta'.

Distante circa un'ora da Crescentino, ma dopo innumerevoli inconvenienti, è diventata un abbondante ora e mezza, la Sacra di San Michele esercita un fascino tutto particolare, sempre che riusciate ad arrivarci, non è facilissimo, non che il monte Pirchiriano non si veda dall'autostrada.....anzi, vedrete davanti a voi , maestosa, la Sacra in tutto il suo splendore, ma usciti dall'autostrada del frejus a Avigliana, vi troverete in balia di alcune segnalazioni che si elidono l'un l'altra....

Il navigatore satellitare non vi sarà molto di aiuto, anzi meglio non usarlo, dopo aver costeggiato i laghi di Avigliana, piuttosto tetri, state attenti a non fare il mio errore, non essendoci segnalazioni, quando la strada si biforca, prendete la piu' stretta, quella larga presa da me finisce a Giaveno, tutto da un'altra parte, quando, tornato sulla giusta via sono arrivato vicino alla Sacra, non vedendo la stretta via che conduce al monumento, ho proseguito con l'auto e son finito al passo Braida, praticamente scollinando in Val Sangone, il grave è che la domenica è istituito un antipatico senso unico, si sale solo da Avigliana e si è obbligati a scendere da Giaveno (se dovete poi come me tornare a Torino, la strada si allunga molto, essendo la discesa su Giaveno passando da Valgioie, ripida e infida ).

Il blogger se ne e' fottuto del senso unico ed è ritornato al piazzale della Sacra facendosi 3 km contromano onde evitare di perdere altro tempo, la mia fortuna ha fatto si che nessuno se ne sia accorto, voi non fatelo.

Ma tutta la fatica merita .

Godrete di un panorama unico, sulla pianura e sulla maestosa Valsusa, vi sembrerà di poter abbracciare gli alti monti circostanti, e godrete in una giornata calda come ieri di una arietta rinfrescante (se è nuvolo già qui non ci andate, non vedrete un bel nulla).

Il complesso architettonico è di impatto: la chiesa è molto spartana, con qualche affresco notevole, ma la cosa piu' bella è lo scalone di ingresso detto DEI MORTI, sembra di stare nella scuola di Harry Potter, guardate in alto, in basso, in ogni angolo ci sono elementi architettonici da osservare attentamente, frutto delle tante traversie che la Sacra ha subito nei secoli.

Potrete poi visitare il Monastero Nuovo, o quel che rimane dopo la distruzione del 1706, causata dai soldati francesi, questo monte è un luogo di culto fin dall'antichità e i monaci benedettini arrivarono alla fine del X secolo, restandoci fino alla metà del seicento, quando l'intero complesso ando' in decadenza, rinascendo solo nella metà del 1800 grazie ai padri Rosminiani.

La domenica ci sono visite guidate ogni ora, che durano circa un'ora, e un baretto è aperto.....d'estate col caldo la salita è faticosetta e magari bere qualcosa al fresco è salutare.

di seguito un po' di storia presa dal sito della Sacra di San Michele

Le origini
Sul finire del X secolo la vetta del monte sta per avere un suo nome: vi giungono i monaci. Primo fra essi un discepolo di San Romualdo, San Giovanni Vincenzo, che iniziò quassù la vita eremitica camaldolese, per tornare poi ancora a Celle sul monte di fronte, il Caprasio, dove morì nell' anno 1000.
I benedettini
Intanto sul Pirchiriano si stabilivano monaci benedettini: la cronaca del monastero, dopo aver descritto la leggendaria edificazione e consacrazione d'una prima chiesetta per opera angelica - dando il nome di Sacra (la consacrata) esteso poi alla successive costruzioni - narra del penitente conte Ugo di Montboissier che vi fabbrica un monastero e lo affida a cinque benedettini. Siamo negli anni 983-87 quando comincia la storia di questa abbazia benedettina, che continuerà fino al 1622. La governarono 27 abati monaci, cui successero malauguratamente 26 commendatari. Dalla fondazione a metà 1200 l'abbazia visse il suo periodo migliore; seguì mezzo secolo di decadenza; dal 1300 al 1360 la vita si rinnova sotto il prudente governo degli abati Guglielmo III di Savoia, Rodolfo di Mombello, Ugone di Marbosco. A seguito dei gravissimi disordini dell'abate Pietro di Fongeret, il conte verde Amedeo VI ottenne da papa Urbano VI l'istituzione della commenda. Dal 1381 al 1622 i monaci furono governati da priori, mentre gli abati commendatari, sempre lontani dal monastero, ne godevano le rendite. Uno di essi, il cardinale Maurizio di Savoia, nel 1622 convinse Papa Gregorio XV a sopprimere il monastero, abitato ormai soltanto da tre monaci uno dei quali cieco!La gestione passa alla collegiata dei canonici di Giaveno appositamente creata.
Possedimenti
Straordinariamente numerosi ed estesi in Francia e Spagna, nella Savoia e in Piemonte, in Lombardia e nelle Puglie, con dominio feudale sulla bassa Val di Susa e Valsangone.Ancora nel 1697 la Sacra possedeva 176 territori con diritti spirituali, amministrativi, civili e penali.
Assalti e rovine
Il vescovo di Torino Cuniberto nel 1076 scaccia dal monastero il santo abate Benedetto II ed i suoi monaci; ci furono devastazioni per un grave incendio sotto l'abate Rodolfo di Mombello (1325-1359); bande inglesi dell'avventuriero Guglielmo Bosons, al soldo Filippo d'Acaia, saccheggiarono il luogo; le guerre tra Francia e Spagna fecero del monastero un baluardo disputato, che nel 1629 fu in parte distrutto dai francesi di Richelieu; così fecero le truppe del Catinat nel 1693 e ancora i francesi nel 1706, che ridussero il monastero nuovo alle rovine che vediamo; le costruzioni adiacenti la "porta di ferro" formavano, fin dal secolo XII, uno sbarramento difensivo, vigilato a turno dagli uomini del feudo abbaziale.


Dopo seicento anni di vita benedettina, la Sacra restò quasi abbandonata per oltre due secoli! L'abitavano un cappellano e un romito.Nel 1836 Re Carlo Alberto ottenne che Papa Gregorio XVI vi chiamasse Antonio Rosmini con la congregazione religiosa da lui fondata, detta Istituto della Carità. Contemporaneamente il re affidava in custodia ai PP.Rosminiani le salme di ventiquattro reali di casa Savoia, traslate dal Duomo di Torino, ora tumulate in basilica entro pesanti sarcofagi di pietra.La scelta di questa antica abbazia evidenzia la prospettiva della spiritualità di Antonio Rosmini che, negli scritti Ascetici, richiama costantemente ai suoi religiosi la priorità della vita contemplativa, quale fonte ed alimento che dà senso e sapore ad ogni attività esterna: nella vita attiva il consacrato entra solo dietro chiamata della provvidenza e tutte le opere, in qualsiasi luogo o tempo, sono per lui buone se lo perfezionano nella carità di Dio.I padri Rosminiani rimasero alla Sacra anche dopo che l'iniqua legge dell'incameramento dei beni ecclesiastici nel 1867 spogliava la comunità religiosa dei pochi averi che le avrebbero garantito un dignitoso sostentamento e all'edificio un minimo di manutenzione.Essi vi sono tuttora, mentre le mura sacrensi echeggiano d'un insolito fervore di iniziative, favorito dalla visita del papa (14/7/91), promosso e confortato dalla presenza di tanti volontari, sostenuto da enti pubblici e privati, soprattutto dalla regione dopo che la legge speciale del 21/12/94 ha riconosciuto "La Sacra monumento simbolo del Piemonte".

Ringrazio il sito per la concessione del testo e per informazioni dettagliate

http://www.sacradisanmichele.com/








Mauro Novo





mauroatlarge.blogspot.com





e per concessione sacra di san michele







6 commenti:

  1. Alla Sagra di San Michele eravamo andati in gita,alle elementari però,ricorda bene....Anonima19

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  2. Bel resoconto sig. Blogger.
    Posto molto suggestivo. Ringrazio per l'avviso relativo al senso unico.
    Ci sono già stato, le cose interessanti cerco di vederle e questa merita senz'altro il viaggio, e penso di ritornarci.
    Saluti
    Saint-Just

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  3. io non c'ero a quella gita......
    m.n.

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  4. "il blogger se ne è fottuto e ha fatto 3 km in retro"... ah, ah, per fortuna non c'erano i vigili, ma ci sono spesso! ;-)
    Poi io mi permetterei di aggiungere che, per chi pratica questo sport, c'è una via ferrata molto bella che sale letteralmente dalla base del monte Pirchiriano fino alle mura della Sacra. Si tratta della Via Ferrata "Carlo Giorda", itinerario AD (abbastanza difficile), con circa 600 metri di dislivello, che parte dal piccolo parcheggio S.Ambrogio.

    http://www.altox.it/ValsusaFerrate/sacra.htm

    Luca F.

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  5. caro blogger lei è in contravvenzione, sporga la patente e si ritiri nei suoi alloggi..d'ora in avanti in gita ci andrà con pullman gran turismo

    vigile urbano

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  6. oooooh noo! Mr. Chuck!!!

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