giovedì 26 febbraio 2015

PER NON DIMENTICARE, A CURA DI MAURIZIO D'ANGELO, IL CASO DI UNA MINISTRA DIMISSIONARIA

Lunedì 24 Giugno 2013
Josefa Idem si dimette dall’incarico di Ministro dopo lo scandalo Ici.
PER NON DIMENTICARE che fine fanno i ministri bandiera della sinistra che predicano solo diritti e non parlano mai di doveri. Lei e l'ancor peggiore ministro Kienge, di cui parlerò nel prossimo Post.

Josefa Idem si è dimessa dall’incarico

di Ministro per le Pari opportunità, lo Sport e le Politiche giovanili del Governo Letta. La decisione è stata presa dopo l’incontro svoltosi oggi a Palazzo Chigi con l’attuale Presidente del Consiglio. Il faccia a faccia tra l’ormai ex ministra ed Enrico Letta serviva per chiarire le posizione dell’ex atleta azzurra in merito al mancato pagamento dell’Ici per una palestra di proprietà della campionessa olimpionica. Fin da subito le voci di corridoio del ‘palazzo’ parlavano di dimissioni e, dopo l’ora di colloquio, alla fine sono state confermate dalla nota ufficiale del Governo. I due esponenti politici sono infatti usciti senza rilasciare dichiarazioni.

Josefa Idem ha presentato le sue dimissioni al presidente del Consiglio dei Ministri, che le ha accolte. Pronto il commento dell’ex atleta olimpionica: “Come ministra ho tenuto duro in questi giorni perché in tanti mi avevano detto che questi momenti fanno parte del ‘gioco’. La ‘persona’ Josefa Idem, già da giorni invece, si sarebbe dimessa a causa delle dimensioni mediatiche sproporzionate della vicenda e delle accuse aggressive e violente, nonché degli insulti espressi nei suoi confronti”. Continua poi con alcune precisazioni: “Quando sono salita dal Presidente Letta avevo già maturato la decisione di dimettermi, ma ho comunque voluto condividere con lui l’attenta valutazione del quadro venutosi a creare ed esporgli la scarsa rilevanza di quanto imputatomi. Confermo quindi le mie dimissioni, augurando buon lavoro al Presidente del Consiglio Enrico Letta al quale rinnovo la mia più profonda stima”.

Di poco successiva la replica del Presidente del Consiglio: “Ho preso atto della volontà irrevocabile del ministro Idem di rassegnare le dimissioni. Sono convinto che emergeranno rapidamente, e in tutta la loro limpidezza, la correttezza e il rigore morale che conosco essere fra i tratti distintivi di Josefa Idem e per i quali l’ho scelta e le ho chiesto di entrare a far parte del governo. Spero che sia salvaguardata ora la vita privata sua e della sua famiglia”.
La vicenda Ici parte pochi giorni fa, il 19 giugno scorso, quando vengono pubblicati i documenti dell’accertamento anagrafico e tributario del ministro. Tutto è partito dal sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci, dello stesso partito della Idem, dopo gli interventi del consigliere Pdl, Alvaro Ancisi, e Pietro Vandini del Movimento 5 Stelle. Stando ai documenti, risulterebbero infatti quattro anni di Ici non pagata su un immobile, fatto passare come prima casa, con annesse ristrutturazioni, che risulterebbero così abusive. L’accertamento di illecito risale all’11 giugno e segnalava questi problemi mettendo in piazza la vicenda che ha subito creato un vero e proprio polverone mediatico nei confronti dell’ormai ex ministra. La Procura locale ha aperto le indagini contro ignoti.

Dopo l’iniziale fiducia dimostrata da Enrico Letta, che aveva dichiarato a caldo “Mi fido di quello che dice”, il Presidente del Consiglio ha iniziato a cambiare sempre più posizione, parlando di “valutazioni” da fare insieme faccia a faccia. Il caso da locale è diventato in pochi giorni di risalto nazionale, e alle parole della diretta interessata, che si è subito dichiarata “una persona onesta”, il Parlamento ha risposto con una mozione di sfiducia presentata da Nicola Morra del Movimento Cinque Stelle, insieme alla Lega Nord e Fratelli d’Italia.
Alle parole di Letta si uniscono anche quelle della vice presidente del Senato Valeria Fedeli: “Apprezzo il gesto di grande rispetto per le istituzioni della Ministra Idem, in questo modo ha dimostrato di capire la differenza tra essere una cittadina e fare politica, ricoprire alti ruoli istituzionali richiede trasparenza e coerenza etica assolute” e aggiunge: “condanno la gogna mediatica fatta di violenze e insulti di cui la Ministra, cui rinnovo la mia stima, è stata vittima”.

Le dimissioni sono il naturale epilogo non solo per il mancato pagamento dell'Ici, ma per il tentativo di un ministro della Repubblica di nascondere fino all'ultimo una TRUFFA, e cioè una palestra dichiarata come prima casa con avvenute ristrutturazioni senza permessi e altre gabole connesse con i contributi INPS.
"Mi hanno dato della ladra, mi hanno dato della puttana...". Cosi inizia l'intervento della Ministra all'inizio della conferenza stampa tenutasi 2 giorni prima: il ministro e il suo avvocato si arrampicano sugli specchi per spiegare il Nulla. E usando oltretutto una sede e del  personale istituzionale per cose private. Ci mancava solo la nonna alla conferenza. E senza rispondere alle domande finali dei giornalisti che infatti l'hanno accusata di arroganza. Giuste le dimissioni ma solo per merito di Letta, che è stato un Primo Ministro corretto e severo. D'altronde che ci fossero elementi gravi per le sue dimissioni era già chiaro nell'intervista al sindaco PD di Ravenna.
Una brutta uscita di scena per un'atleta che ha vinto 30 medaglie per l'Italia che l'aveva accolta come una figlia ma dalla quale aveva imparato anche le furbizie e gli inganni tipici del nostro ormai ex Belpaese.

3 commenti:

  1. Josefa Idem giustamente si è dimessa per aver evaso parzialmente l'ICI. Se ciò fosse da tutti applicato in Italia probabilmente rimarremmo senza politici.

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  2. non ho capito fa scandalo perchè è una dei pochi che si è dimessa ? Alla faccia del pregiudicato che è rimasto fino a che non l'hanno portato a curar vecchietti.

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  3. Non si è dimessa; E' STATA COSTRETTA A FARLO DAL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO. Oltretutto ho citato solo metà delle furbizie commesse. Quello di cui parli tu è stato un processo basato sul nulla: niente prove e nessuna testimonianza contro. Fosse emessa adesso sarebbero cazzi amari per i magistrati. Anche per l'atto immondo della Boccassini di denunciare per falsa testimonianza anche la Polizia che aveva dichiarato non esserci stata alcuna pressione a favore di Ruby. E' solo l'ultimo di una serie di processi burla e di sentenze pilotate. L'ultima di una serie di decisioni fuori dal mondo, come quella che dichiarava che se una ragazza, prima di uno stupro indossava dei jeans, lo stesso stupro non era configurabile come violenza carnale.

    MAURIZIO D'ANGELO

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