martedì 18 settembre 2012

I PENSIERI DEL RAGIONIER FORSE: MATEMATICA


Matematica.

Se il profumo di fiori di tiglio segna la fine dell'anno scolastico, l'odore acre delle stoppie bruciate, gli effluvi della terra arata da poco, annunciano il tempo che ha il vago e confuso sapore dell'ineluttabilità. Ci si può fidare dell'autunno.
L'estate e le sue pretese, per loro natura fedifraghe, caracolla con qualche strattone, ubriaca. Si riversa al suolo spandendo i suoi tiepidi fiati ebbri.
(È una segreta e un po' cinica soddisfazione. Almeno per Forse, sono queste le soddisfazioni che la vita può dare.)
Le vie respiratorie si congestionano a contatto con venti che paiono venire da lontano e portano aromi, sabbie e -per i più fantasiosi- luccichii di perlacei di altri mondi; i visi si accigliano guidando nel tardo pomeriggio, con il sole rossiccio all'altezza degli occhi.

Il nostro ragionier Forse associa (sebbene è un pezzo che non infila uno zaino!) l'inizio dell'anno scolastico ad una fastidiosa eccitazione. I climi e i ritmi artificiali opponevano resistenza: i banchi di truciolato, l'odore dei libri e dei quaderni nuovi, il suono perforante della campanella.
Opponeva resistenza anche l'inchiostro violaceo sulla pagine semipatinate. Gli occhi del ragioniere non riuscivano a scivolare agilmente tra le nozioni, tra le date. Al Contrario.
L'intreccio scolastico dei significati, spesso così spudoratamente banale da risultare quasi osceno, catturava, graffiava le sue pupille, frantumandone la naturale limpidezza.
Lo sguardo del ragioniere era invece fremente e voglioso, oltre che incredibilmente fragile; provava una paura congenita e nervosa incatenandosi a quelle frasi lucide e cangianti, a quei concetti limitati quanto totalizzanti.

Per questi motivi i voti del ragioniere non erano eccelsi, e solo in una materia se la cavava con pochissime difficoltà.

Non faceva tutti i compiti di matematica assegnatili; gli piaceva scovare fra le pagine e pagine ricoperte di equivalenze, espressioni, equazioni quelle più esteticamente intriganti, quelle meno apparenti, che si discostavano dalle altre per qualche preziosità.
Cercava fra i mucchi di esercizi quelli più misteriosi, più perfetti, come i cercatori di un tempo setacciavano la ruvida fanghiglia dei fiumi cercando pagliuzze dorate.   
C'erano espressioni grasse e tracotanti che rifiutava di eseguire, con disappunto della professoressa. Ve ne erano invece di filiformi, che quasi passavano inosservate. E allora ci si buttava a capofitto.

Sviscerava i problemi aritmetici su i suoi quaderni con calligrafia trasognata e disinvolta, senza seguire le linee dei quadretti. Al contrario di quella dei "primi della classe" la sua scrittura non era calcata e rigida, con le linee e le forme dei numeri tondeggianti e leziose.
La sua penna sfiorava la carta e i segni prodotti sembravano fuggire uno dall'altro, valicando i confini materiali del foglio.
Finito il compito, si sedeva sul letto e scrutava il quaderno aperto sulla scrivania. Lo rassicurava. Ogni volta che usciva o entrava nella sua stanza gettava un'occhiata. Spesso sfogliava le pagine alla ricerca dei suoi esercizi preferiti eseguiti precedentemente. Quelli più arruffati e quasi umoristici.

Come si contempla un album di fotografie a noi care.

9 commenti:

  1. .... sono commosso..
    Non riesco nemmeno a trovare le parole per un doveroso commento..

    Ora, ripresomi dall'emozione.. ripensandoci con un po di razionalità, non c'è proprio niente da commentare, nel senso che non c'è proprio niente su cui commentare.
    Vede caro Ragioniere, cosa le succede a leggere troppe poesie del Pascoli e del Carducci?

    PS
    La vorrei solo avvisare.. T'amo pio bove è già stato scritto.. se per la prossima sua ci volesse parlare del mondo animale si scelga un altro quadrupede.

    Saint-Just

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  2. Credo non sia "bello "sfoderare la spada solo per contemplarne il luccichio.Bisogna fare attenzione ,nell'abbaglio,a rinfoderarla con cautela nei calzoni se no,si rischia di non avere piu' gli attributi per firmarsi con il proprio nome e cognome.

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  3. Non mi stancherò mai di elogiare il bue che da del cornuto all'asino, ossia, l'anonimo che critica un altro anonimo perchè è anonimo.


    Egregio Ragioniere, ci deve essere qualcuno che risponde per lei.. visto che non è lei...

    Cordialmente
    Saint-Just

    PS .. Il Sabato è già stato usato, se vuole dedicarci una poesia su un giorno della settimana provi con il Giovedì.
    Il Giovedì del villaggio.. suona anche bene.
    Guardi che non critico la forma, molto godibile, ma è l'originalità che manca...

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  4. Saint Just, Saint Just!
    Non mi avvicini per favore (anche se lo fa per celia) a grandi e profondi poeti, come fu Leopardi! Non sia così superficiale.

    La ringrazio molto di essere (suo malgrado) un mio lettore.
    Cordialmente,
    S.Forse

    Ps:E non abbia fretta di giudicare...

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  5. Salve!

    Grazie per la pagina del Ragionier Forse e dell'appendice godibile al racconto!
    Il rag. Forse ha sentimenti, nostalgia, passioni...lasciamolo pur libero di spaziare in un blog...ci sta bene, è il coraggio di essere...quello che si è!

    Un saluto anche a Saint-Just e al secondo Anonimo!

    nonna ivana

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  6. Cara nonna ivana, saint just è il re dei commentatori da quando il blog ha aperto, ora si vede un po' minacciato dal ragionier forse ...bisogna capirlo
    il blogger

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  7. Scusate il ritardo della mia risposta, stavo straffogando dalle risate....

    Si sta paragonando un commentatore con un declamatore di poesie bucoliche.
    Simpatiche, senza dubbio, e sappiamo anche che il blogger è molto attratto dallo stile neo-naif, ma i commenti sono un'altra cosa.
    Un mio commento può risvegliare lettori assopiti, un testo del ragioniere.. assopisce i lettori.
    Saluti a nonna Ivana...
    Saint-Just

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  8. che S.J risvegli i commentatori ho qualche dubbio,ma che il ragionier forse assopisca i lettori dubbi non ne ho......

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  9. L'arroganza non e' piu' trendy.Ora va di moda la sopita,sospesa umanita'.

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